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Efisio Marini 1835 - 1900
ricerca a cura di IniziazioneAntica
Efisio Marini nacque all'interno di una famiglia di commercianti, numerosa ed
abbiente. Dopo aver conseguito all'Università di Pisa le lauree in Medicina e
Scienze Naturali fece ritorno, nel 1861, nella città natale ottenendo un
incarico di assistente al Museo di Storia Naturale cittadino, incarico che però
non riuscì a soddisfare le ambizioni dello scienziato.
Negli stessi anni, elaborò un metodo completamente personale di mummificazione
che permette di pietrificare i cadaveri senza effettuare tagli o iniezioni sugli
stessi, metodo che sarà poi in grado di invertire restituendo ai corpi il colore
e la consistenza originali. Il primo successo con questo tipo di esperimento lo
ottenne operando su un braccio umano.
Nonostante il valore delle sue scoperte, Marini non godette a Cagliari di una buona fama tra il popolo, che su di lui faceva girare epigrammi in dialetto improntati a scetticismo e timore superstizioso. Tuttavia, ciò che veramente feriva e indignava Marini era l'indifferenza, o addirittura l'ostilità, riservatagli dal modesto ambiente accademico cagliaritano, nel quale non avrebbe ottenuto la desiderata cattedra. Così, per ambizione e per disgusto verso l'università del capoluogo sardo, compiuti 30 anni lasciò Cagliari dopo aver gettato tutte le sue opere in mare, dal quale si dice traesse ispirazione.
Nel 1865 si trasferì a Napoli, dove stabilì legami con personaggi del mondo non
scientifico come
Giovanni
Bovio, autore dell'epitaffio tuttora presente nell'atrio dell'università di
Cagliari, e
Salvatore di Giacomo.
Intanto la sua fama cresceva in tutta Europa e, nel 1867, fu invitato
all'Esposizione Universale di Parigi, in occasione della quale pietrificò il
piede di una mummia egizia restituendogli poi la consistenza naturale; grazie a
quest'opera ottenne l'interessamento di Napoleone III, che diede al celebre
chirurgo Nelanton il compito di controllare la validità del suo operato. Per
questo servizio offerto al sovrano, Marini venne insignito della Legion d'Onore.
Lo stesso anno l'autorevole rivista medica "The Lancet" gli dedicò un articolo.
Marini, continuando a considerare il suo metodo di pietrificazione la chiave per
accedere all'università di Cagliari, continuò a mantenerne gelosamente (e
inutilmente) il segreto. In quegli anni mummificò personaggi celebri come
Luigi
Settembrini e il marchese d'Afflitto, ed espose i risultati del proprio
lavoro a Vienna, Londra, Parigi, Milano, Torino e Roma. In tutte queste
occasioni Marini mostrò la pietrificazione di sangue, organi interni e persino
della mano di una giovane fanciulla.
Lo scienziato pietrificò inoltre il sangue, raccolto sull'Aspromonte, di
Giuseppe Garibaldi, modellandolo a forma di medaglione - oggetto che donerà
all'Eroe dei due Mondi, il quale lo ringraziò con una lettera ufficiale.
Tornato a Napoli prese ad esercitare la professione di medico, conducendo una vita disagiata, circondato da un alone sinistro creatosi intorno a lui grazie anche alla propria dimora, disseminata di reliquie anatomiche di persone e animali. In questo modo visse tristemente il resto dei suoi giorni, spendendo tutti i suoi averi nelle ricerche ed ossessionato dalla paura che il proprio segreto gli venisse rubato.
Morì a Napoli l'11 settembre del 1900 senza
rivelare le formule per attuare il suo metodo di imbalsamazione.
Le sue opere sono conservate nel
Museo Anatomico di Napoli. Inoltre, nella Facoltà di Medicina di Sassari è
conservata la mano di una fanciulla pietrificata nel 1864 e donata nel 1876 da
Efisio Marini alla città come segno di gratitudine per una medaglia d'oro
assegnatagli nello stesso anno, uno dei pochi riconoscimenti che gli riservò la
sua terra d'origine.
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Nel 2001, lo scrittore Giorgio Todde fa di
Efisio Marini il protagonista del romanzo "Lo stato delle anime", cui seguiranno
altri romanzi sempre con la figura del detective-pietrificatore come
protagonista.
Nel 2004, il Comune di Cagliari promuove la mostra "Efisio Marini, il
Pietrificatore". Nel catalogo della mostra viene inserito un fumetto dedicato
alla vita dello scienziato.
Nel febbraio del 2006, Corrado Zedda e Luigi Serra, componenti del gruppo di
studio sulla figura di Efisio Marini, con la collaborazione del dott. Antonio
Maccioni, primario del reparto di Anatomia Patologica del Santissima Trinità di
Cagliari, hanno ottenuto l'autorizzazione da parte delle autorità competenti per
la riesumazione del corpo pietrificato dello storico Pietro Martini. Purtroppo
le pessime condizioni di conservazione hanno prodotto danni irreparabili sul
corpo dell’illustre pietrificatore.
Riferimenti:
http://www.efisiomarini.info/ -
Lo Sperimentale: Archivio di biologia normale e patologica -
Dossier Efisio Marini
- Fumetto dedicato ad Efisio
Marini
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