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una ricerca a cura del dott. Luigi Braco
Ramon Llull,
italianizzato in Raimondo Lullo, Palma di Maiorca, 1232 - Maiorca 29 giugno
1316, è stato uno scrittore, teologo, logico, astrologo, mistico e missionario
catalano, tra i più celebri dell'Europa del tempo.
Una fonte importante per avere notizie sulla vita di Ramon Llull è la Vida de
mestre Ramon, conosciuta anche come "Vita coetanea". Si tratta di una "quasi-biografia"
apertamente propagandistica, dettata nel 1311 dallo stesso Llull a un monaco
della Certosa parigina di Vauvert per preparare l'arrivo dello stesso Llull al
concilio ecumenico che si sarebbe dovuto celebrare a Vienne, nel Delfinato.
I suoi genitori provenivano da ricche famiglie catalane e si erano stabiliti
sull'isola di Maiorca appena conquistata (nel 1229) dal conte-re Giacomo I. Il
giovane Raimondo, nato nel 1232 o 1233 venne educato per amministrare il
patrimonio famigliare e per assumere responsabilità militari e cortigiane nella
cerchia dell'infante Giacomo, che sarebbe poi diventato re di Maiorca nel 1276.
Nel 1257, a venticinque anni, Ramon sposa Bianca Picany, dalla quale ha due
figli: Domenico e Maddalena. Nel 1262, tuttavia, avviene una svolta nella sua
vita; nella "Vita coetanea" Llull narra la propria conversione: ha cinque
visioni di Cristo crocifisso, e alla quinta si convince, benché peccatore, di
aver ricevuto la chiamata da Dio a scrivere il migliore libro del mondo per la
conversione degli infedeli e ottenere questo risultato anche pagando il prezzo
del martirio.
Decide di dedicarsi ad una vita di penitenza e di predicazione, al fine di
convertire al cristianesimo i musulmani e gli ebrei, i quali, già credendo
nell'esistenza di un essere del quale non si può pensare altro di maggiore, come
già insegnava
Anselmo
d'Aosta, devono necessariamente essere cristiani. Vende tutti i suoi beni,
lasciandone una parte alla moglie e ai figli, e consacra la propria esistenza
alla penitenza.
Da questo momento della conversione, Llull scrive tantissimo: abbiamo 260 sue
opere, delle quali 194 in latino, 19 in catalano e 47 in duplice stesura,
catalana e latina.
Acquista dunque uno schiavo arabo che gli insegni l'arabo, lingua utile alla
conversione dei musulmani. La sua prima opera è una traduzione in versi di un
manuale di logica in arabo, la Lògica d’Algatzell, che costituisce una sezione
del Tahāfut al-Falāsifa di al-Ghazali. La sua prima grande opera originale, il
Llibre de contemplació en Déu, viene redatta prima in arabo e poi in catalano.
I pilastri della sua produzione scritta sono i quattro libri, monumentali, che
presentano la sua "arte": Ars compendiosa inveniendi veritatem e Art
demostrativa, Ars generalis e Art breu.
Per Llull,
l'"arte" è un metodo di ragionamento e di catalogazione del sapere, un vero e
proprio "metodo dei metodi" che, grazie all'uso di diagrammi, lettere
dell’alfabeto e formule mnemoniche, si offre come strumento per distinguere il
vero dal falso, per garantire un approccio esaustivo ad ogni campo del sapere e
per comunicare in modo efficace ottenendo i risultati prefissati.
Dopo un pellegrinaggio a
Santiago de Compostela e un periodo tra Maiorca e Montpellier, città di cui
era signore il re di Maiorca, si dedica allo studio della filosofia, teologia, e
medicina; molto probabilmente ebbe modo di leggere opere di
Aristotele,
Agostino d'Ippona, Anselmo d'Aosta,
Riccardo di San Vittore, ma anche di filosofi arabi.
A Maiorca, nel 1276, fonda il collegio di Miramar, nella zona di Deià, per
preparare i futuri missionari mediante lo studio delle lingue e dalla sua
"arte".
Comincia ora la sua carriera di missionario laico, percorrendo mezza Europa e
specialmente le coste del Mediterraneo, sollecitando aiuti dai regnanti e dai
papi ed esponendo la sua "arte" nelle piazze e nelle università, in particolare
a Parigi, dove ottiene il titolo di maestro di Arti, ma non di dottore in
teologia. Vi scrisse vari libri e disputò contro gli
averroisti
latini. Durante i suoi viaggi, cura la copia, la traduzione e la diffusione
dei suoi libri, incontra signori cristiani e musulmani, sempre dedito alla sua
missione, el fet de Ramon: convertire – grazie a ragionamenti in grado di
imporsi da sé – musulmani ed ebrei.
Dopo aver soggiornato per breve tempo a Maiorca nel 1300, dove continua a
scrivere e a disputare contro arabi ed ebrei, riprende i suoi viaggi che lo
portano a Cipro, in Armenia, a Rodi, Malta, Napoli, Genova, Montpellier, Parigi,
nell'Africa settentrionale. Qui viene incarcerato; rilasciato, riprende i
viaggi: dopo un naufragio, va a Pisa e si ritira nel convento di San Domenico
dal 1307 al 1308, continuando a scrivere. Una sua nuova permanenza a Parigi
provoca una persecuzione contro gli averroisti, da lui considerati eretici
perché mantengono separata la filosofia dalle verità di fede. Dedica al re di
Francia Filippo il Bello l'Albero della filosofia d'amore.
Partecipa nel 1311 al Concilio di Vienne, dove chiede invano la ripresa delle
crociate e
di vietare l'insegnamento dell'Averroismo, e riprende a viaggiare: a Tunisi ebbe
modo di disputare sulla vera religione con un
qadi musulmano,
che nel Liber de Deo et de mundo egli chiama "vescovo saraceno", e i suoi
discepoli.
Morì, a ottantaquattro anni di età, a Maiorca. Le sue spoglie riposano nella
chiesa di San Francesco di Palma.
Vicino, per diversi aspetti, all'esperienza dei beghini, Ramon Llull fu un laico e un secolare per tutta la vita: non abbiamo nessuna prova che sia mai entrato in un ordine religioso, neanche tra i terziari francescani come si credette in passato.
Opere
Il corpus
lulliano comprende 260 opere riconosciute come autografe e 44 forse apocrife:
fra queste ultime, tutte quelle di argomento alchemico. Scrisse in arabo, in
latino e in catalano. Si tratta di opere di filosofia, teologia, mistiche,
pedagogiche, di medicina, di scienze naturali, di fisica, matematica, letterarie
e poetiche. Tra le tante, Ars magna; De levitate et ponderositate elementorum;
Vita coetanea; Ars amativa; Felix de les meravelles; il Libro dell'ordine di
cavalleria; il Libro del pagano e dei tre savi; il Libro della contemplazione di
Dio; Lo sconforto; Logica nova; Ars generalis.
L'opera Letteraria e la Pedagogia
Tra le opere
più note di Llull è il Romanç d'Evast e Blaquerna, scritto in prosa in catalano
verso il 1284, ricco di idee, di vita e di spiritualità, nel quale espone anche
il suo progetto educativo; una sezione dell'opera, un vero e proprio libro nel
libro composto dall'eroe eponimo durante l'eremitaggio, è il Libre de amic i
amat, composto di 366 metàfores morales, che espone il viaggio che deve fare il
credente (l’amico) che si era allontanato dall’amato (Dio), e insieme il viaggio
che fa l’amato per cercare e trovare l’amico. È chiaro che qui il viaggio non è
solo una cornice narrativa per una raccolta di insegnamenti, e neanche una
metafora del viaggio della vita: il viaggio qui è sostanza, la vita stessa
dell’uomo è un viaggio verso Dio. Si notano influssi della poesia
trovadorica
e riferimenti al
Cantico dei Cantici e alla mistica araba. L'opera ebbe una circolazione
autonoma rispetto al romanzo (ed è spesso oggi pubblicato isolatamente);
d'altronde lo stesso Llull ne fece realizzare una traduzione latina.
Scrisse anche il Llibre de meravelles, o Fèlix, intorno al 1288: una sorta di
racconto enciclopedico che spazia dalle scienze naturali alla teologia. Per
queste opere narrative in volgare, Llull adottò e trasfigurò il modello del
romanzo cavalleresco "laico". Blaquerna, protagonista del Romanç d'Evast e
Blaquerna e Fèlix, protagonista del Llibre de meravelles, non sono dei
cavalieri, eppure si mettono in viaggio per raggiungere il loro obiettivo, e nel
loro viaggio affrontano avventure e peripezie proprio come ogni cavaliere
errante (liberare la donzella rapita da un bandito, soccorrere l'imperatore che
si è smarrito nel bosco, assistere a meraviglie per le quali trovare un senso e
una morale).
Anche il primo dei dialoghi scritti da Llull, il Llibre del gentil e dels tres
savis, si svolge nel contesto di un viaggio: il viaggio del gentile, ben formato
in filosofia ma senza una visione ultraterrena della vita, tormentato dalla
paura della morte, che in un bosco incontrerà un saggio cristiano, un musulmano
e un ebreo, che nel loro dialogo cordiale gli presenteranno i tratti
fondamentali delle loro religioni. Il finale aperto con cui si chiude il dialogo
(il gentile riprende, consolato, il proprio cammino, perché ha capito quale sia
la vera religione) non deve trarre in inganno il lettore moderno : tutto conduce
il lettore a convincersi che il più convincente sia stato il saggio cristiano.
Il Plant de nostra dona Santa Maria e il Desconhort i cant de Ramon sono le sue
migliori prove liriche: egli converte il catalano popolare in lingua letteraria
tanto da porsi come uno dei più importanti autori in questa lingua.
Llull fu autore anche di un manuale cavalleresco, il De l'ordre de cavalleria.
La Doctrina pueril, forse composta nel 1273, è il primo manuale conosciuto di
istruzione dei bambini scritto in una lingua romanza. La sua pedagogia ha lo
scopo di provvedere ai mezzi per conseguire la salvezza spirituale e, insieme,
la cristianizzazione degli infedeli. Llull formulò anche i principi di un
insegnamento intuitivo e analogico, raccomandò che la lingua nativa si
insegnasse prima della latina, e che fossero docenti stranieri a insegnare la
loro lingua; auspicò anche la creazione di una lingua universale.
Opere tradotte in Italiano
"Arte Breve",
introduzione, traduzione e apparati di Marta M. M. Romano; presentazione di
Alessandro Musco, Milano, Bompiani, 2002.
"Lull Ramon. Phantasticus: disputa del chierico Pietro con l'insensato Raimondo",
traduzione di Mario Polia; prefazione di p. Guglielmo Spirito; nota
bio-bibliografica di Adolfo Moranti. Rimini, Il Cerchio, 1997
"Libro dell'Amico e l'Amato", traduzione dal catalano di Adelaide Baracco,
introduzione di Josep Perarnau, Città Nuova, Roma 1996
"Il lamento della Filosofia", a cura di Luca Orbetello, Nardini Editore, Firenze
1991
"Il Libro del Gentile e dei tre Savi", Gribaudi, 1986 ISBN 8871521196.
"Il Libro dell'Ordine della Cavalleria", Edizioni Arktos, Carmagnola, 1982
"Trattato di astrologia", a cura di Giuseppe Bezza, Milano, Mimesis, 2004
"Il trattato della Quinta Essenza" - ovvero de' segreti di natura, a cura di
Enrico Cardile, Atanòr, Roma, 1997
La Filosofia e la Teologia
La sua filosofia è influenzata da Agostino d'Ippona e dalle correnti mistiche
francescane; non distinguendo nettamente filosofia e teologia, costruisce una
sapienza cristiana secondo i suoi prevalenti intenti apologetici, per cui si può
parlare di un suo razionalismo apologetico. Conosce Aristotele attraverso il
filosofo arabo
al-Ghazālī
da cui trasse un Compendio di logica, assimilandone la dottrina delle
proposizioni e del
sillogismo,
ma la sua logica non è quella scolastica, formale o di seconda intenzione,
distinta dalla teologia, bensì è un mezzo per ragionare sulle verità divine.
Il problema che Llull cerca di risolvere deriva da Aristotele che distinse i
principi comuni a ogni scienza dai principi propri di ciascuna. Si tratta, per
Llull, di trovare una scienza generale, tale che, nei principi di questa, siano
contenuti i principi di tutte le scienze particolari.
L'Ars generalis, 1308, redazione finale di una precedente Ars compendiosa
inveniendi veritatem o Ars magna primitiva, del 1274, vuole dunque essere la
scienza suprema, da cui dipendano tutte le altre; non è propriamente una logica
ma un'arte di ricerca. Mentre per Aristotele i principi non si basano su
dimostrazioni ma derivano dall'esperienza e dall'induzione, Llull crede di
risolvere ogni problema con precisione matematica: parte dal presupposto che
ogni proposizione sia riducibile a termini e i termini complessi siano
riducibili a più termini semplici o principi. Supposto di aver completato il
numero di tutti i termini semplici possibili, combinandoli in tutti i modi
possibili si otterranno tutte le proposizioni vere possibili: nasce così l'arte
combinatoria, anche come forma di
mnemotecnica, in quanto facilita la memorizzazione delle nozioni di base.
Questa concezione potrebbe avere avuto influenza sui successivi sviluppi del
calcolo computazionale e su questioni riguardanti l'intelligenza artificiale.
Occorre ora scoprire tutti i termini semplici e trovare la regola che li
combini. Egli individua 9 predicati assoluti, che sono i nove attributi divini:
bontà, grandezza, eternità, potenza, sapienza, volontà, virtù, verità e gloria;
9 relazioni: differenza, concordanza, contrarietà, principio, mezzo, fine,
maggioranza, minoranza ed eguaglianza; ma poi deve aggiungere 9 questioni, 9
soggetti, 9 virtù e 9 vizi.
Nel trattato Dell'ascesa e discesa dell'intelletto prova un nuovo metodo
dialettico che prescinda dalle combinazioni dei termini. Con un movimento di
ascesa l'intelletto raggiunge i principi primi, con il moto contrario acquisisce
la conoscenza dei termini particolari.
L'Albero della scienza è un testo di enciclopedia delle scienze, un tentativo di
unificare tutto il sapere in uno schema gerarchico. L'insieme delle scienze si
collegano fra di loro configurando un albero ove la trama dei concetti raffigura
la realtà del mondo e di Dio.
La metafisica
lulliana è teologica, nel senso che si fonda sulla Rivelazione. Cerca di dare le
prove dell'esistenza di Dio secondo la dottrina scolastica: Dio e le nove
dignità divine sono la causa delle perfezioni create, cosicché tutte le creature
mostrano gradualmente la loro somiglianza con Dio e dunque l'universo, secondo
la tradizione agostiniana, è lo specchio del divino, il libro su cui s'impara a
conoscere Dio, un sistema di segni che dimostrano la realtà divina. Dio è
l'Idea eterna mentre le creature sono Idee nuove provenienti da Dio e dunque
idee divine ma finite: la creazione non è pertanto avvenuta ab aeterno ma nel
tempo.
Quello di Ramon Llull non era dialogo interreligioso, bensì "missione per la
conversione". In questa prospettiva va visto l'ardore con cui Llull difendeva
l'ideale della crociata o la "militanza" con cui si schierò dalla parte dei
Tataro-mongoli in vista di una loro, peraltro mai avvenuta, conversione al
cristianesimo.
È però vero che il metodo con cui Llull intraprendeva questa missione
cristianizzatrice voleva essere profondamente diverso da quello che troviamo
nella maggior parte degli scritti contro gli Ebrei o contro l'Islam prodotti
nella cristianità del tempo; era un metodo, in particolare, diverso da quello di
altri due Ramon, Ramon di Penyafort e soprattutto Ramon Martí, che pure
condividevano con Llull la convinzione che fosse fondamentale lo studio delle
lingue degli "infedeli", a partire dall'arabo. Se infatti vediamo Ramon Martí
impegnato ad esaltare la verità del cristianesimo "smontando" le autorità degli
Ebrei e dei musulmani, Llull fonda la sua esaltazione della verità del
cristianesimo poggiando su una incrollabile fiducia nella ragione e nella
capacità di amare dell'essere umano. Questo gli permette di assumere sempre un
atteggiamento gentile, sereno, rispettoso (egli stesso si definiva christianus
arabicus), con il quale è facile entrare in empatia anche oggi (un atteggiamento
parallelo a quello di profonda simpatia che dimostra verso il genere femminile).
Vedasi di Josep Batalla, "L’arte lulliana come teologia filosofica"
L'Opera Alchemica
A Llull
furono attribuite numerose opere a carattere alchemico ma sono tutte apocrife;
tra le più note è il
Liber de segretis naturae seu de quinta essentia nel
quale l'anonimo che si richiama a Llull sostiene che mentre Dio può esercitare
solo il bene, l'uomo può cadere nel male perché dispone solo del fuoco per
purificare le cose terrene, ma con l'aiuto dei principi essenziali e con la fede
può realizzare trasmutazioni naturali e raggiungere il bene. La scelta tra il
bene ed il male appartiene al libero arbitrio, che è una conseguenza
dell'ignoranza umana la quale è però voluta dalla stessa volontà divina ed è
perciò anch'essa un bene.
Attribuita a lui è anche l'opera alchemica del Fugax Vitae, una ricerca
interiore della
pietra
filosofale simboleggiata dall'acronimo
V.I.T.R.I.O.L.:
visita interiora terra rectifficando invenium occultum lapidem. Approfondimento:
di M. Pereira, "La Leggenda di Lullo Alchimista".
Il Lullismo
Alla sua
morte restarono attivi i suoi seguaci in Francia, tra i quali Tommaso de Myésier
che nel 1325 pubblica l'Electorium Remundi dove applica le dottrine del maestro
alla cosmologia. Nel corso di tutto il secolo si attribuiscono a Llull numerose
opere di alchimia, astrologia e magia, con reazioni polemiche che portano la
Sorbona a vietarne l'insegnamento nel 1390.
I due secoli successivi segnano l'apice del successo di Llull studiato, fra gli
altri, da
Nicola Cusano,
Pico della Mirandola, Charles de Bovelles, Bartolomeo Fallamonica e
Giordano Bruno. La sua
arte si presta bene all'esigenza, fortemente sentita nel Rinascimento, di una
scienza enciclopedica: fra le tante opere emergono il De arte cyclognomica,
1569, di Cornelio Gemma, le Syntaxes artis mirabilis di Pedro Gregoire di Tolosa
e l'Opus aureum, 1589, di Valerio de Valeriis.
L'interesse per l'arte combinatoria e la mnemotecnica, che ha radici risalenti a
Cicerone, è affermata nell'Explanatio compendiosaque applicatio artis Raymundi
Lulli, 1523, di Bernardo de Lavinheta e soprattutto nei De umbris idearum,
Cantus Circaeus e Sigillus sigillorum di Giordano Bruno.
Nel pensiero di
Cartesio, soprattutto per quanto riguarda la sua concezione del metodo
filosofico, vi è presenza di intuizioni lulliane. L'arte di Llull infatti serve
a risolvere ogni problema, attraverso la scomposizione di ogni quesito in parti
più piccole e successivamente la riduzione in lettere dell'alfabeto. Queste
lettere fanno parte di ruote che saranno in grado di fornire infinite
combinazioni. Se si osserva quanto descritto nella prima parte del discorso sul
metodo non si potrà che riscontrare una contrapposizione di idee di questi due
filosofi. Inoltre Llull è l'unico filosofo citato in un testo, Il discorso sul
metodo, in cui compaiono solo Cartesio e Dio.
Anche
Leibniz è interessato agli studi sulla lingua e alla sua concezione della
logica. Dall'analisi dei filosofi che teorizzano la nuova scienza risulta
innegabile la connessione con alcune idee cardine del pensiero di Llull, quale
l'ideale enciclopedico, l'utilizzo della matematica (scartata dal profeta della
scienza moderna, Francesco Bacone) e il calcolo computazionale. Da queste
ricerche risulta chiaro quanto l'importanza del pensiero di Llull non sia
inscritta solamente nella mnemotecnica, ma attraverso anche riflessioni
teoreticamente più importanti come la struttura della scienza della logica e del
linguaggio.
Centro di documentazione 'Ramon Llull' dell'Università di Barcellona Catalogo digitalizzato delle opere lulliane Beato Raimondo Lullo
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