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Una ricerca a cura del dott. Braco Luigi
Vincenzo Verginelli é Nato a Corato in
provincia di Bari il 27 maggio 1903, a sedici anni lasciò il liceo e partì per
Trieste dove recò a
Gabriele D'Annunzio un assegno dei pugliesi a sostegno dell'impresa di
Fiume. D'Annunzio lo chiamò "Vinci" come buon auspicio in seguito alla sua
partecipazione alla presa della città.
Nel 1921 conobbe il pastore valdese Girolamo Moggia grazie al quale aderì
all'ermetismo.
Nel 1929 conobbe in Francia Giuliano
Kremmerz, il maggiore pensatore ermetico del tempo, che lo portò a
rinforzare la sua fede nell'ermetismo.
Laureatosi nel 1925 in Lettere Classiche a Firenze con una tesi in Storia
dell'Arte ottenne grazie al filosofo
Giovanni Gentile una collaborazione onorifica con l'Enciclopedia Treccani
per il periodo 1926-36 per numerose voci di carattere artistico. Nel 1929
divenne docente di italiano e latino a Napoli, dove ebbe come allieva Elena
Croce, figlia di Benedetto Croce. Fu così ammesso a casa Croce divenendo
discepolo di
Benedetto Croce. Nel 1938 iniziò l'insegnamento al liceo Virgilio di Roma
dove rimase fino al suo pensionamento nel 1970.
A Roma conobbe Nino Rota, che si era trasferito da Milano in questa città. Tra i
due sorse col tempo un'amicizia più che fraterna per la condivisione degli
stessi ideali ermetici, per essere entrambi celibi e per la loro eccellente
intesa letterario-musicale. Perciò nel 1986, un anno prima di morire, scrivendo
di entrambi, dirà: “A Roma […] stavamo sempre insieme. Libri e musica. Musica e
libri”. Fu così che nacque la loro perfetta collaborazione artistica, che si
interruppe purtroppo prematuramente nel 1979 con la morte del musicista.
Perché si possa inquadrare meglio la figura di Verginelli potrebbe bastare
citare lui stesso, che nella parte finale del testamento del 16 novembre 1987,
scrive: “Nella vita conta sempre fare il bene e amare […]. Nella vita conta
proporsi di divenire migliori e far divenire migliori possibilmente quelli che
ci sono vicini per concorrere al miglioramento dell'intera società umana.
Virtute e conoscenza ellenica e dantesca. Questo è stato il mio ideale di vita
da ragazzo e a questo fui ispirato da provvidenziali incontri; a questo ideale
ho cercato, con umiltà ma con dignità e costanza, di essere fedele”. Vincenzo
Verginelli si spense il 6 Dicembre del 1987 - Luogo di sepoltura: Roma (RM) -
Cimitero del Verano.
L'approccio all'ermetismo, inteso come ricerca della Conoscenza del Sé secondo i dettami di Ermete Trismegisto, risale in Vinci all'epoca dell'incontro con il valdese Girolamo Moggia sul treno Barletta-Bari nel 1921 e alla traduzione della “Chymica Vannus”. Nel 1924 Verginelli entra a far parte dell' “Accademia Pitagora di Studi Ermetici” a Bari, patrocinata dalla “Schola Philosophica Hermetica Classica Italica” (S.P.H.C.I.) fondata dal Maestro Giuliano M. Kremmerz, al secolo Ciro Formisano. La “Schola” assunse la chiara configurazione di una congregazione finalizzata alla terapeutica, così che, per iniziativa del suo fondatore, si denominò, nell'operatività ermetica, “Fratellanza Terapeutico-Magica di Miriam”. A Roma, Verginelli subentrò nella conduzione del “Circolo Virgiliano”, ispirato alla stessa Fratellanza. Esperto conoscitore di quegli antichi testi alchemico-ermetici, catalogati nei decenni a lui precedenti da Caillet, Lenglet du Fresnoy, Manget, Ferguson, Duveen, Thorndike e altri, dopo la dipartita di Nino Rota, che aveva massimamente contribuito a collezionarli, Verginelli decise di comporne un catalogo “alquanto ragionato”, che fosse cioè una guida descrittiva e critica all'interpretazione dei testi per il “candido lettore” e “curioso ricercatore” . Degli oltre 450 volumi in suo possesso fece donazione alla Biblioteca dell'Accademia Nazionale dei Lincei a Roma nel 1985, quand'era presidente il professor Giuseppe Montalenti, affinché fossero di facile consultazione.
Fronte e retro di una cartolina inviata da Verginelli a Nino Rota, un messaggio criptato?
Produzioni Letterarie
Traduzione italiana del trattatello alchemico di Daniel Stolcius von Stolcenberg intitolato Viridarium Chymicum, Bruno Nardini editore, Firenze, 1983
Un sentito ringraziamento allo studioso Francesco Cascarano per le foto di Vinci Verginelli, e a Marco Granato per l'inedita cartolina.
Giovanni "Nino" Rota Rinaldi, Milano, 3 dicembre 1911 - Roma, 10
aprile 1979, è stato un compositore italiano, tra i più influenti e prolifici
della storia del cinema.
La formazione musicale di Nino Rota è stata molto precoce: entrato al
Conservatorio Giuseppe Verdi di Milano nel 1923, è stato allievo di Paolo
Delachi e Giulio Bas. Nel 1922 compone L'infanzia di San Giovanni Battista
scritto a quasi undici anni ed eseguito nello stesso anno a Milano e l'anno
successivo a Turcoing, in Francia; in occasione della esecuzione francese,
chiamato alla ribalta dal pubblico entusiasta ne diresse la replica del finale.
Nel 1926 Rota scrive Il Principe Porcaro, un'operina per ragazzi ispirata ad una
fiaba di Hans Christian Andersen. Tre quarti d'ora di una musica che,
considerata l'età del compositore, è giudicata dai critici già matura, senza
sbavature, intensa e al tempo stesso ironica. Successivamente Nino Rota studia
privatamente con Alfredo Casella a Roma, conseguendo il diploma in composizione
musicale al Conservatorio di Santa Cecilia nel 1930.
Nel 1930 si reca negli Stati Uniti, e vi rimane due anni, per alcuni corsi di
perfezionamento vincendo una borsa di studio a Filadelfia. Torna in patria per
laurearsi in lettere all'Università degli studi di Milano con una tesi dedicata
al compositore Gioseffo Zarlino.
Nel 1933 esegue il suo primo accompagnamento musicale del film Treno popolare di
Raffaello Matarazzo. Film veloce e giovanile, fu girato da un cast di ventenni
tutto in esterni, con pochi mezzi e con grande realismo e allegria; la sua
musica sottolinea con gaia spensieratezza il carattere gioviale e divertente del
film. Per l'occasione compose anche una simpatica canzonetta Treno popolare che
divenne il leitmotiv centrale del film. Il rapporto di collaborazione e amicizia
con Matarazzo continuò anche per altri film nel 1942 e 1943.
Nel 1937 insegna teoria e solfeggio al Conservatorio Giovanni Paisiello di
Taranto, mentre due anni dopo passa al Conservatorio Niccolò Piccinni di Bari,
dove insegna armonia e composizione; di quest'ultimo istituto diventa direttore
nel 1950.
Dopo aver realizzato l'accompagnamento musicale per il film Zazà di Renato
Castellani nel 1944, incontra, successivamente,
Federico Fellini impegnato a produrre Lo sceicco bianco per Luigi Rovere. Da
allora tra i due artisti si instaura un'amicizia lunga trent'anni e una
collaborazione per numerosi film. Compone le musiche anche per due capolavori di
Luchino
Visconti, Rocco e i suoi fratelli (1960) e Il Gattopardo (1963). Nel 1968
compone le musiche per il film Romeo e Giulietta, diretto da
Franco
Zeffirelli, Nastro d'argento nel 1969 alla migliore colonna sonora. Nel 1972
ebbe grande successo la colonna sonora del film Il Padrino, che tuttavia non
ottenne la candidatura all'Oscar in quanto non si trattava di musiche originali
(il Maestro aveva riutilizzato temi da lui composti anni prima, come il tema
principale Parla più piano, rielaborazione con ritmo più lento della musica per
il film Fortunella di Eduardo de Filippo. Rota vincerà comunque l'ambito
riconoscimento due anni più tardi per le musiche originali del film Il Padrino -
Parte II. Nel 1977 vince il David di Donatello per il miglior musicista per il
film Il Casanova di Federico Fellini.
Nino Rota con Riccardo Bacchelli e Bruno Maderna nel 1963
Dall'inizio della sua carriera come compositore di colonne sonore non smette di
comporre musica per orchestra, da camera e vocale, oltre a numerose opere
liriche (la più celebre delle quali è probabilmente "Il cappello di paglia di
Firenze") e si permette anche qualche incursione nel mondo della televisione: ad
esempio le musiche per lo sceneggiato Il giornalino di Gian Burrasca (ha
composto su testo di Lina Wertmuller la canzone Viva la pappa col pomodoro,
cantata da Rita Pavone).
Per la musica sacra sono particolarmente importanti le cantate Mysterium, la
Vita di Maria e Roma Capomunni, i cui testi sono stati selezionati da Vincenzo
Verginelli, con cui condivideva gli ideali dell'ermetismo.
Rota muore poco dopo la fine delle registrazioni della sua ultima colonna sonora
per Fellini, Prova d'orchestra.
Per i funerali di Fellini, Giulietta Masina chiese al trombettista Mauro di
suonare il tema Improvviso dell'Angelo di Nino Rota nella Basilica di S. Maria
degli Angeli e dei Martiri a Roma.
Pur essendo conosciuto soprattutto per il suo lavoro nel mondo del cinema, Nino
Rota ha composto anche per il teatro ed il balletto con notevole riscontro
internazionale.
A lui è dedicato, sia a Monopoli, il Conservatorio Nino Rota, in origine nato su
iniziativa dello stesso compositore come sezione staccata di quello barese, e
oggi sede autonoma, sia l'auditorium del Conservatorio Niccolò Piccinni di Bari.
Approfondimenti su Nino Rota:
Wikipedia
- Dossier Nino Rota
Il Legame tra Nino Rota e L'Ermetismo
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