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Ricerche di IniziazioneAntica

 

"Antonio Marino, nacque a Napoli nel settecento, ove ultimò i suoi studi ecclesiastici presso il seminario vescovile, divenendo abate Agostiniano di S. Giovanni a Carbonara. Fu una figura di grande rilievo nel panorama iniziatico ottocentesco delle Due Sicilie. Visse ed operò nella capitale del Regno, entrando ben presto in contatto con gli ambienti Massonici partenopei, affiliandosi nel 1772 alla Loggia giacobina “I Figli della Libertà”, della quale era Maestro Venerabile il Fratello Mario Pagano (1748-1799), noto giureconsulto e uomo politico napoletano. Don Antonio Marino, divenne ben presto negli ambienti esoterici, un riferimento Iniziatico per via dei suoi approfonditi studi Tradizionali ed Alchemici. Creò un profondo sodalizio Iniziatico con il Principe Vincenzo di Sangro (1743-1790), il quale fu continuatore dell’Opera di suo padre Raimondo di Sangro Principe di San Severo (1710-1771), celebre Alchimista e Mago, già Gran Maestro della Massoneria Napoletana e creatore della “Scala di Napoli”. Con il precipitoso crollo della “Repubblica Partenopea”, Don Antonio Marino, essendone stato uno dei più ferventi sostenitori fu costretto a fuggire repentinamente da Napoli, ove poté farne ritorno solamente alcuni anni a venire e precisamente nel 1806, al seguito delle truppe napoleoniche di Giuseppe Bonaparte. Nel 1814 Don Antonio Marino, aderì alla Massoneria Tradizionale di Rito Egizio, che discendeva direttamente dalla cerchia interna della Loggia creata nel secolo precedente da Don Raimondo di Sangro, "Rosa d'Ordine Magno" (derivante dall'anagramma dello stesso nome del Principe), ove il San Severo opererò con il sistema detto degli "Alti Gradi", creando un ristretto Cenacolo elitario, dal quale vedrà la luce il Rito Egizio Tradizionale, che con estremo riserbo, riuscirà a mantenersi in vita ininterrottamente fino ai nostri giorni. [1] Coinvolto politicamente nei moti liberali del 1820-21, l’ecclesiastico Massone, dovette nuovamente abbandonare la capitale delle Due Sicilie, all’indomani della restaurazione borbonica, stabilendosi dapprima in Spagna a Barcellona, e da lì, nel 1823, in un primo tempo a Marsiglia e successivamente a Parigi, ove grazie all’amicizia che lo legava all’abbé Frère-Colonna (1786- 1858), profondo studioso del pensiero gioachinita e swedenborghiano, entrò a far parte del corpo insegnanti del piccolo seminario di Saint-Nicolas du Chardonnet di cui il Frère-Colonna ne era direttore. A Saiht-Nicolas, il Marino avviò agli studi occulti un giovane seminarista, Alphonse Louis Constant (1810-1875), destinato negli anni a venire ad acquisire notorietà imperitura nell’orbe iniziatico col “nom de plume” di Eliphas Levi. [2] Approfittando dell’amnistia per i reati politici concessa nel 1831 da Ferdinando II di Borbone, Don Antonio Marino rientrò a Napoli lo stesso anno. In ossequio alla sua profonda formazione umanistica, gli venne affidata la mansione di bibliotecario del convento di San Vincenzo Ferreri. A tale innocua attività, l’eclettico monaco affiancò ben presto quella assai più rischiosa del cospiratore, divenendo in breve tempo il capo occulto di una vasta congiura antiborbonica. È all’incirca in questo periodo che il giovane Barone Nicola Joseph Spedalieri (1812-1887), nipote del famoso teologo e filosofo Nicola Spedalieri (1740-1795), incontrò Don Antonio Marino, che nel mentre era divenuto uno dei Maestri Segreti e futuro Vertice della più importante Corrente Iniziatica di Rito Egizio (Scala di Napoli), grazie alla quale poté essere ammesso in un circolo Martinista attivo a Napoli in stretto contatto, a quanto pare, con una società occultistica di Avignone, dedita a studi sul magnetismo.[3] Nel corso degli anni Eliphas Levi, mantenne con il suo Maestro ed Iniziatore Don Antonio Marino, intensi rapporti epistolari ed occultistici creando con lui un Cenacolo Napolitano, che raccoglieva le meilleur del Martinismo, della Massoneria Egizia e del pensiero esoterico delle Due Sicilie. [4] Dopo il periodo di Studi Partenopei e la frequentazione del Cenacolo della “Scala di Napoli”, Eliphas Levi ritorno in Francia, ove pubblicò il suo studio più importante, Dogme et Rituel de la Haute Magie (Parigi 1855-56), un'opera dedicata all'analisi delle più diverse branche dell'esoterismo antico e moderno, che egli definì "scienze occulte". Nel corso degli anni a seguire con il suo Maestro ed Iniziatore Don Antonio Marino, continuò a mantenne rapporti epistolari ed occultistici vivificando il Cenacolo Napolitano.

 

Note
1) Domenico Vittorio Ripa Montesano, Raimondo di Sangro Principe di San Severo primo Gran Maestro del Rito Egizio Tradizionale" . Ed. Riservata Napoli 2011
2) P. CHACORNAC, Éliphas Levi, rénovateur de l’occultisme en France, Parigi, 1926, p. 206
3) Historia dell'Ordine R+C Egizio - Osirideo di Misraim - Memphis - Scala di Napoli dal 1745 al 1995, a cura di Michele Di Iorio (dattiloscritto inedito)
4) Gaetano Lo Monaco, L’Ordine Osirideo Egizio e la trasmissione pitagorica, Bassano del Grappa, 1999.
 

 
Riferimenti
http://omeganexusonline.net/rcmo/martinistorders.htm
Memphis-Misraim
CESNUR - "il Martinismo in Italia"
 

 

 

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