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ricerche a cura del
dott. Luigi Braco
Leone Caetani nasce a Roma il 12 settembre 1869. E' il primogenito del principe Onorato di Teano, poi Duca di Sermoneta, e di Ada Bootle Wilbraham.
Nota Bene: "La famiglia Caetani o Gaetani o Cajetani a seconda del periodo storico, conta vari rami: il ramo pisano dei Gaetani patrizi di Pisa e conti di Terriccio, Pomaya e d'Oriseo, esiliato da Pisa nel XIV secolo e vivente in Sicilia fino al secolo scorso, un cui ramo, estintosi con il conte Alessandro nel 1823, rimase a Pisa, e il ramo laziale dei Gaetani duchi di Sermoneta, da cui discesero poi anche i Gaetani dell'Aquila d'Aragona, ora il punto focale è che la madre del famoso principe di San Severo fu Cecilia Gaetani dell'Aquila d'Aragona, quindi le due famiglie erano imparentate, Raimondo De Sangro dedicherà alla madre la statua della Pietà nella sua famosa cappella gentilizia. Albero genealogico" - dott. Braco Luigi.
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Si laurea nel 1892 in Storia all'Università La Sapienza di Roma, con una tesi su "Paolo Alaleone de Branca, maestro delle cerimonie pontificie". Sin da studente nutre una grande passione per il mondo musulmano, tanto da volere imparare le lingue araba, turca e persiana. Studioso di fama internazionale, viaggia molto tra il 1888 e il 1894 per i paesi dell'Africa mediterranea e dell'Asia. E' tra i protagonisti della svolta della storiografia orientalistica, promuovendo studi più attenti ai caratteri originari dell'impero islamico, piuttosto che alla polemica ideologico e religiosa. In tal senso matura il disegno di una grandiosa opera analitica, dedicata alla storia dell'Islam. Nel 1905 esce il primo volume degli Annali dell'Islam, la cui realizzazione è esclusiva opera sua. In seguito egli si avvale delle collaborazioni di altri studiosi, tra cui M. Guidi, G. Levi Della Vida, G. Gabrieli. I successivi nove volumi degli Annali escono a Milano e a Roma tra il 1907 e il 1926, sebbene siano tutti realizzati prima del 1915.
Leone C., Vittoria Colonna e Onorato C.
Nel 1901 Leone Caetani sposa Vittoria Colonna, ma la loro unione entra presto in crisi per diversità di mentalità e di interessi. Nei primi anni del Novecento il principe si impegna anche politicamente e viene eletto deputato in Parlamento. Le sue posizioni sono radicali e anticlericali e tra il 1911 e il 1912 è con Salvemini all'opposizione, contro la spedizione italiana in Libia e per il progetto di riforma del sistema elettorale in senso proporzionale. Diventa socio corrispondente dei Lincei nel 1911 e nazionale dal 1919. Partecipa come volontario alla prima guerra mondiale. Antifascista, decide di emigrare in Canada nel 1927 con la sua nuova compagna e la loro piccola figlia, Sveva. Prima di espatriare, per preservare al meglio il prezioso patrimonio scientifico e culturale da lui raccolto e collezionato, sin dal 1924 promuove l'istituzione, presso l'Accademia dei Lincei, della "Fondazione Caetani per gli studi musulmani". Nel Vernon, in Canada, acquista un'azienda agricola.
Dopo aver venduto il suo patrimonio terriero in Italia, per trascorrervi l'ultimo decennio della sua vita in solitaria meditazione, trascorrendo il tempo in attività soprattutto agresti. come ben racconta lui stesso in una celebre lettera al suo amico Giorgio Levi Della Vida. Unico suo grande conforto è la presenza oltre che della compagna, della figlia, da lui legittimata.
Il regime fascista, nell'aprile del 1935 gli
toglie la cittadinanza italiana e ciò comporta anche la sua decadenza da socio
dei Lincei. Nel Natale dello stesso anno, Leone Caetani muore a Vancouver. Non
va dimenticato che Leone Caetani faceva parte dell'Ordine Osirideo Egizio presso
il circolo di Roma.
Giuseppe Gabrieli ha ricostruito i viaggi compiuti da Leone Caetani in Africa e in Asia. Così egli ne scrive nel saggio La Fondazione Caetani per gli studi musulmani, R. Accademia Nazionale dei Lincei 1926: "Avendo appreso, con suo studio diretto e quasi senza maestro, varie lingue orientali (il persiano, l'arabo, il turco), don Leone ha voluto studiar l'Oriente da vicino oltre che sui libri, ed ha perciò compiuto di predilezione lunghi viaggi nei paesi musulmani, oltre che nel resto del mondo (Russia, Norvegia, Montagne Rocciose, Canadà, ecc.). Questi viaggi in paese musulmano menzioniamo qui brevemente, per il loro rapporto con la fondazione. Il primo fu a diciott'anni, nell'inverno del 1888-1889, spingendosi in Egitto sino alla seconda Cateratta; poi con una propria carovana allestita da lui, non ancora ventenne, attraversò i deserti del Sinai (per wadi Feiran e il convento di Santa Caterina) - visitando nell'andata o nel ritorno, in Asia e in Europa, Smirne, Costantinopoli e la Grecia.
Leone Caetani
Le Foto dei Viaggi
Il secondo viaggio fu compiuto nell'autunno del 1889, ad Algeri e Tunisi; Dove egli tornò l'anno appresso, percorrendo da solo con due musulmani berberi l'Algeria da Orano a Tlemsen, quindi il Sahara algerino fino a Biskra, Tuggurt, le Oasi dell'Erg sahariano, poi el-Suf e le Sebke algerine, toccando da ultimo Tunisi e anche Tripoli. Nel 1894, dopo breve sosta in Egitto e a Gerusalemme, D. Leone percorse con una sua carovana e senza dragomanno la Palestina sino a Damasco; poi con un gruppo di mulattieri persiani si spinse da Palmira, Der ez-Zor sull'Eufrate, in Mesopotamia; visitò i Yazidi tra i monti di Singiar, Mossul, le due città sante degli Sciiti (en-Nagiaf e Karbalà), Baghdad, Kirmanshah, Hamadan, Ispahan, dove strinse amicizia con il celebre principe persiano Zill el-sultan; quindi per Teheran, e attraversata tutta la Russia, rientrò in Italia. Un quindo viaggio il Caetani compì nell'inverno del 1899-1900, quando passò sei mesi in India, visitando i centri principali del paese musulmano, e alternando lo studio dei monumenti e dei luoghi con la caccia alle tigri nelle contrade più selvagge di quelle regioni. Finalmente nel febbraio-marzo del 1908 egli tornò per alcune settimane in Egitto e poi in Palestina ed in Siria, per visitare e studiare direttamente e da vicino i campi di battaglia (Misr, Agnadayn, Yarmuk, Damasco) delle prime conquiste arabe fuori d'Arabia.
Wikipedia - Leone Caetani, "Pagine Inedite", a cura di Fulvio Tessitore
"Vancouver, emigrata bambina in Canada con il padre Leone, esule politico, Sveva
Caetani trascorse anni di isolamento e di solitudine, raggiungendo alte vette
del pensiero e dell'arte. Nella serie pittorica intitolata Recapitulation,
donata all'Alberta Art Foundation di Edmonton, ha descritto il viaggio
dell'anima. La sua casa di Vernon in British Columbia, dove e' vissuta per oltre
settant'anni, e' diventata "centro culturale" con un laboratorio d'arte per i
giovani. Era l'ultima erede di una famiglia romana: quella dei Caetani, che ha
dato papi alla chiesa, statisti all'Italia e uomini di pensiero al mondo. Ecco
come l'artista riassunse poeticamente la sua vita, il suo lavoro e la sue fede
poco prima della morte: Oguno di noi e' solo, alla fine. Prima saluti quelli che
ami, poi attraversi la lama dell'amara realta', affrontando male e debolezza che
sono dentro di te. Allora senti la voce di Dio e la voce di Dio ti dice: "Tu non
potrai mai conoscere o capire, puoi solo amare".Nata a Roma nel 1917, figlia del
celebre orientalista Leone Caetani, deputato radical-socialista, " emigro' " in
Canada all'eta' di quattro anni, quando il padre, convinto antifascista, decise
di mettere al sicuro nell'ovest del Canada la propria famiglia, composta dalla
figlioletta e dalla seconda moglie, Ofelia Fabiani. Il matrimonio con Vittoria
Colonna, appartenente alla famiglia dei principi Colonna, che per secoli furono
acerrimi nemici dei duchi Caetani, si era rivelato un fallimento. "Mio padre si
rese conto che la tendenza al fascismo cresceva in maniera ormai allarmante.
Volle per noi una vita nuova, lontana dai turbamenti politici e sociali che
vedeva avvicinarsi sempre piu' - mi racconto' Sveva anni fa.
Egli conosceva gia' la British Columbia. Vi si era recato nel 1890 con un amico,
per cacciare gli orsi nel Kootney, una valle parallela all'Okanagan; era rimasto
affascinato dalla bellezza del paese. La sua ascendenza era per meta'
anglosassone: la madre inglese lo aveva reso particolarmente sensibile alla
liberta' di parola, di pensiero e di espressione. Voleva che io crescessi in
un'atmosfera di genuina liberta', in una societa' proiettata verso il futuro."
Acquisto' a Vernon - oggi una bella cittadina nella valle dell'Okanagan - una
casa di campagna con annesso frutteto. Trascorreva le giornate tagliando legna
nei grandi boschi, studiando, scrivendo e soprattutto dedicandosi all'educazione
della figlioletta. Attraverso una fitta corrispondenza, era in contatto con gli
esuli italiani in altri paesi. Ogni tanto, qualche viaggio in Europa: Londra,
Parigi.... ricordati dalla figlia come un sogno. Un sogno, per lei, era anche la
villa di famiglia sui colli romani.
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"Mio padre aveva costruito la sua casa sul
punto piu' alto del Gianicolo.... e la mia stanza era sotto il tetto. Ogni
mattina, alzandomi dal letto, correvo da una finestra all'altra, ammirando da un
lato Rocca di Papa, con gli Appennini innevati sullo sfondo, e dall'altro lato
la basilica di San Pietro ". Sveva ricordava anche le visite a Palazzo Caetani,
in via delle Botteghe Oscure, dove viveva la nonna paterna e dove c'era un busto
marmoreo della bisnonna polacca, dai lineamenti straordinariamente simili ai
suoi. Tutto questo un giorno fini' bruscamente. Rimasta orfana a 17 anni del
padre adorato, fu costretta a rimanere in casa a disposizione della bellissima
madre malata, che mai aveva accettato il radicale cambiamento di vita e si era
chiusa in una amara solitudine. Fino al 1960, quando la madre mori', Sveva visse
cosi' venticinque anni di "reclusione". Unici diversivi consentiti, la lettura e
la musica; mentre era scoraggiata la sua maggiore vocazione: la pittura.
Autodidatta, coltissima e sensibilissima, Sveva aveva 42 anni quando pote'
uscire dall'isolamento e dal silenzio. Finalmente pote' accedere a quel mondo
artistico che aveva conosciuto solo teoricamente. Aveva anche bisogno di
guadagnarsi da vivere e cosi' accetto' di insegnare nella scuola elementare
della parrocchia. In breve, la sua fama di educatrice e di comunicatrice la
porto' alle scuole superiori, dove insegno' arte, letteratura, filosofia,
scienze sociali. Anche se non aveva nessun diploma, nessuna laurea e nemmeno un
certificato di abilitazione all'insegnamento, che piu' tardi volle conseguire
all'Universita' di Victoria, dove le fu anche richiesto di tenere lezioni.
Riprese a dipingere, dando sfogo alla sua passione repressa. E dopo tante
sofferenze e tante rinunce, come per una catarsi esplose in un canto struggente
del bene e del male della vita. Concepi' una grandiosa opera: Recapitulation,
sulla scia della Divina Commedia, immaginandosi nelle vesti del "sommo poeta" ed
eleggendo a maestro e guida l'amato genitore. "Per me non c'era modello migliore
da seguire. Ma per dipingere eroi e mascalzoni di un'epoca diversa da quella di
Dante: un'inferno non di punizioni ma di malvagita', un purgatorio dove
l'espiazione consiste nell'impotenza, un paradiso non di tranquillita' ma di
conquiste dello spirito. Alla fine di tutto cio' c'e' sempre l'amore che supera
di gran lunga qualsiasi conoscenza". In quattordici anni di lavoro appassionato,
con la tecnica dell'acquerello a pennello asciutto, realizzo' cinquantasei
grandi dipinti che lei, mai sposata e mai madre, defini': "figli" e per i quali,
anni or sono, trovo' una casa nell'Alberta Art Foundation di Edmonton, dove sono
a disposizione delle gallerie e delle istituzioni che li vogliano noleggiare ed
esporre."
La serie e' intesa come una specie di poema pittorico, comprendente una vita di esperienza, meditazione, amore, dolore e rassegnazione" mi spiego' un giorno. Ogni dipinto ha vari livelli simbolici e rappresenta non solo alcuni concetti, ma anche le emozioni che ne derivano. Inizia con un'invocazione a Dio, "potere invisibile", della cui grandezza e del cui amore ella si sente povero strumento, e di cui intende porsi al servizio. E si conclude con le parole dell'antico saggio persiano: "Tamam Shud", tutto e' compiuto, figurativamente rappresentato da una forma evanescente, scarnificata: lei stessa negli ultimi anni di vita, consumata dal fuoco interiore ma anche dall'artrite, e avviata verso la pace infinita di Dio. "Se c'e' un legame tra il supremamente grande e il supremamente piccolo, l'esercizio di vivere ne costituisce il ponte", aveva scritto tra l'altro nel suo commento all'opera. Poiche' Sveva Caetani, oltre agli straordinari dipinti, ha lasciato anche scritti filosofici e poetici, pubblicati a poco piu' di un anno dalla morte, avvenuta a Vernon nell'aprile del 1994. Sveva Caetani mi confido' un giorno di sentirsi "romana per sempre", nonostante la naturalizzazione e gli oltre settant'anni di vita canadese. Eppure e' rimasta pressoche' sconosciuta dagli italiani: quelli del Canada, che l'hanno "scoperta" solo di recente; quelli in Italia, che hanno liquidato con due righe sui giornali la scomparsa "dell'ultima dei Caetani". Non e' tuttavia troppo tardi per raccogliere la sua eredita' ideale.
Anna Maria Zampieri, News ITALIA PRESS
Riferimenti: Erotisme et Sacré - Biografia in Inglese - Articolo del 2019 su Sveva Caetani
Michelangelo Caetani
Ersilia Caetani Lovatelli
Ersilia Caetani Lovatelli (Roma, 12 ottobre 1840 – Roma, 22 dicembre 1925) è stata un'accademica italiana, annoverata per essere stata la prima donna ad entrare nell' Accademia dei Lincei, nel maggio 1879. Nata da una famiglia di nobili origini, sua madre, Callista Rzewuska, apparteneva ad una nobile famiglia polacca, mentre il padre, Michelangelo Caetani, godeva del titolo di principe di Teano e duca di Sermoneta, ed era stato ministro pontificio nel 1848 e nel 1870.
Bibliografia
AA.VV., Archeologia al femminile. Il cammino delle donne nella disciplina
archeologica attraverso le figure di otto archeologhe classiche vissute dalla
metà dell’Ottocento ad oggi, Roma, L’Erma di Bretschneider, 2004.
P. Ghione, Il salotto di Ersilia Caetani Lovatelli a Roma, Venezia, 2004,
pp.487-508.
G. Marchetti Ferrante , Ersilia Caetani Lovatelli e il suo tempo, in «Nuova
antologia», CCCXXIII, 1926, pp. 220-231.
F. P. Giordani, Nel ricordo di E. Lovatelli, «Strenna dei romanisti», vol. XIII,
1952, pp. 167-170.
G. Pasquali , Storia dello spirito tedesco nella memoria d’un contemporaneo,
Firenze, 1953, pp. 120-137.
D. Farini, Diario di fine secolo, Roma 1962, p. 937.
G. Levi Della Vida, Fantasmi ritrovati, Venezia 1966.
Allegra Alacevich, Ersilia Caetani Lovatelli, archeologa bonne vivante alla
scoperta dei misteri di Roma, in “La Civetta”, anno X, n°4, agosto-settembre
2005, p. 2.
AA.VV., Salotti e ruolo femminile in Italia, Padova, 2004.
Links:
Accademia dei Lincei - Biografia - Lovatelli Ersilia - pdf - Archeologia al Femminile
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