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I MAGI DELLA CALDEA

 

a cura di IniziazioneAntica



 

Gli Zoroastriani


La religione zoroastriana non è una religione proselitistica, anzi gli zoroastriani si considerano un popolo legato dal sangue e da un linaggio (tanto che i parsi in India sono ora considerati una casta dagli induisti). Lo zoroastrismo, una religione relativamente piccola quanto al numero di aderenti, ha affascinato filosofi, pensatori, artisti ed esoteristi occidentali, e in Occidente sono nati movimenti neo-zoroastriani come Mazdaznan (in genere, con scarsi contatti con lo zoroastrismo etnico).
In totale gli zoroastriani nel mondo sono oggi circa 125.000. Gli organismi di cooperazione della diaspora parsi e zoroastriana seguono anche le non molte famiglie di correligionari che vivono in Italia (dove operano una Fondazione Zoroastriana e una Zarathustrian Association in Italy a Roma), e sono pure intervenuti presso il governo italiano per tutelare la loro identità e i loro diritti. Platone nel Primo Alcibiade parla di una " Scienza dei Magi, scienza di Zoroastro, figlio di Oromazès...", ma non si tratta di magìà nè di astrologìa , bensì della religione di Zarathustra foneticamente aberrato in greco con Zoroastro. Dai greci fino al 18° secolo si era affermata la credenza che Zarathustra fosse stato un profeta iraniano, filosofo, gnostico, esoterista, artefice di miracoli. Permanenvano leggende che lo dipingevano come mago e astrologo.
In realtà evidenze filologiche ci dicono che Zarathustra fu molto probabilmente un iraniano orientale (oggi Afghanistan) nato in una famiglia di liturgisti di religione indoiranica e probabilmente cresciuto per diventare un sacerdote professionista ( hotar o zaotar ) Nel 1754 lo studioso francese Anquetil Duperron si reca in India dove sopravviveva ( e tutt'ora sopravvive) una comunità zoroastriana.Qui apprende la storia di questa religione e riporta in Europa un manoscritto dell' Avesta, testo sacro fondamentale, il Libro di Zoroastro, con traduzione a fronte dall'originale persiano e abbondanti commenti in sanscrito (la lingua ufficiale dell'India). Nel 1771 pubblica la prima traduzione europea in francese sotto la direzione di sacerdoti zoroastriani, i mobèd.
Nel testo dell'Avesta non sono contenuti nè magìa, nè astrologia, nè esoterismo. La prima analisi filologica rigorosa dell'Avesta risale a Eugène Burnouf (1801-1852) , redatta sulla base delle conoscenze storiche sull'Iran antico .La traduzione dell'Avesta ,testo base per gli studi contemporanei è dovuta a James Darmester (1982).
Gli iraniani erano popoli indoeuropei (Tribù Arie, come si autodefinivano) cioè di quelle tribù che nel 5000-4000 a.C. si sosptavano come pastori e cacciatori nomadi nelle pianure che andavano dal Baltico fino al Caucaso e che verso il 3000-2000 a.C. hanno invaso in tutte le direzioni le aree limitrofe . Mentre Celti, Greci, Latini , Germani e Slavi occupano L'Europa, gli Arii si estendono nell'India del Gange e nell'Iran. Queste tribù nei secoli divenatno popoli con culture proprie fortemente differenziate fino a chiamarsi reciprocamente " barbari" (=termine che in latino equivale a stranieri).
Verso il 1930 lo studioso Georges Dumezil , attraverso la paleolinguistica ricostruisce le antiche parentele di questi popoli. Egli scopre l'unità di fondo dei loro miti religiosi . Il mondo divino e quello umano risultano retti da 3 pincipi:
-produrre ricchezza ( i laici)
-esercitare la forza (i nobili)
- governare il potere del sacro (il clero).

 


La società divina era divisa in due classi ( Forze di Vita e Esseri di Luce) che si spartivano i 3 compiti in armonìa.
In India molto più tardi si ritrovano gli Asura come "rivali degli dèi" ,"forze delle tenebre", "demoni", mentre i Deva sono gli dèi dominanti e benigni. Mentre la maggior parte dei popoli Arii opera una riforma del pantheon simile a quella dell'India, in Iran -per opera del profeta Zarathustra- viene operata una riforma diametralmente opposta: gli Ahura sono gli " dèi dominanti" e i Daeva sono gli "avversari", le "forze del male", i "demoni".
Verso il 1000 a.C. in India i sacerdoti professionisti o Brahmini diventarono una casta sociale dominante e separata portando alla moltiplicazione delle liturgie , dei riti, la loro complessificazione e precisione quasi maniacale. Questa tendenza al ritualismo influenzò anche l'Iran. Gli storici si trovano- nel periodo 650-450 a.C.- di fronte a due religioni che trovano terreno di diffusione nello spirito critico verso il ritualismo braminico ed iranico : il Buddhismo in India e lo Zoroastrismo in Iran. Presso gli Arii iranici i riti religiosi erano sopratutto domestici perciò erano compiuti per la maggior parte da laici. I liturgisti o sacerdoti necessari per le cerimonie pubbliche venivano reclutati per lo più presso le famiglie che conservavano integralmente le tradizioni rituali. In queste famiglie alcuni maschi venivano cresciuti ed educati nella prospettiva di esercitare il sacerdozio pubblico. Con l'influsso brahminico probabilmente anche in Iran si formarono caste sacerdotali. Da una famiglia che conservava la tradizione probabilmente proviene Zarathustra e contro il diffuso ritualismo probabilmente egli intenta una riforma religiosa.

Zarathushtra (chiamato in Occidente Zoroastro, Zarthosht in India e Persia) visse e insegnò, probabilmente, intorno all'anno 1000 a.C., nell'attuale Iran (la datazione tradizionale, c. 1738 a.C., è oggi contestata dalla maggioranza degli studiosi, ma mantenuta dagli zoroastriani). La società in cui viveva era caratterizzata dal predominio di un'aristocrazia militare, e da una religiosità incentrata sul culto di divinità guerriere, sul sacrificio di animali, e su pratiche estatiche come l'ingestione dell'haoma (parola che a quel tempo indica probabilmente una sostanza allucinogena).
Zarathushtra si pone come riformatore religioso. Proclama un monoteismo corredato da un dualismo e condanna il politeismo e il ritualismo della religiosità circostante.
Zarathustra vuole riformare la religione iranica restituendole la sua originalità. L'Iran di Zarathustra è un paese di coltivatori stanziali che mantiene la religione nomadica: Erodoto riferisce che i Greci , quando andavano in Persia, trovavano un paese pacificato con grandi città e bellissimi edifici, campagne coltivate etc. Tutto ciò contrastava con le caratteristiche "barbare" delle loro divinità:
-Mithra il guerriero
-Vayu l'incendiario
-Verethraghna che fa il temporale e la guerra.
Zoroastro riforma la religione"barbara " e la riporta alle tradizioni antiche e inculturandola nel nuovo Iran.
La sua religione è chiamata anche mazdaismo o mazdeismo dal nome dei dio creatore Mazda da lui annunciato. Alcuni distinguono fra zoroastrismo e mazdaismo, ritenendo plausibile l'esistenza di un mazdaismo non zoroastriano; altri studiosi ritengono la presenza di quest'ultimo non documentata e considerano mazdaismo e zoroastrismo sinonimi.
 

La Riforma

L'Ahura supremo dell' Iran viene da lui chiamato Mazda , e tutto ciò che insegna egli dice provenire da Ahura Mazda.Durante una meditazione in una grotta Mazda avrebbe affidato a Zarathustra la missione di riformare la religione. Z. non si pone mai nè come profeta nè come latore di messaggi divini . Predica la sua riforma ma subito si scontra con la casta sacerdotale e con i preti ( Karpan) per quanto riguarda il monoteismo, la signoria unica di Mazda. Viene regolarmente cacciato dalle corti dei re (Kavi)finchè un giorno il principe di Battriana, Vishtaspa, lo fa improgionare. Con miracoli sorprendenti e con la predicazione Z. convince il principe della genuinità ed importanza della sua missione . Il culto nel Regno di V. viene così celebrato secondo la riforma di Zarathustra. Nasce lo Zoroastrismo che diventerà religione di stato : secondo testi del 200 a.C. circa la riforma venne imposta a tutti i regni con la forza.

600-300 a.C.

Non esiste una documentazione archeologica sufficiente per ricostruire una cronistoria della diffusione dello zoroastrismo.Secondo la tradizione sono le generazioni successive al profeta a trasformare profondamente il suo messaggio. Emergono due gruppi sacerdotali :
- uno in una zona più orientale, i sacerdoti dell'Avesta (dal nome di una collezione di scritti sacri, in parte di origine più antica, raccolti tra il IV e il VI secolo d.C.), - uno più occidentale, i Magi.
Attraverso queste caste sacerdotali lo zoroastrismo diventa sincretistico e riassorbe idee precedenti - precisamente quelle contro le quali Zarathushtra avrebbe combattuto reintroducendo i sacrifici e l'uso dell'haoma, nonché il culto di divinità politeistiche che sono «zoroastrizzate». Questi sviluppi coincidono con l'impero achemenide particolarmente nell'epoca che va da Dario I (522-486 a.C.) ad Artaserse (402-359 a.C.) - e hanno anche un significato politico: accogliendo le divinità di vari popoli nel suo alveo, lo zoroastrismo si presenta come controparte religiosa di un impero sovranazionale. Infatti non erano più zoroastriani gli Achemenidi ( Ciro, Dario etc.) . Nel 480 Serse ad Atene sull'Acropoli offre un sacrificio all'Ahura Mazda, ma è quello di Z.?

300 a.C.- 600 d.C.

Influenzato dall'ellenismo sotto i Selgiucidi, lo zoroastrismo è «canonizzato» in una serie di scritture nell'epoca sassanide e acquista un tono nazionalistico, come religione ufficiale dell'impero sassanide nel III secolo d.C.
I sassanidi affermarono che l'autentica dottrina antica di Z. era stata fedelmente custodita dalla tribù dei Magi. Da questa affermazione deriva la credenza che il Mazdeismo o Zoroastrismo sia la "religione dei Magi" ripresa da Platone e dalla Bibbia.
Tuttavia, già in questo periodo, lo zoroastrismo si trova in difficoltà in Iran di fronte all'arrivo di religioni universalistiche. Resiste con successo al manicheismo, ma deve cedere di fronte all'avanzata del cristianesimo. Lo Zoroastrismo residuo era "contaminato" da ebraismo, manicheismo e cristianesimo.

600 d.C.- 900 d.C.

Arriva anche l'Islam nel 651 a dominare l'Iran.Tentativi di rivolta zoroastriana contro il dominio islamico - come quello di Shiraz (979) - falliscono, e portano a una dura repressione. Comincia così, nel X secolo, l'emigrazione degli zoroastriani dell'Iran verso l'India, dove sono chiamati parsi (cioè «persiani»). Il clero, spodestato dai musulmani continuò, tollerato, a conservare le tradizioni. Nasce un Mazdeismo colto chiamato Parsismo.


900 d.C.-oggi

Con l'arrivo dei Mongoli nel 13° secolo il parsismo in Iran viene spazzato via: vanno perduti molti libri dell'Avesta e riprende l'esodo verso l'India dei superstiti. Mentre in Iran la comunità zoroastriana dei ghebri (= infedeli, così chiamati dai musulmani, oggi ridotta a circa trentamila membri) ha sempre condotto un'esistenza difficile , in India i parsi (oggi presenti anche in Pakistan e Sri Lanka) hanno sempre goduto di una certa libertà religiosa, nonché di prosperità economica e influenza sociale (semmai aumentata durante il periodo britannico). Le due comunità hanno anche elaborato dottrine, usi e costumi parzialmente diversi. I parsi dell'India si sono caratterizzati negli ultimi secoli - oltre che per un acceso dibattito fra tradizionalisti e innovatori - per i contatti con altre religioni e con movimenti come la Società Teosofica.
Agli ottantamila parsi del subcontinente indiano si aggiungono oggi le colonie presenti nell'emigrazione, particolarmente numerose e organizzate negli Stati Uniti e in Gran Bretagna.


I Magi


Secondo Erodoto, storico greco del secolo V a. C., i magi (o Maghi) erano una tribù dei Medi. Nel descriverne le caratteristiche, a parte altri aspetti, egli ce li presenta come esperti in astrologia,nell'interpretazione dei sogni e nella magia, che da essi prende nome. A giudicare da tutti gli elementi in nostro possesso, al tempo dell'impero dei Medi (secolo VII a. C.), i magi erano una casta sacerdotale ereditaria sul tipo di quella dei bramini indù. Il nostro termine «magi» è una traslitterazione del greco magos, che a sua volta deriva dal persiano magu, magavan, con il significato di «partecipe dell'alleanza, dei doni sovrumani».
I magi erano sacerdoti incaricati del culto del fuoco, presente in Iran da tempo immemorabile . Il fuoco rappresentava una sorta di concretizzazione, una vampata del dio Sole in terra. Per questo motivo una rete di pire ricopriva l'intero territorio dell'Iran. La loro fiamma splendeva sulla cima delle montagne, nella parte più interna dei santuari nella quale solo il sacerdote poteva accedere tre o cinque volte al giorno, e nel focolare domestico. Nell'accostarsi al fuoco, particolarmente a quello delle montagne e dei santuari, il sacerdote era tenuto a coprirsi la bocca con un panno per evitare di contaminarlo.
La tradizione parsi, fa cominciare la predicazione di Zarathustra 272 anni prima della morte di Alessandro (323 a. Cr.), vale a dire circa il 600 a. C. E' probabile che Zarathustra sia nato e cresciuto tra i Magi, Mago egli stesso. Certo è che nei Magi sopratutto trovò gli oppositori più fieri della sua Riforma e i nemici più accaniti. Ed è naturale. L'idea monoteistica bandiva, insieme con i Daeva (=gli dèi) il culto tradizionale a base di sacrifizi cruenti e di libazioni inebrianti di haoma. Di questo culto i Magi erano i ministri e i rappresentanti. Al ritualismo sacrificale Zarathustra sostituiva la preghiera, l'inno di gloria al Signore e la bontà delle opere. Vien fatto di pensare, per analogia, all'opposizione dei Brahmani contro Buddha. La lotta fu senza dubbio aspra fra i tradizionali su e i riformati. Un'eco ne giunse fino a noi attraverso le Gatha.

Dottrine



Il monoteismo di Zarathushtra annuncia l'esistenza di un dio creatore, Ahura Mazda (chiamato Ohrmazd o Ohrmuzd nei testi Pahlavi), che ha due figli gemelli: uno benevolo, Spenta Mainyu, e uno malvagio, Angra Mainyu (Ahriman nei testi Pahlavi). Nel primo zoroastrismo il monoteismo coesiste così con un dualismo, e la coesistenza non è facile. I continuatori del profeta soprattutto i Magi - privilegeranno il dualismo rispetto al monoteismo, parlando di due principi - benevolo e ostile -: Ahura Mazda e Angra Mainyu (Ohrmazd e Ahriman). Nello stesso periodo, mentre il primo zoroastrismo ammetteva l'esistenza di dèi subordinati ma li considerava con sospetto come potenzialmente malvagi, acquistano invece importanza divinità di diversa origine «zoroastrizzate» come la dea madre Anahita e il dio solare Mithra. Gli Amesha Spentas - che per Zarathushtra erano probabilmente gli attributi della divinità suprema - sono personificati come divinità separate. Rimangono intatte l'idea di una creazione e quella di una «trasfigurazione» finale. Il destino dell'anima individuale passa per una dolorosa separazione dal corpo e un giudizio particolare, il quale può essere superato solo dalle anime dei giusti, che raggiungono la Luce Infinita, mentre i malvagi precipitano nell'Inferno, e coloro le cui azioni buone equivalgono a quelle cattive rimangono in un limbo chiamato hamistagan. Al termine della storia, emerge un nuovo salvatore, secondo una tradizione nato da una vergine impregnata dal seme di Zarathushtra depositato nelle acque del bacino Hamun-i-Hilmad (secondo un'altra versione, i salvatori saranno tre). Questo messia degli ultimi tempi apre la strada a un giudizio universale caratterizzato da torrenti di fuoco, al termine del quale i morti risorgono e la vita sulla Terra è «trasfigurata».


Il Fuoco



Consultando il dizionario etimologico di Manfred Mayrhofer (KEWA I, 21; EWA I, 49) si nota alla parola angirah - nome di una classe di sapienti indiani al cui vertice stava il dio del fuoco Agni - una comparazione con il greco anghelos " "messaggero" e con l'iranico angaros. Il motivo eschileo del "fuoco annunziatore" (angaron pyr) non ci riporta soltanto alla scienza tecnica della comunicazione mediante il fuoco (pyrsetica) in uso nell'impero persiano degli Achemenidi (Mazzarino, 1966, p. 79) ma, più profondamente e in senso traslato, alla tipologia di "annunziatore" e di "messaggero" che il fuoco rappresenta nella cultura iranica. Si può inoltre affermare che il paragone con il sanscrito angirah e il legame di questo termine con il dio del fuoco Agni chiarisce meglio, grazie alla comparazione indo- iranica, la natura "angelica" del fuoco nella religione zoroastriana. Il fuoco ha quindi un ruolo di mediazione tra gli uomini e il mondo divino tale da renderlo di fatto un messaggero e quindi, si potrebbe dire, un "Angelo" sui generis: lo stesso vocabolo con cui viene designato nell'Avesta, ovvero duta, denota infatti il "messaggero": è da notare inoltre che tale vocabolo designa nell'India vedica il dio del fuoco Agni, ambasciatore tra la terra e il cielo e responsabile della comunicazione tra il basso e l'alto che si genera nello scambio sacrificale delle offerte. Nel passo avestico in cui compare (Yasna 34.12) il "messaggero" (duta-) viene identificato da alcuni commentatori (Kellens e Pirart, 1991, pp. 79-80) con il fuoco e con la sua funzione mediatrice; oppure, in una prospettiva di collettività religiosa, con la comunità che si riunisce intorno o di fronte al fuoco (Humbach, 1991, II, p. 87). La preminenza del fuoco all'interno del pensiero religioso zoroastriano è del resto un fatto comprovato non soltanto da una ricca speculazione teologica ma anche dagli osservatori esterni che nelle loro testimonianze hanno lasciato fondamentali conferme di quanto si trova nella letteratura zoroastriana, sia in avestico sia nel pahlavi dei libri, lingua medio- iranica degli scritti più speculativi e dottrinali. Grazie quindi a etnografi ante litteram come Erodoto (I, 131) ci viene data notizia che i Persiani sacrificano sulle cime delle montagne per rendere il culto al fuoco, alla terra, all'acqua, al sole e al vento: un particolare che rivela la sacralità di ogni elemento e la cura devota che ognuno di essi riceve nelle prescrizioni religiose e nelle osservanze che fanno obbligo ai fedeli di non contaminarli. E sicuramente le fonti classiche sono preziose per constatare il rispetto tributato in primis al fuoco e all'acqua, due degli elementi centrali nella pratica rituale zoroastriana, e anche nelle moderne credenze degli zoroastriani dell'India e dell'Iran. Vista la riverenza concessa al fuoco, che è tale da costringere i Magi a indossare dei bavagli per non contaminarlo con il respiro, e la sua forte rilevanza simbolica anche all'interno dell'ideologia regale iranica - che prevedeva per l'intronizzazione di ogni sovrano l'accensione di un fuoco personale - non vi è da stupirsi se agli occhi di osservatori stranieri il fuoco potesse denotare gli stessi zoroastriani per antonomasia: tale è quanto appare dalle fonti cinesi che per designare la religione zoroastriana usavano appunto il termine "fuoco" (hsien). Questa breve disamina storica sulle fonti esterne ci permette di comprendere la centralità del fuoco e la sua vicinanza al dio supremo Ahura Mazda, al punto tale che è chiamato "simile a te" e anche "figlio": i poteri elargiti da questa icona vivente e crepitante di Ahura Mazda riguardano molteplici benefici di energia vitale, di calore e di luce che ha il potere di istruire (Yasna 34.4) e che concede un potere di visione duplice, benefico per i giusti e malefico per gli empi, in una prospettiva dualistica che è una costante della cultura zoroastriana e che si riflette in una sorta di partita doppia di azioni che vengono giudicate buone o cattive secondo l'appartenenza del fedele ad Ahura Mazda o all'Avversario Ahriman. Il fuoco concede quindi doni e 'soddisfazioni' al pari del pensiero (mainyu-) di Ahura Mazda e anzi vi è un'identità tra il fuoco e il pensiero (Yasna 36.3) che lo avvicina a una dimensione noetica e meditativa e ne fa una sorta di frammento di energia celeste che può essere contemplata al pari di quel cielo luminoso di cui è detto "noi ti riconosciamo, o Ahura Mazda, per la forma più bella tra le forme: questo cielo luminoso" (Yasna 36.6). Una tale dimensione mentale e meditativa del fuoco chiarisce anche il suo ruolo mediatore in alcune speculazioni teologiche e sacrificali su di esso e la sua importanza come supporto di particolari tecniche di concentrazione (Gnoli, 1980, p. 192) non dissimili, probabilmente, da alcune pratiche meditative indiane dello yoga che portavano l'asceta a concentrarsi sui carboni ardenti, per realizzare una serie di acquisizioni psico-animiche sull'essenza della combustione (M.Eliade, 1975, p. 84). Si capisce bene come le qualità trasfiguranti, e di illuminazione intellettiva, potessero fare del fuoco un supporto meditativo in grado di generare particolari esperienze di allucinazione cosciente, motivata dall'esigenza di realizzare una visione fuori dall'ordinario, favorita dalla concretezza di un elemento partecipe della natura divina e in grado di essere messaggero di molteplici doni spirituali che potevano fluire nella comunicazione tra dei e uomini innescata dalla pratica rituale; e da determinate tecniche di estasi che, per usare una felice espressione di Kuiper, dovevano fare parte di un "Aryan mysticism" indo- iranico fondato su una simbolica della luce e su una dottrina della vista interiore (Piras, 1998).

Gli Angeli



Gli esseri spirituali creati da Ahura Mazda:
- Amesha Spentas,
- Yazatas,
- Fravashis.
Ogni zoroastriano sceglie un angelo come suo protettore (angelo custode) e per tutta la vita lo prega devotamente secondo un rigoroso calendario religioso.(cf. Sad Dar, capitolo 26).

Amesha Spentas (Phl. Amahraspandan) ("Arcangeli") Letteralmente, "Immortali Beneficenti ", gli esseri spirituali più elevati creati da Ahura Mazda. Essi manifestano l'energia di Dio e mantengono in ordine la creazione. Si dice che volino come uccelli e sono rappresentati da un disco alato a volte con una figura antropomorfa sovraimpressa. I loro nomi sono:
Vohu Mano (Phl. Vohuman): lett. Buon Pensiero. Presiede al bestiame.
Asha Vahishta (Phl. Ardwahisht): lett. Supremo Asha, o Miglior Giustizia, l' Arcangelo che Presiede all' Asha e al fuoco.
Khshathra Vairya (Phl. Shahrewar): lett. 'Dominio delle scelte', l' Arcangelo che Presiede ai metalli.
Spenta Armaiti (Phl. Spandarmad): lett. 'Santa devozione', l' Arcangelo che Presiede alla terra.
Haurvatat (Phl. Hordad):lett. 'Perfezione o Salvezza'. che Presiede alle acque.
Ameretat (Phl. Amurdad): lett. 'Immortalità', l'Arcangelo che Presiede alla Terra.

Fravashis (Phl. Farohars) ("Angeli custodi")o Arda Fravash ("Santi angeli guardiani "). Ogni persona è accompagnata da un angelo custode (Y26.4, 55.1), che funziona da guida per tutta la vita. Ahura Mazda ordinò a Zarathushtra di invocarli in caso di pericolo (Yt13.19-20).Se non fosse per il loro aiuto nè uomini nè animali avrebbero potuto esistere, a causa della strega Druj che li avrebbe distrutti tutti.(Yt13.12-13). Gli angeli custodi sono anche una esistenza ideale che l'anima deve emulare e con cui diventa una cosa sola dopo la morte.(Y16.7, 26.7, 26.11, 71.23, Yt22.39) ( Dhalla, History of Zoroastrianism, pg 232-243, 375-378)

Yazatas (Phl. Yazads) ("Angeli"):
Sasanian ,angelo e cuore (8th ce. C.E.) Lett. " Gli adorabili ', esseri spirituale creati e meritevoli di essere onorati e pregati. Come gli Amesha Spenta personificano ideali, virtù o essere creati. Gli Yazatas aiutano continuamente le persone e le proteggono dal male.(cf. Dk3, ch. 66). I loro nomi : Aban- Ahurani- Airyaman-Akhshti- Anaghra Raocha (Phl. Anagran)(Var. Aneran)- Apam Napat- aka Ahura Berezant (Phl. Burz Yazad)- Aredvi Sura Anahita- Arshtat (Phl. Ashtad)- Ashi Vanghuhi (Phl. Ard)(Var: 'Ashishwangh, Arshishwang') - Asman- Atar (Phl. Adar)- figlio di Ahura Mazda' nell' Avesta. (Var: Pah. 'atash, atesh, adur', Av. 'Atar') - Chisti (o Chista)-etcc..

Altri esseri spirtuali sono i Thwasha, Personificazione dello spazio infinito ,gli Zrvan Akarana, Personificazione del tempo sconfinato.

LO SPIRITO SANTO (Yasna 47)
Più corto degli altri (solo sei strofe), questo poema è interamente dedicato alla lode dello Spirito Santo (Spenta Manyu), il cui nome appare, in maniera incantatoria, all'inizio di ogni strofa.E l'occasione per il Profeta di evocare il Buon Ordine delle cose, malauguratamente "sciupato" dall'intervento dei malvagi ma che verrà restaurato dal Signore al la fine dei tempi.

1
In quanto Spirito Santo, per un'Eccellente Pensiero
e una azione e una parola conformi alla Giustizia,
il Saggio Signore ci darà,tramite l'imperio e la Devozione,
Salvezza e Immortalità.

2
II sovrano bene di questo Spirito Santissimo,
lo compia, il Saggio,
lui che è padre della giustizia,
secondo le parole pronunciate
dalla lingua del Buon Pensiero,
secondo l'azione compiuta
dalle mani della Devozione,

3
Sei tu il padre santo di questo Spirito,
il quale, o Saggio,
ha creato per noi il bue,
fonte di prosperità,
ed ha creato, dandoci la pace,
per l'allevamento di questo bue,
la Devozione,
se essa consulta il Buon Pensiero.

4
Da questo Spirito Santo,
i malvagi si tengano alla lontana, o Saggio!
Non è così per i giusti.
Che si sia padroni
di poco o di molto,
bisogna essere buoni per il giusto,
cattivi per il malvagio.

5
In quanto Spirito Santo, Saggio Signore,
tu hai promesso al giusto il supremo bene.
Il malvagio vi avrà forse parte
senza il tuo gradimento,
lui che appartiene, con i suoi atti,
al Cattivo Pensiero?

6
O Saggio Signore,
nelle vesti di questo Spirito Santo,
tu compirai con il fuoco,
con l'aiuto della Devozione e della Giustizia,
la ripartizione del bene
fra i due partiti.
Questa, di certo, inciterà alla scelta
le numerose persone che la desiderano.

 

Il Simbolo



Il simbolo riprende l'altare-fuoco degli Achemenidi di 2500 anni fa. E' costituito da fiamme che escono da un vaso con 3 rigonfiamenti. Le fiamme sono 6 e rappresentano i 6 principi vitali, i 6 arcangeli :
- Buon Pensiero (Vohu Manah),
- Miglior Giustizia(Asha Vahishta), Supremo Asha
- Dominio delle scelte (Khshathra Vairya),
- Serenità Crescente o Santa devozione (Spentâ Aramaiti),
- Pienezza, Perfezione , Salvezza(Haurvatât),
- Immortalità (Ameretât)

Il fuoco
- nasce dalla Divina Ispirazione (Seraosha)
- irraggia Luce Calore ed Energia (Atar)
Da un triplo basamento di Buon Pensiero (Humata), Buona Parola (Hûkhta), e Buone Azioni (Hvarshta ali su e i riformati.



I Riti


I sacrifici sono riti in cui gli uomini si spoglisno dei loro tesori per offrirli agli dèi perchè vengano consacrati. Nell'antichità i tesori erano essenzialmente agricoli. La forma più semplice di sacrificio era il latte appena munto al mattino ed ogni capofamiglia era tenuto a farlo. I testi antichi dell'India così come gli Avesta descrivono minuziosamente i riti sacrificali nei quali assumeva grande importanza il fuoco. Il latte munto veniva versato nel focolare, così come nei sacrifi più complessi le carni animali venivano cotte con il fuoco per la parte riservata ai fedeli, o bruciate completamente (olocausto) per la parte riservata agli dèi. Anche le offerete di cereali venivano passate nel fuoco.
Presso le tribù Arie in genere il fuoco era considerato uno spirito che aveva una funzione mediatrice tra uomini e dèi: bruciando le offerte esse diventavano commestibili per i suoi pari (gli dèi) . Gli dèi rispondevano agli offerenti con larghe benedizioni. Il Fuoco è lo Spirito che porta in Cielo le preghiere degli uomini, avvicina alla Luce le loro offerte bruciandole, porta gli dèi a banchettare con gli uomini nel rito del sacrificio e poi li riconduce in Cielo. Nell'Induismo era il "cocchiere degli dèi" e solo per suo tramite si poteva accedere alla sfera del Sacro. Il fuoco era stato scelto da Zarathustra come un altare.
Il fuoco è il simbolo centrale della religione zoroastriana (per questo a torto accusata, nella polemica musulmana, di «adorare» il fuoco), e ha un ruolo cruciale nella vita spirituale e liturgica.
Gli Arii indoiranici consumavano ritualmente una bevanda o " pozione magica" chiamata in sanscrito soma ed in iranico haoma. Questo succo veniva estratto da una pianta per spremitura delle fibre, poi veniva filtrato e unito ad acqua, latte e miele (simboli di fecondità , di sacro, di abbondanza di benedizioni, di sapore spirituale). La bevanda veniva in parte bevuta ed in parte-per gli dèi- passata per il Fuoco. Chi era ammesso a berne era ammesso a sperimentare il paradiso. Secondo i testi antichi la pianta aveva un gambo ed un cappello ma non foglie nè fiori e si trovava sui monti. Facile ipotizzare che si trattasse di un fungo allucinogeno. La liturgia zoroastriana di oggi ha recuperato anche l' haoma, che è un succo estratto durante un'apposita cerimonia da una pianta di ephedra. Il sacrificio dell'haoma di fronte al fuoco (yasna) è la principale cerimonia zoroastriana.

La cerimonia del Ringraziamento

Jashan è la cerimonia di ringraziamento che assicura il benessere del corpo e dello spirito. I 7 generosi immortali , cielo,acqua,terra,piante,bestiame,uomini e fuoco sono rappresentati dagli utensili.Frutta, vino latte ed acqua rappresentano piante, uomini, bestiame ed acqua. I boccioli di fiore rappresentano la generosità degli Immortali. Gli utensili di metallo rappresentano il Cielo. Il legno di sandalo che brucia rappresenta Dio, la fonte della Luce e della Vita . Il legno viene offerto insieme all'incenso al fuoco dal sacerdote per mezzo di un cucchiaio piatto.


Le religioni arie comportavano la somministrazione ai fedeli di segni sacri con efficacia salvifica dal male, Questi riti erano essenzialmente domestici :
-alla nascita il padre sussurrava il "nome segreto" nell'orecchio del nato.
-tra i 7 ed i 12 anni avveniva una iniziazione alla vita pubblica con la rivelazione del nome.
-alla morte il capofamiglia passava il cadavere del morto per il fuoco.
Le cerimonie funerarie avevano lo scopo di liberare l'anima dal corpo - in cui, dopo la morte, si annidano temibili demoni - e di prepararla al viaggio verso la sfera celeste, che comincia quattro giorni dopo il decesso.
Le «torri del silenzio» (dakhma), su cui sono esposti i cadaveri affinché gli uccelli li divorino, costituiscono una delle caratteristiche più note del mondo parsi in India, particolarmente a Bombay.
Vi sono perciò riti di iniziazione, matrimonio, purificazione rituale, confessione dei peccati, e numerose feste secondo un complesso calendario che è oggetto di discussioni e dispute nelle comunità zoroastriane e parsi (di cui oggi si trova l'eco anche su Internet).
L'accentuazione della responsabilità personale è il caposaldo dello Zoroastrismo. Vi sono due forze che si oppongono: Ahura Mazda, il creatore della vita e della divinità coadiuvato da spiriti buoni e da angeli chiamati ahura, e il malvagio Angra Mainyu coadiuvato da spiriti demoniaci chiamati deva. Il destino di una persona dipende dalla scelta fatta al loro riguardo. Dopo la morte l'anima è condotta da daena (la coscienza raffigurata come una fanciulla) al ponte di Chinvat, il ponte del giudizio. Coloro per Ì quali prevalgono le buone azioni sono condotti in paradiso; quelli che hanno più cattive azioni cadono nella Casa della Menzogna, il posto del tormento. I cadaveri sono considerati la manifestazione della massima potenza di Angra Mainyu, così che non possono essere seppelliti. Nè possono essere bruciati, dato che sono creazioni comunque positive. Sono perciò esposti agli avvoltoi su una torre costruita appositamente, Daxma, spesso conosciuta come "la torre del silenzio". L'insegnamento di Zarathustra è essenzialmente ottimista, dal momento che non è diffìcile conoscere il bene. Di Zarathustra si dice che fu l'unico bambino che alla nascita, invece di piangere, abbia riso.

Il Mag - Trance Attiva

www.avesta.org  -  www.zarathushtra.com  - www.zoroastrianism.com



 

 

 

Gli Yazidi

 

Gli Yazidi o Yezidi (curdo: Êzidî) sono curdi praticanti una religione mediorientale, nota come yazidismo, avente origini molto antiche. Gli yazidi (circa 500.000 persone secondo alcune stime) vivono soprattutto nei dintorni della città di Mosul, in Iraq. Vi sono poi piccole comunità sparse per Siria, Turchia, Iran, Georgia e Armenia, a cui si aggiungono alcuni rifugiati in Europa.

Storia Nella regione corrispondente all'attuale Iraq, gli yazidi, che pur possono vantare una storia di 4.000 anni, furono perseguitati per secoli dai musulmani, che li accusavano di adorare il diavolo. Durante il regime di Saddam usayn, gli yazidi vennero classificati come "arabi", in modo tale da falsare gli equilibri etnici nella regione. Con la caduta di Saddam nel 2003, i curdi richiedono che gli yazidi siano riconosciuti come facenti parte del popolo curdo a tutti gli effetti. Le stime sul numero di yazidi nel mondo variano tra i 100.000 e gli 800.000. Quest'ultima stima è riportata sul sito ufficiale website; stando alla stessa fonte, i rifugiati in Germania sarebbero 30.000. Feleknas Uca, membro tedesco del Parlamento Europeo è stato l'unico parlamentare di origine yazidi sino al 2005 (anno in cui si sono tenute le prime elezioni libere in Iraq).

Religione Gli yazidi adorano il dio Malek Taus, un angelo dalle sembianze di un pavone caduto in disgrazia. Il culto di Malek Taus sembra contenere elementi propri di mitraismo, mazdeismo, manicheismo, Islam, Cristianesimo e Giudaismo. Con tutta probabilità, esso deriverebbe dall'antico culto pre-islamico proprio del popolo curdo. Intorno al 1162, Shaykh Adi Muafa riformò la religione (ciò fa pensare dunque che il culto originario fosse in qualche misura diverso dall'attuale). I vari clan possono inoltre presentare alcune differenze nell'interpretazione dei testi sacri. Gli yazidi chiamano loro stessi Dasin. Secondo un'errata etimologia popolare, il termine "yazidi" deriverebbe dal nome del califfo omayyade Yazid I (680-683); più probabilmente, esso proviene dal medio-persiano (lingua pahlavi) yazd, cioè "angelo", forse in riferimento a Malek Taus. Gli yazidi credono in un dio primordiale, la cui azione fu però limitata alla creazione dell'universo. Entità divine attive sono invece Malek Taus e Shaykh Adi. Malek Taus sarebbe un angelo dalle sembianze di un pavone (Malek vuol dire appunto "angelo" e Taus significa "pavone") che, dopo essere decaduto, si pentì e decise di ricreare il mondo che era stato distrutto. Riempì perciò alcune giare con le sue lacrime e se ne servì per estinguere il fuoco dell'Inferno. Alcuni clan venerano come un santo Shaykh Adi, considerato una sorta di servo di Malek Taus. Altre 6 divinità minori sono talvolta onorate. Le sacre scritture dello yazidismo sono il Libro della Rivelazione e il Libro Nero. Quest'ultimo contiene alcuni precetti quali il divieto di mangiare lattuga o fagioli bianchi e il divieto di vestirsi di blu scuro. Gli yazidi sono piuttosto diffidenti verso le persone di altro credo: per esempio, la preghiera (da effettuare due volte al giorno sempre in direzione del sole) non può essere recitata in presenza di persone estranee al culto di Malek Taus. Il mercoledì è il giorno sacro, sebbene sia il sabato ad essere considerato giorno di riposo. A dicembre vi è poi una festività di tre giorni. Il rituale principale è il pellegrinaggio annuale, della durata di sei giorni, verso la tomba di Shaykh Adi a Lalish (a nord di Mossul). Durante la celebrazione, i fedeli si immergono nelle acque di un fiume, lavano le statue raffiguranti Malek Taus e accendono centinaia di lampade sulle tombe di Shaykh Adi e degli altri santi. Nel corso della cerimonia viene anche sacrificato un bue, ragione per cui lo yazidismo è talvolta associato al mitraismo. La società yazidi presenta una struttura gerarchica che vede ai vertici un capo secolare, detto Amir, e un capo religioso, detto Shaykh.

Usi e Costumi Gli yazidi sono per lo più monogami, anche se, in alcuni rari casi, ai capi è concesso avere più di una moglie. I bambini vengono battezzati alla nascita; la circoncisione è una pratica diffusa ma non obbligatoria. Subito dopo la morte i defunti sono deposti con le mani giunte in tombe di forma conica. Gli yazidi, ritenendosi gli unici veri discendenti di Adamo, non accettano né i matrimoni interreligiosi (neppure con i curdi di religione musulmana) né le conversioni. La pena più grave per un fedele è l'espulsione dalla comunità, poiché l'espulso va incontro alla perdita dell'anima, anche se purtroppo non mancano veri e propri casi di violenza fisica portata alle estreme conseguenze (il 5 maggio 2007 il quotidiano La Repubblica riporta il caso di una ragazza yazidi uccisa mediante lapidazione perché colpevole di frequentare un ragazzo musulmano). Quale figura di demiurgo, Malek Taus è spesso ritenuto dai musulmani uno shayan, cioè un "diavolo" che devìa i veri credenti. Nell'Islam, infatti, si ritiene che Iblis o Shayan corrompa l'uomo, portandolo ad affiancare altre divinità ad Allah, che secondo la religione musulmana è l'unico vero dio. Proprio a causa di tale interpretazione, gli yazidi sono stati spesso perseguitati con l'accusa di adorare il diavolo.

 

 

Yazidi Black Book - Yazidi

 

 

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