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ricerche a cura del dott. Luigi Braco
Biografia
Domenico Bocchini (foto formato grande), alias Geronta Sebezio, alias Nicodemo Occhiboni, 1775-1840.
Finito il Liceo Classico si trasferì a Napoli dove si iscrisse alla facoltà di Giurisprudenza. Grazie alle sue qualità si distinse subito, e gli studi ermetici lo portarono a conoscere insigni personaggi del suo tempo, nel 1795 aderì alla loggia di rito scozzese “I Figli della Libertà”, e si impegnò politicamente per i giacobini.
Dopo la laurea tornò a Salerno dove pochi anni dopo iniziò la professione forense. Ma poco dopo decise di aderire alla rivoluzione partenopea a favore della repubblica, ma le truppe borboniche ebbero la meglio e così dovette peregrinare in giro per l’Italia, fino a quando decise di arruolarsi per l’esercito francese.
Durante la sua permanenza nelle fila francesi si distinse per coraggio e capacità, e per tale motivo riuscì a fare carriera, ma la storia volle che il regime Borbonico fosse restaurato e così il Bocchini dovette fare ritorno a Salerno riprendendo la professione di avvocato, era il 1822. Nel 1831 si trasferì a Napoli nel quartiere Vicaria e San Lorenzo, in via Sant’Agostino alla Zecca n°12, dedicandosi all’avvocatura e alla stesura della sua opera: il periodico “Geronta Sebezio”, egli prese l’appellativo di Nicodemo Occhiboni, ovvero l’anagramma del suo nome, ma era anche conosciuto come il “vecchio del Sebeto”.
In questo periodo conobbe Filippo Lebano, padre di Giustiniano, col quale si creò un ottimo rapporto di amicizia, ma la sorte volle che delle disgrazie si abbattessero sul nostro personaggio, difatti il suo amico Filippo morì, e poco dopo sua moglie e sua figlia morirono per problemi di parto.
Nel 1834 i ricevette la visita di Sir Edward Bulwer Lytton, guidandolo alla scoperta di Napoli e della sua tradizione esoterica, in molti ambienti si ritiene che egli fosse stato il suo iniziatore.
Nel Geronta Sebeto il maestro Domenico Bocchini gettò le basi per l’ermetismo che sarebbe poi stato seguito da Giustiniano Lebano, e con le dovute variazioni da Kremmerz. E’ con lui che fu ripreso l’insegnamento di Della Porta per la rilettura dei classici, difatti attraverso il metodo ‘Palladio’: analizzando la radice e la desinenza delle parole - o le singole sillabe - nell’ottica ermetica in cui furono scritte, e poi ascendendo dal senso letterale, a quello allegorico fino all’ermetico, era possibile ritrovare chiavi di lettura perse.
Ma a parere di chi scrive sebbene il metodo sia incontestabile, bisogna comunque stare attenti a non forzare le interpretazioni dei libri antichi, e ciò lo si può evitare solo se non si estrapola arbitrariamente la parola dal contesto in cui è inserita, tenendo conto della frase precedente e di quella successiva, nonché rammentando sia l’argomento, sia il momento storico a cui l’intero testo si riferisce; va poi sottolineato che deve esserci una corrispondenza analogica tra i quattro sensi d’interpretazione che non devono mai trovarsi in contrasto tra di loro: esempio. - Iscrizione Funeraria -
Reportage fotografico relativo all'abitazione napoletana del Domenico Bocchini
Opere
-"La
Cyrno-Cacogenia" - Canto di D. Bocchini, pastore arcade florimontano - Napoli
1815, nella stamperia del Giornale delle Due Sicilie - p.22
-"IL Congresso delle Ombre" - Canto estemporaneo di D. Bocchini, pastore arcade
florimontano - Napoli 1815 S.n.- p. 15.
-"Gli Arcani Gentileschi Svelati" del D. Bocchini, avvocato presso il Foro
Napoletano, - Programma - Napoli 1834, dai Torchi del Tramater - XV.
-"Carme Apotheosio" del D. Bocchini, Geronta Sebezio, in occasione de'funerali di S.M. Cristina di Sardegna regina di Napoli - Napoli 1836, Tramater. - Elogio al Domenico Bocchini -
-"Carme Apotheosio" del D. Bocchini, Geronta Sebezio, in occasione della
immatura morte di Francesco Petrunti - Napoli 1839, all`ins. dell`ancora.
-"Il Geronta Sebezio" Giornale settimanale - Napoli, dai Torchi del Tramater dal
29 agosto 1835 al 1837, poi dal 16 aprile 1836 "Gli Arcani Gentileschi."
I PDF e Links relativi a "Il Geronta Sebezio" : Geronta Sebezio - Nave Arcana di Enea - Giornale "Geronta Sebezio" - Articolo sul Geronta Sebezio - Non v'è saputello che ignora il Trattato - La Voce della Verità
-"La Sapienza Nuova" o "La Sapienza Arcana", ossia
"il Mistero delle Sirene svelato", 1822.
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-"Il Tauro-thusio-timorio, ossia Il Sacrifizio di un Torello sull'ara della
Vindice Dea", del Domenico Bocchini.
-"Tempio di Temi Lucana sull' Irno Capitolo di Domenico Bocchini' fra gli arcadi
Elasgo Comenio"; di pag. 8 autografato con dotte note.
Il Romolo di Plutarco 1837-1838
Nota Bene: molte opere posso essere
trovate presso la Biblioteca Nazionale di Napoli, altre presso l'Archivio
Storico di Napoli, e poi presso l'Accademia di Scienze di Torino, una copia
completa del "Geronta Sebezio" circola presso le librerie esoteriche
specializzate.
I Manoscritti
- Primo Manoscritto -
Il video e le foto testimoniano il ritrovamento da parte del dott. Luigi Braco del manoscritto intitolato "Memoria Paleloga dell'avvocato Domenico Bocchini sulla Partenope Sirena, contenuta nel vasto seno delle catacombe di Napoli" del 1827. Per i dettagli sul contenuto si rimanda al libro "Arcana Partenope" di Luigi Braco.
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- Secondo Manoscritto -
Il secondo manoscritto si intitola "Breve Storia Filosofica delle Sette del Regno di Napoli", le foto vengono dall'archivio del dott. Luigi Braco, i contenuti provengono da "Archivio storico per le province Napoletane" - Trascrizione Integrale (PDF)
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Domenico Bocchini nel Teatro
Pasquale Altavilla e il Geronta Sebezio
Pasquale Altavilla (Napoli, 6 dicembre 1806 – Napoli, 2 agosto 1875) è stato
un attore teatrale e drammaturgo italiano, dotato di grande versatilità
artistica in quanto si cimentò anche con buoni esiti nelle attività di mimo,
ballerino, musicista e paroliere. Fu attivo a Napoli, la sua città, e fu
definito da Salvatore Di Giacomo come «l'ultimo signore della scena popolare
partenopea».
Altavilla recitò a lungo, dal 1834 al Teatro San Carlino, impersonando principalmente personaggi dal "carattere sciocco" e suscitando oltretutto le invidie del più noto Antonio Petito (il più celebre dei Pulcinella napoletani) e dal quale fu spesso osteggiato. Nel 1864 passò a lavorare in altri teatri napoletani come il Sebeto, la Fenice e il Nuovo e diventò uno degli autori drammatici e di commedie più rinomati dell'epoca arrivando a scrivere almeno una sessantina di commedie (alcune fonti parlano di centodieci) in lingua napoletana, quasi tutte ispirate a fatti di vita quotidiana, con effetti comici e di spontaneità che fecero molta presa sul pubblico. Zi' Pascale, così come era chiamato amichevolmente da Eduardo Scarpetta si spense nella sua città, all'età di 69 anni dopo una rovinosa caduta dalle scale.
Altavilla fu amico di Domenico Bocchini, gli dedicò una commedia intitolata "Li Fanatece pe lo Geronta Sebezio", probabilmente fu anche un suo allievo visto che in quest'opera si parla apertamente delle Urbi Arcane. L'Altavilla mise in scena la detta commedia (vedi foto) e invitò il suo amico alla prima, durante la quale fu fatto il ritratto che si vede in alto a questa pagina.
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PDF - Presentazione della Commedia
La commedia "Li fanatece pe lo Geronta Sebezio"
Eduardo De Filippo e il Geronta Sebezio
"Il Contratto" è una commedia in tre atti scritta e interpretata da Eduardo De Filippo nel 1967 inserita dallo stesso autore nel gruppo di opere che ha chiamato Cantata dei giorni dispari. Il personaggio principale della commedia è Geronta Sebezio che nel nome sembra alludere al significato di vecchio (geronto) saggio del Sebeto, un fiume della Campania dove si trovarono tracce delle prime popolazioni partenopee. Geronta, un uomo alto, magro, di 55 anni, è il nobile discendente, così almeno dice lui, di una ricca aristocratica famiglia proprietaria di un castello del XIII secolo e di terre che si estendono da Mondragone sino al fiume Sebeto. Geronta richiama nella sua storia quella de Il sindaco del rione Sanità. Anche lui da giovane ha ricevuto un'ingiustizia dai suoi fratelli che lo hanno fatto interdire ed espropriare di tutte le proprietà ricevute dall'eredità paterna poiché egli per generosità e amore del prossimo, donava a chiunque ne avesse bisogno il suo denaro. Ridotto a vivere in una piccola proprietà di campagna Geronta ha continuato a donare agli altri il suo amore per l'umanità.
Egli infatti, senza nessuno scopo di guadagno personale, così dice il contratto che fa firmare ai richiedenti, richiama in vita chi durante la sua esistenza ha amato i suoi familiari e parenti. Lo testimoniano gli ingrandimenti delle foto con dedica dei resuscitati che sono accatastati nello stanzone dove Geronta riceve gli aspiranti alla resurrezione. La fama di Geronta nasce da un episodio particolare: il suo amico Isidoro, un orfano allevato dalla sua famiglia, per lui come un fratello, muore improvvisamente, almeno così sembra e così credono coloro che hanno assistito al fatto. Il medico sta stilando il certificato di morte quando giunge Geronta che, addolorato e spinto dal suo grande amore, dinanzi alla "salma" del suo fraterno amico esclama: «Che stai facendo? Qui sta il fratello tuo, Geronta Sebezio! Tu non sei morto! Alzati!». E Isidoro, novello Lazzaro, si alza dal suo letto di morte. Geronta sostiene che è stato il suo grande e disinteressato amore, unito a quello degli amici presenti, che ha fatto rivivere Isidoro e quindi ha deciso di mettersi al servizio di coloro che, amando senza limiti i loro parenti defunti, si affidano a lui che, convogliando il loro amore verso il morto, lo farà resuscitare.
Nel contratto così è scritto: niente è dovuto a Geronta che assicura la resurrezione se l'aspirante alla nuova vita (che deve essere ricco, ma questo non è riportato nel contratto), s'impegna ad amare in vita tutti i suoi parenti, dai più vicini ai più lontani, anche quelli che gli sono stati odiosi e nemici; egli dovrà assisterli ed aiutarli chiamandoli presso di sé. Inoltre egli dovrà lasciare un testamento dove è previsto che tutte le sue proprietà, nessuna esclusa, dovranno essere equamente divise tra la sua famiglia e i suoi parenti. L'aspirante alla resurrezione così continuerà ad essere amato anche dopo la morte e si formerà allora quella catena d'amore che, come per Isidoro, che era amato da tutti, ha permesso il suo richiamo in vita. Geronta sa bene che Isidoro in realtà era stato colpito da una morte apparente e che quanto promette il contratto, per la malvagità e l'avidità degli uomini, non accadrà mai.
Alcuni Documenti
Il Secolo XX: rivista popolare illustrata Accademia Francese su Domenico Bocchini Memorie Storiche, Camillo Minieri Riccio Nilo Arcano, scritto da Elysius L'Epigrafe Sibillina di San Domenico Maggiore, di IniziazioneAntica Domenico Bocchini, Nomina come Magistrato Un ulteriore riferimento in:
Domenico Bocchini cita come uno dei suoi maestri il letterato Onofrio Gargiulli, in particolare il suo poemetto sulle sirene, si rimanda ad "Arcana Partenope" del dott. Braco per il testo ma soprattutto per il suo significato iniziatico.
Bibliografia - Revue encyclopedique - Analyse Raisonee des Productions les plus Remarquables dans les scienties,les arts industriels,la litterature et les beaux-arts - Tomo XXXIX. Paris Juillet 1828
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