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Salvatore Mergé 1899-1965
ricerca a cura del dott. Luigi Braco
"Dopo aver seguito il Maestro Kremmerz fino alla sua dipartita, avvenuta nel maggio del 1930, Salvatore Mergè alias Elis Eliah dopo qualche anno, accettò l’incarico d’interprete presso l’ambasciata italiana a Tokio. Conobbe in quel periodo il Fondatore dell’Aikido, Morihei Ueshiba, con il quale instaurò un profondo rapporto e del quale divenne, primo fra i pochi Occidentali che ebbero questo privilegio, discepolo; al suo rientro in Italia alla fine del 1944, riprese subito i contatti con il suo intimo amico e Fr+. Giovanni Bonabitacola, e gli stette accanto fino alla morte avvenuta nel 1945.
Appunti di Salvatore Mergé
Inoltre fu il primo a portare e ad insegnare in Italia l’Aikido insieme ad altre arti marziali, nel quale aveva conseguito un alto grado, nella sua terra di origine. Ancora oggi, in suo onore e ricordo, un corso di Aikido in una palestra romana porta il suo nome. Nel periodo trascorso in Giappone si arricchì di conoscenze esoteriche, frequentando iniziati orientali con i quali interagì, dando e ricevendo ermetismo sapienziale. Fortificò il corpo, oltre che lo spirito, conseguendo anche un grado elevato nello Judo. Approfondì inoltre le sue conoscenze con lo studio del Buddismo, dello Shintoismo e dello Yoga. Dopo l’otto settembre 1943 egli venne internato in un campo di concentramento ma, anche in quella tremenda prova riuscì a mantenersi attivo nel lavoro e portare con se i rituali trascritti su una piccola agendina ancora oggi consultata ed utilizzata nella Schola. In quel difficile periodo inizia la sua opera "L’arte di divenire simili agli Dei" nella quale condensa il proprio sapere ermetico e sapienziale. L’opera, edita dalle Edizioni Mediterranee nella collana Manuali Hermes, ha visto la luce grazie al paziente lavoro di ricerca e trascrizione effettuato dal nipote.
Intorno al 1950 fonda la sua schola e nello stesso periodo, è insegnante di
lingua giapponese all’Ismeo, a palazzo Brancaccio, e come pittore, in tempi
successivi, affresca una grande pala posta sull’abside dell’altare centrale
nella chiesa dei Missionari Oblati dell’Immacolata sulla via Tuscolana.
Coloro che lo hanno frequentato e conosciuto, come Placido Procesi che fu un suo allievo, ne riferiscono sia l’elevato profilo spirituale che le notevoli doti terapeutiche. Il 21 Marzo del 1964, un anno circa prima di spegnersi, affida il discepolato della sua schola e la continuazione degli insegnamenti ricevuti al proprio nipote e discepolo Renato de Angelis." - Fonte -
Tomba Mergé - Cimitero di Frascati - Frascati - Provincia di Roma - Lazio, Italy
Un'Ulteriore Testimonianza
"In un articolo apparso sulla rivista dell'Aikikai
d'Italia "Aikido" n.32 dello scomparso Stefano Serpieri, pioniere dell'Aikido in
Italia, leggiamo come avvenne l'incontro tra Salvatore Mergé e il Fondatore
dell'Aikido:
(…)L'insegnante di lingua giapponese per il mio corso era il prof. Salvatore
Mergé ed era l'anno 1957. La cosa che mi colpì più di tutte al primo incontro
fu, che sebbene il prof. Mergé fosse italiano, aveva l'aspetto di un giapponese,
per i suoi modi di fare, per la maniera di sorridere e principalmente per quegli
occhialini che portava e che davano al suo viso un non so che di orientale.
Infatti, il prof. Mergé, studioso insigne di lingua, letteratura, storia e
costume del Giappone, aveva soggiornato per lungo tempo in quel Paese durante la
seconda guerra mondiale, quale addetto all'ambasciata italiana a Tokyo e quella
permanenza sul suolo nipponico l'aveva, forse, un poco trasformato avendo egli
assimilato molto degli usi e della cultura giapponese. Fu attraverso i racconti
e gli aneddoti che il prof. Mergé ci narrava durante le lezioni di giapponese
che ebbi modo di sapere del Maestro Morihei Ueshiba e dell'arte da lui creata:
l'Aikido. Ecco come raccontò il suo incontro con il Maestro Ueshiba.
Aveva sentito molto parlare delle gesta del Maestro e di questa nuova arte
marziale da lui creata l'Aikido, ma non aveva mai avuta l'occasione di vedere
alcun suo "embukai" (dimostrazione al pubblico). Incuriosito dai racconti che si
facevano di questo maestro e della notorietà che si era creata attorno a lui,
decise di andare nel suo dojo per conoscerlo ed, eventualmente, essere ammesso
ad un corso di Aikido. La casa del Maestro Ueshiba e il dojo ad essa annesso era
fuori Tokyo e per arrivarci dall'ambasciata italiana, dove il prof. Mergé
lavorava, ci voleva oltre un'ora di viaggio in treno. Un giorno, prima di andare
al lavoro, si recò presso l'abitazione del maestro, qualificandosi come cultore
della tradizione giapponese e dicendo che avrebbe avuto piacere conoscere O
Sensei. Fu fatto attendere sull'atrio della casa, ma gli fu risposto di
ritornare perché il maestro era occupato. Tentò ancora altre volte ma la
risposta fu sempre identica.
Finalmente, dopo alcuni tentativi andati a vuoto, fu fatto entrare in casa per
ricevere la risposta alla sua richiesta d'incontro con il Maestro Ueshiba. Fu
fatto accomodare in una stanza dove c'era un signore anziano che stava leggendo
un libro e che non sollevò minimamente il capo quando lui entrò. Dopo un po' di
tempo che lui aspettava, la persona che leggeva si alzò e, senza proferire
parola, uscì dalla stanza. Dopo qualche minuto venne la moglie del Maestro
Ueshiba e gli riferì che il maestro si scusava e gli chiedeva se poteva
ritornare un altro giorno. Questa situazione si svolse ancora altre volte, con
grande sacrificio del prof. Mergé, che doveva affrontare il viaggio fino alla
casa del Maestro Ueshiba e poi andare al lavoro presso l'ambasciata italiana di
Tokio. Quando arrivò il giorno in cui potè parlare con il maestro lo riconobbe
nella persona che non gli aveva mai rivolto la parola mentre attendeva nella
stanza della casa di O Sensei. Fu accettato come allievo, e l'evento fu
abbastanza straordinario, poiché il Maestro Ueshiba durante il periodo della
guerra non aveva voluto nessun nuovo studente per i corsi di Aikido, figurarsi
uno straniero!
All'inizio ebbe l'incarico di pulire il dojo prima degli allenamenti mattutini,
e il prof. Mergé svolse questo compito con grande scrupolo e sacrificio. Mentre
era intento a pulire il dojo, il Maestro Ueshiba si portava furtivamente alle
sue spalle e lo colpiva con il bokken. Dopo le prime volte che fu colto alla
sprovvista, il prof. Mergé, mentre si applicava alle pulizie del dojo, era molto
attento che non apparisse alle sue spalle il Maestro Ueshiba. Infatti, dopo le
prime volte che fu sorpreso alle spalle da O sensei, in seguito s'accorse sempre
della presenza del Maestro dietro di lui. Questo, anche se oggi appare come una
stravaganza, fu invece un grande insegnamento che il Maestro Ueshiba diede al
prof. Mergè. Gli aveva fatto comprendere che anche se una persona è intenta a
fare una qualsiasi cosa deve essere sempre presente a se stesso e vigile di
quanto accade attorno a lui. In questa maniera gli aveva insegnato a "sentire"
gli attacchi anche da dietro.
Un altro aneddoto che il prof. Mergè raccontò del Maestro Ueshiba, fu che in
allenamenti particolari per la padronanza del Ki, provava gli allievi facendoli
andare ad avvicinare cani particolarmente rabbiosi o cavalli abbastanza
imbizzarriti. Gli allievi mantenendo la loro serenità ed utilizzando il loro Ki
dovevano tranquillizzare gli animali e divenirne amici. Tutti questi racconti
sul Maestro Ueshiba avevano destato in me più che una semplice curiosità.
Intravedevo nell'Aikido il cammino che avrei dovuto percorrere per iniziare una
via di conoscenza interiore, e nel Maestro Ueshiba la guida spirituale che
cercavo. Di tutto questo ne parlai con il prof. Mergé che mi ascoltò con
attenzione e curiosità, ma l'unica cosa che ottenni da lui fu che una sera venne
nella palestra di judo che allora frequentavo e mi fece vedere, anzi più che
vedere spiegò, alcune tecniche di Aikido parlando di unione di ki ed altre cose
che in quel momento non capii.
Un giorno tutti noi studenti dei corsi di lingua giapponese fummo invitati
presso l'ambasciata del Giappone per una conferenza sulla cultura di quel Paese.
In quell'occasione il prof. Mergé mi presentò una ragazza giapponese che si
trovava in Italia per studiare arte, anzi scultura, presso il laboratorio di
Pericle Fazzini. Nella presentazione che fece disse che anche la ragazza
studiava Aikido, e mi presentò a lei come uno studente di lingua giapponese
molto interessato a quest'arte marziale. La ragazza si chiamava Haru Onoda."
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Fonte -
Bibliografia e Opere Pittoriche
"L’Arte di Divenire Simili agli Dei", Edizioni Mediterranee, collana Manuali Hermes. "Nel Bosco Iabu Naka" di Akutagawa Ryūnosuke, traduzione a cura di Mergè, Salvatore, Milano: All'insegna del pesce d'oro, 1958.
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Articolo di Mergé sulla Demonologia Giapponese - Fonte -
Alcune Opere realizzate da Mergé - Fonte -
Il Caso caso Strunsky-Mergé
La decisione resa il 1 giugno 1955 dalla
Commissione di conciliazione italo-americana nel caso Strunsky-Mergé, avente ad
oggetto l’interpretazione dell’art.83 del Trattato di pace del 10 febbraio 1947
fra l’Italia e le potenze alleate. L’organo arbitrale, nella decisione
richiamata, si trova di fronte ad un caso classico di doppia cittadinanza, in
quanto la signora Florence Strunsky Mergé possiede sia la cittadinanza
statunitense, acquistata per nascita, sia quella italiana, acquistata per
matrimonio. La Commissione ha ritenuto che la circostanza che un individuo abbia
la cittadinanza di due Stati non paralizza, secondo il diritto internazionale
generale, l’esercizio della protezione diplomatica da parte di uno Stato nei
confronti dell’altro ogni qualvolta possa dirsi che la cittadinanza dello Stato
reclamante costituisce la cittadinanza effettiva, considerato un principio
generale di diritto alla stessa stregua di quello della sovranità degli Stati.
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