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Giuseppe Palomba
a cura di IniziazioneAntica
Giuseppe Palomba San Nicola la Strada,
1908 – Napoli, 30 gennaio 1986, è stato un economista italiano.
Di recente è stato riscoperto anche raffinato e stimato esoterista: massimo
rappresentante in Italia della scuola mistica di Frithjof Schuon e ha goduto del
pubblico elogio di René Guénon. Le sue opere rappresentano un originale
intreccio di scienza ed ermetismo, o come scrive Carlo Gambescia: «abbiamo
definito Palomba metaeconomista, perché riteniamo che egli parta dall'economia
per andare oltre l'economia»
Allievo di Luigi Amoroso, frequentò la London School of Economics grazie a una
borsa di studio messa in palio dal Banco di Napoli. Insegnò, dopo aver
conseguito la libera docenza in Economia politica ed essere stato ternato, poco
dopo, nel concorso a cattedra di Economia politica bandito nel 1939
dall'Università di Ferrara, negli Atenei di Catania, Napoli e Roma. Fu socio:
dell'Accademia Pontaniana, della Società napoletana di scienze, lettere e arti,
dell'Accademia dei Lincei, dell’ISMEA, dell’Accademia Tiberina, dell’Accademia
de “i 500” e dell’Accademia Internazionale Burckhardt. Nel 1970 riceve una
medaglia d’oro e il Diploma di 1ª Classe ai Benemereti della scuola della
cultura e dell’arte dal Presidente della Repubblica Giovanni Leone e dal
Ministro per la Pubblica Istruzione Misasi. Nel 1984 riceve il titolo di
Professore Emerito dal Presidente della Repubblica Sandro Pertini.
Uomo di molte curiosità e di vaste letture, Palomba affiancò, agli studi di
teoria economica, ricerche che possono definirsi a mezza strada fra la
sociologia e l'antropologia culturale. Né gli uni né le altre suscitarono però
l'interesse della professione, che spesso anzi con sufficienza a lui guardò,
finendo coll'isolarlo. Va detto che a ciò non poco contribuì la sua inclinazione
a mescolare, sul piano sociologico, economica ed etica, un'etica che sconfinava
per giunta nella metafisica, e il suo tentativo, sul terreno della teoria
economica, di spingere innanzi l'analogia con il mondo fisico che era stata cara
a Vilfredo Pareto e a Luigi Amoroso.
Fu quest’ultima una strada che Palomba con convinzione percorse con il
dichiarato intento di andare ben oltre i confini sin lì raggiunti ricorrendo
agli strumenti offerti dalla meccanica newtoniana. Di qui l'impiego di una
molteplicità di «tecniche» (gruppi di trasformazione, operatori hermitiani,
meccanica quantistica, geometrie non euclidee, meccanica relativistica, e così
via) che spingevano l’analisi a livelli di astrazione fatti per lasciar
perplessi, e venivano guardati da economisti, forse a stento disposti a servirsi
del calcolo differenziale e integrale, con palese fastidio. Fastidio
accompagnato inoltre dal convincimento che l’analogia col mondo fisico non è
destinata, a dispetto dei più avanzati strumenti suggeriti da Palomba, per
condurre lontano: non serve, insomma, alla conoscenza e non è quindi utile
all’azione.
A chi glielo faceva osservare, Palomba con pari fastidio osservava: «se si
dovesse regolare il potere di astrazione, di cui la scienza può essere dotata,
dalle possibilità dell’hic et nunc che essa offre per la speculazione empirica,
ci si troverebbe di fronte a un “blocco” del progresso scientifico che la nostra
disciplina ha invece il dovere di evitare». Non è forse vero, retoricamente si
chiedeva, che sono tanti i casi di teorie che «sembravano, al loro apparire,
pure e semplici acrobazie mentali, mentre trovarono poi applicazioni del tutto
impreviste»? E puntigliosamente esemplificava: «è noto che Pareto, nel formulare
la teoria dell’equilibrio economico generale, era parimenti convinto che non
sarebbe stato possibile fornire prove empiriche delle equazioni che lo
determinano. Ora, quella teoria, puramente astratta, ha costituito la base di un
gran numero di applicazioni concrete: programmazione lineare, pianificazione,
economia del benessere e altre ancora. La teoria di Cournot sulla policroma
strutturazione dei mercati fu un fiasco assoluto nel momento in cui venne
pubblicata, ma successivamente, filtrata attraverso il vaglio della Scuola di
Losanna, è giunta fino a noi con la teoria dei giochi, dell’equilibrazione, ecc.,
che hanno applicazioni concrete». Una difesa, la sua, sufficiente ad «assolverlo»
e dunque ad avvalorarne il metodo? La risposta viene lasciata qui a chi è
interessato a «riscoprire» quella che in ogni caso resta una figura di studioso
non comune.
Una parte fondamentale della sociologia economica di Giuseppe Palomba, presente
in La Crisi della civiltà moderna, si riallaccia all’estetica dell’arte compiuta
dallo scrittore francese Stanislas de Guaita (1861-1897), tra i giganti
dell’occultismo dell’Ottocento e maestro del noto Oswald Wirth. Egli si addentra
nel ragionamento intenzionale (lo studio delle intenzioni a monte dei fatti
umani) per definire le quattro grandi categorie universali nelle quali è
possibile comprendere e catalogare ogni opera artistica, osservando il
particolare stato di coscienza della dimensione spirituale nell’individuo.
Queste categorie sono: l’universo solare, lunare, di venere, di saturno.
Giuseppe Palomba applica la regressione verticale dei quattro universi ai campi:
metafisico, politico ed economico, rilevandone la ciclicità. Questo particolare
studio è stato riportato alla luce e ampiamente commentato dopo anni di oblio
nel 2013 dal saggista e biografo Antonio Dentice d’Accadia.
Esoterismo
Giuseppe Palomba oltre che scienziato di fama internazionale è stato figura stimata e di primissimo piano anche negli ambienti esoterici del Novecento. Uno studioso poliedrico e dai mille interessi, con una conoscenza filosofica dei sistemi Occidentali e Orientali: dall’alchimia al taoismo, dall’occultismo francese alla cabala, dal sufismo al buddhismo, condensandosi in una dimensione iniziatica del cristianesimo. La sua appartenenza ad una Massoneria napoletana di Rito Scozzese Antico e Accettato verso gli anni Quaranta e Cinquanta è accennata nella biografia del vecchio direttore generale del Banco di Napoli Ferdinando Ventriglia (che fu assistente universitario dell’economista) ed è stata confermata dalla ricerca del saggista Antonio Dentice d’Accadia, biografo di Palomba, che tra il 2010 ed il 2012 scopre nella biblioteca comunale di San Nicola la Strada (a cui la famiglia Palomba donò alcuni testi appartenuti alla collezione privata dell’Economista) le dediche dei “discepoli” di Giuseppe Palomba al loro “Carissimo Maestro” Nel 1948 si converte all’islamismo esoterico del maestro spirituale Frithjof Schuon, tornando cristiano nel 1953 (ufficialmente per problemi linguistici con l’arabo), pur continuando ad essere il massimo rappresentante in Italia di quella scuola mistica. Palomba si guadagnò anche l’ammirazione dell’esoterista di fama mondiale René Guénon, che scrisse: «Ci felicitiamo vivamente con il professor Palomba per il coraggio di cui dà prova reagendo così, in pieno ambiente universitario, alle idee moderne e ammesse ufficialmente, e possiamo solo consigliare la lettura del suo libro a tutti quelli che si interessano a questi problemi e conoscono la lingua italiana, poiché ne trarranno grande profitto». Negli anni Sessanta l’esoterista Spartaco Malatita che si firmava con lo pseudonimo “Spartacus” scrive di Palomba: «Forse, non mi sarei mai accinto a scrivere questo libro se non mi fosse capitata l’occasione di leggere il trattato di Morfologia Economica del chiarissimo Prof. Giuseppe Palomba, Ordinario di Economia Politica nell’Università di Napoli». Inoltre la ricerca di Antonio Dentice d’Accadia ha riportato alla luce: la lettera di uno studioso di alchimia che negli anni Settanta richiedeva un incontro con l’economista ed una particolare timbratura. Il ritrovamento del timbro, che è un sigillo di una vecchia scuola ermetica, ha aperto l’inedita e concreta possibilità dell’appartenenza di Giuseppe Palomba al gruppo segreto noto come Ordine Osirideo Egizio. L’Ordine fondato nel Settecento dal Principe Raimondo di Sangro, fu molto attivo tra Napoli e Torino, sviluppando collegamenti anche in Francia e negli Stati Uniti d’America.
Opere
L’evoluzione spirituale tra reincarnazioni egizie e napoletane nella Partenope della Seconda Guerra Mondiale. - Il romanzo giovanile di Giuseppe Palomba -
Approfondimenti
Ricordo del prof. Palomba - Palomba sulla Treccani
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