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La Festa delle Lucerne

 

interpretazione esoterica di IniziazioneAntica


 

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Si tratta della “Festa delle lucerne”, dalle antiche origini e sicuramente di derivazione pagana. Si svolge nel borgo medievale del Casamale, (Somma Vesuviana) dove ha luogo l’imponente Colleggiata di Santa Maria della Neve, e consiste in scambievoli visite tra gli abitanti, ma soprattutto, nell’addobbo degli antichi vicoli con felci e ramo di castagno, realizzando anche una fitta copertura vegetale delle vie che saranno il teatro della rappresentazione. La manifestazione inizia al tramonto, quando un uomo o una donna     “ ’o mast” e festa ” accende, con una candela, una prima lucerna, tra applausi generali: è il via per l’accensione di tutte le altre, e per l’apertura dell’acqua per le fontane. Non manca cibo e vino, in parte posto sulla tavola dei fantocci, e lì lasciato, il resto viene offerto ai visitatori. Così il rito si perpetua ogni sera della manifestazione. Nel frattempo nella solenne chiesa, la statua della Madonna della Neve è già stata esposta alla devozione generale; la sera del 5 agosto, nella sua ricorrenza, la statua sarà portata in processione, al suono della banda, fermandosi in opportuni luoghi dove si ascolteranno antichi canti devozionali, intonati nascostamente da voci femminili, senza alcun accompagnamento strumentale, in una suggestione quasi magica, come se quelle note nascessero dal nulla.

 

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Rito, quindi, complesso, quello della “Festa delle lucerne”, fitto di simboli e significati anche reconditi, pagani e cristiani, su cui gli studiosi continuano ad indagare, alcuni sostenendo che le inevitabili modifiche ne snaturino la sua più genuina essenza. Ma un rito è organismo dinamico che si rinnova con le sue trasformazioni, così come un uomo non è il neonato, l’adolescente, la persona adulta o anziana, ma, momento per momento, tutto ciò che già è stato in prospettiva di quello che potrà essere.
 

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Altre decorazioni, “ e cape e morte ”, zucche svuotate ed opportunamente forate a simulare naso, occhi e bocca, un po' come l'americana a festa di Halloween, anch'essa legata al culto dei morti, come appunto è per la festa delle lucerne, dove le lucerne simbolizzano le anime dei defunti.

 

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Vengono collocati nei vicoli “ o signore e a signora ” o “ ’oviecchio e’a vecchia”, fantocci costituiti da abiti riempiti di paglia, giornali ed altro, con il volto fatto di stoffa imbottita, che rappresentano un uomo ed una donna, poi posti all’imbocco di quei vicoli, in luoghi detti “ e caselle ”, dove viene anche creata una scena di lavoro o di pranzo con una tavola imbandita, oggetti domestici e da lavoro.

 

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Alle spalle di questa scena, sotto “ e cupole ”, sono posti una lunga serie di telai di legno, sospesi a circa un metro da terra, ogni vicolo ha i telai di un’unica figura geometrica, posti uno dopo l’altro, via via sempre più piccoli, ciascuno ornato da decine di lucerne. In fondo, a volte, è disposto uno specchio ad esaltare il già forte senso di profondità di questa sequenza. Il tutto è un simbolo della continuità della vita, della centralità della famiglia come elemento che perpetua le generazioni, dove le anime di uomini e di donne, di epoca in epoca, riassumono il ruolo di mater et pater familias, un eterno ciclo di vita e morte, ma anche il simbolo della compartecipazione alla tavola della vita delle anime dei familiari defunti.

Non manca, come elemento decorativo, l’acqua, che sgorga da fontane espressamente istallate, o sta in contenitori, anche così ampi da ospitare oche legate con funi che ci si muovono dentro.

 

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L'acqua è per eccellenza l'elemento che lega il mondo dei vivi e quello dei morti, tre anfore d'acqua per ogni momento della vita: la prima simboleggia le acque della vita, quelle dell'utero materno in cui l'anima prende corpo; la seconda anfora è la metafora dell'acqua che perpetua la vita dei corpi fisici abbeverandoli; la terza anfora è l'acqua della morte, quella del fiume Lete che dona la dimenticanza alle anime dei trapassati, sarà una coincidenza i la presenza di una confraternita dedita al culto delle anime dei morti?

 

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Osservando meglio, durante la festa si possono scorgere ulteriori simboli dal gusto pagano come gli stessi telai utilizzati per montare le lucerne, essi sono di diverse geometrie, un quadrato, un triangolo, un cerchio, un esagono, tutti simboli cari alla tradizione esoterica, e che nell'ambito della festa in esame possono essere letti come le diverse tipologie di cammino, o dimensioni, da cui le anime discendono ed ascendono per prendere parte alla celebrazione popolare.

 

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Poi c'è il maligno rappresentato dalla maschera del Lupo-Diavolo, emblema dei mali della vita da affrontare.

 

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Proprio di fronte al Lupo-Diavolo si trova un pozzo sormontato da un corno, emblema dell'esorcismo del male stesso, della ritualità magica e popolare, il cui eco è stato conservato nelle tradizioni di questo borgo medioevale.

 

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E come se non bastasse ritroviamo delle raffigurazioni di storie popolari, che rimandano alle più note carte dei tarocchi.

 

 

 

La festa delle Lucerne è una opportunità per mostrare anche i tipici balli popolari, vivi e vitali come la "Pizzica" o la "Tamburriata", balli che già il noto antropologo Ernesto De Martino ha documentato nei suo scritti come "Sud e Magia".

 

 

L'esperienza multidimensionale della rifrazione della vita tra un piano dell'esistenza e l'altro, è molto sentita in questa festa popolare, tanto che agl'angoli di alcuni vicoli sono posti degli specchi recanti degli "insegnamenti di vita" sotto forma di poesie e rime, una sorta di messaggio dei defunti dall'al di là al fine di trasmettere ai vivi la loro sapienza ed esperienza di vita.

 

 

 

 

Voglio concludere questa trattazione analizzando due ulteriori simboli, il primo è una scala a forma di triangolo posta sulle vie principali del borgo, per gli studiosi di esoterismo non può non balzare agl'occhi il richiamo alla scala delle anime, o delle gerarchie spirituali  che ascendono e discendono dai diversi piani dell'esistenza. 

 

 

Ma proviamo a guardarla meglio

 

 

L'altro simbolo è quello dei fogli di carta posizionati tra i vicoli, a parere di chi scrive, e ricordando l'uso della carta  nei rituali scintoisti di invocazione dei defunti ed evocazione degli spiriti, essa più che un semplice abbellimento potrebbe ricordare da una parte un esorcismo delle presenze negative, e dall'altra una sorta di segnale per indicare, col suo ondeggiare, la presenza degli spiriti familiari e benevoli.

 

 

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