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Francesco Maria Santinelli

 

ricerche a cura del dott. Braco Luigi



Di nobile famiglia, ebbe fama di scrittore e intellettuale di spicco negli ambienti accademici tra Venezia e Pesaro, dove fondò l'Accademia de' Disinvolti. Entrato nelle grazie della regina Cristina di Svezia, in occasione della sua venuta nello Stato Pontificio la accolse nel 1655 a Senigallia dedicandole dei versi poetici, insieme a suo fratello Ludovico, acrobata e danzatore.
Francesco Maria Santinelli, alias fra' Marcantonio Crassellame Chinese, venne così introdotto nel circolo ermetico-alchemico della regina, in cui gravitavano anche Giuseppe Francesco Borri, Massimiliano Savelli, l'astronomo Cassini e padre Athanasius Kircher. In seguito tuttavia, per il coinvolgimento in uno scandalo riguardante l'assassinio del nobile italiano Gian Rinaldo Monaldeschi a Fontainebleau, del quale fu accusato il fratello Ludovico, Francesco Maria Santinelli sarebbe stato allontanato dalla corte svedese, sebbene fosse estraneo alla vicenda trovandosi a Roma in viaggio d'affari.
Ad ogni modo, pur non perdendo mai la stima della regina Cristina, Santinelli trovò accoglienza e protezione anche presso la corte asburgica d'Austria di Eleonora e Leopoldo, dove riparò quando nel 1659 fu costretto all'esilio da papa Alessandro VII.
Tornato in Italia dopo nove anni, si stabilì a Venezia con la moglie Anna Maria Caterina Aldobrandini, vedova del duca di Ceri, che aveva sposato di nascosto tramite procura. Qui ebbe modo di conoscere l'alchimista Federico Gualdi, e di entrare in contatto col suo circolo ermetico, prima di tornare definitivamente a Roma nel 1677.
Dedito all'alchimia e ad interessi ermetico-esoterici, Santinelli sarà accostato alla figura enigmatica del suo contemporaneo Federico Gualdi in un testo di Sebastiano Casizzi del 1690, Critica della Morte, dove per la mirabile «scienza sovrumana» lì esposta gli viene attribuita la paternità del trattato alchemico Androgenes Hermeticus. La concezione alchemica di Santinelli prende le mosse dalla tradizione rosacrociana che riconduce gli elementi della realtà a un unico principio originario, al Sole dei filosofi le cui caratteristiche ignee si ritrovano ovunque, non in senso volgarmente materiale, ma analogico.

 

L’Ode Alchemica del Crasellame - Approfondimento


Tra i testi italiani più largamente citati e tradotti figura senz’altro questa canzone, pubblicata con un commentario anonimo col titolo seguente: Lux Obnubilata suapte natura refulgens, vera de lapide Philosophico theorica, metro italico descripta et ab autore Innominato commenti gratia ampliata Venetiis 1666. L’opera venne, in un primo momento attribuita ad Otto Tachenius, alchimista tedesco autore di un Hippocrates Chymicus stampato a Venezia nello stesso anno della Lux, ma l’ottimo stile italiano della Lux ha, già da tempo, fatta ritenere errata tale attribuzione. Quasi tutti gli studiosi sono d’accordo nell’attribuire canzone e commentario a due autori diversi, in relazione allo stile assai differente che caratterizzerebbe la prosa latina del commentario rispetto a quella poetica ed italiana della canzone. Viceversa, la canzone, abbandonata l’attribuzione ad Otto Tachenius, è ormai unanimemente attribuita del Marchese Francesco Maria Santinelli, nobile pesarese ed appassionato alchimista intimo della regina Cristina di Svezia. Questa, in Italia a più riprese a partire dal 1655, è in quell’anno accolta proprio a Pesaro nella magione dei Santinelli. E’ dunque all’ambito intellettuale in cui si muoveranno in quegli anni figure come il Borri, il Palombara, Athanasius Kircher, che il Santinelli fa riferimento. L’attribuzione della Lux, si è chiarita sulla base di varie citazioni contenute nel Proteo Metallico di Fulvio Gherli (1721), in cui la canzone è in più passi chiaramente attribuita al Santinelli. Studi successivi hanno confermato l’attribuzione. Il Santinelli fu ingegno fecondo e multiforme, ed insieme a figure come il Borri ed il Palombara, sarà parte importante della corte alchemica della regina Cristina, divisa, in quegli anni, tra il fervore della conversione al cattolicesimo e gli interessi alchemici ed ermetici. Studi recenti di A. M. Partini, hanno gettato nuova luce sugli scritti alchemici del Santinelli, e sulla vasta produzione poetica a sfondo ermetico che caratterizzo l’autore, che pure ebbe fama di versatissimo astrologo e di acuto teologo e filosofo. Sulla base di questi studi, la Partini arriva ad ipotizzare, contrariamente ad altri studiosi, che anche il commento della Lux sia della mano del nobile pesarese. Del Santinelli alchimista rimangono ancora oggi, oltre ai componimenti poetici, anche alcuni discorsi accademici conservati a Pesaro. Che i contemporanei avessero notizia degli interessi del Santinelli è comprovato anche dalla citazione di un testo di una qualche notorietà, che tratta di un misterioso alchimista, tal Federico Gualdi, del quale non si sa praticamente nulla, contemporaneo del Santinelli ed operante nella Venezia della seconda metà del ‘600. Ne La Critica della morte overo l’apologia della Vita e le ricette dell’Arte che accrescono i Languori della Natura (Parma 1704) troviamo infatti un Racconto intorno ai successi del Signor Federico Gualdi che cita espressamente il Santinelli come autore dell’Androgenes Hermeticus, opera il cui splendore dottrinario, per l’anonimo autore del Racconto, è tale da far supporre ad alcuno che la scienza infusa nelle pagine dell’opera fosse di provenienza del Gualdi. Eppure, citiamo direttamente dal Racconto , "….non si deve però né anche togliere la gloria di essa al Signor Marchese, li cui Sonetti ammirabili in questo proposito danno splendore alle stampe e fanno ben supporre che anche l’Androgenes possa esser suo." Per quanto riguarda la storia del testo, dopo l’edizione italiana del 1666, troviamo una edizione francese (La Lumière sortant par soi meme des Tenebres, ou veritable theorie de la Pierre des Philosophes Paris 1687, ristampata nel 1692) in seguito inclusa nella Bibliotheque des Philosophes Chimiques nel 1741. Una versione tedesca verrà data alle stampe nel 1772. La sola ode, priva del commento ed in lingua originale venne inclusa nell’Etoile Flamboyante ou la societé des Francs-maçons, consideré sous tous les aspects del barone Tschudy, a lungo in Italia in contatto col De Sangro, opera che conoscerà varie ristampe e duratura diffusione. In Italia abbiamo varie edizioni moderne: la prima, di fine ottocento, nella rivista Lux, ed in seguito nel Commentarium (Dicembre 1911) diretto da Giuliano Kremmerz, a cura di Pietro Bornia. In seguito, con diversa attenzione filologica, l’ode sarà pubblicata nel 1925 con commento di A. Reghini in Ignis. Sull’Alchemy Web Site è reperibile, oltre alla presente trascrizione dell’originale italiano, la versione francese, spagnola ed inglese dell’ode nelle relative sezioni. In inglese è disponibile anche la  versione dell’Etoile Flamboyante dello Tschudy. 
fonte: articolo di un certo Massimo Marra

 

Opere Principali


"Le Donne Gverriere del Signore Conte Francesco Maria Santinelli. Dedicate all'Eminentissimo Principe il Signore Cardinale Rocci", 1647.
"Canzoni del conte Francesco Maria Santinelli. Dedicate alla sacra real maestà di Cristina regina gloriosissima di Svetia", 1655.
"Carlo V", 1659, dedicato all'imperatore Leopoldo I del Sacro Romano Impero a Vienna.

Il poema alchemico "Lux obnubilata suapte natura refulgens", pubblicato nel 1666 con lo pseudonimo di Fra Marc'Antonio Crassellame Chinese. Vedasi anche la seguente versione moderna con commento.
"L'Armida, nemica, amante, e sposa", dramma musicale", 1669.
"Prose del marchese Francesco Maria Santinelli cameriero maggiore di Cristina Alessandra regina di Suetia. Libro primo", In Macerata : per li Grisei, 1659.

"Androgenes Hermeticus in duobus opusculis selectissimis nempe 1. Minera philosophorum breuis libellus incogniti auctoris ... 2. Radius ab umbra siue restrictus theoricus de vera lapidis philosophorum tinctura", Lugduni, apud Ioannem de Treuis", 1680.
"Delle poesie del marchese Francesco Maria Santinelli ...: Prima parte. Consacrata alla sacra cesarea maestà dell'imperatrice Leonora", 1669.
"Delle odi del marchese Santinelli conte della Metola, e marchese di San Sebastiano, &c. cameriero delle chiaue d'oro di sua maestà cesarea: prima parte", 1671.
"L'Alessandro overo il trionfo di se stesso. Opera regia", 1673.
"L'antro, ouero l'inganno amoroso drama pastorale per musica del marchese Santinelli, consacrato all'ill.mo Lorenzo Honofrio Colonna", In Venetia, per il Brigonci, 1686.

 

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