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Ordini Esoterici
Parte Terza
ricerche a cura di IniziazioneAntica
Cagliostro e i Segreti della Massoneria Egiziana
Giuseppe Balsamo, detto Alessandro, conte di Cagliostro, nacque il 2 giugno
1743. Il 27 dicembre del 1789, il papa Pio VI ordinò il suo arresto.Dopo un
processo truccato e quarantasette interrogatori, il 7 aprile 1791, Cagliostro fu
condannato al carcere a vita. Sulla piazza Minerva di Roma, si bruciarono
solennemente le insegne massoniche ed i libri confiscatigli. La Massoneria di Rito Egiziano
Cagliostro crea il Rito Egiziano Il 24 dicembre 1784, Cagliostro inaugura il
rito della «Alta Massoneria Egiziana» nel quadro della Loggia Madre La Sagesse
Triomphante di Lione. Questo rito è composto di tre alti gradi, poiché riceve
come Apprendista Egiziano i maestri eletti provenienti da altri riti. Questi
vengono ricevuti come Apprendisti Egiziani, poi Compagni Egiziani ed infine come
Maestri Egiziani.
a cura di
Denis Labouré
Rinchiuso il 21 aprile nella fortezza di San Leo (vicino a Rimini), vi
trascorse il resto della vita in orrende condizioni, relegato in una segreta
denominata Il Pozzetto, una sorta di pozzo o fogna.
Vi morì il 26 agosto del 1795, due anni e mezzo prima dell’arrivo delle truppe
francesi che fecero saltare la fortezza di San Leo. Cagliostro era l’ultima
vittima dell’Inquisizione.
Per subire un tale martirio, quest’uomo doveva essere alquanto imbarazzante.
Sicuramente l’aspetto politico è da tenere in considerazione. Nella sua Lettera
al popolo francese, annunciava la distruzione della Bastiglia, la convocazione
degli Stati Generali e l’abolizione delle lettere con sigillo reale recanti un
ordine di imprigionamento o di esilio.
Ma, con il suo rito, Cagliostro rendeva accessibili degli insegnamenti fino ad
allora riservati ai cenacoli più ristretti. Nel 1764 e 1765, a Messina, sarebbe
stato iniziato all’alchimia da un Armeno o da un Greco. Nel 1766 e 1767, avrebbe
praticato quest’arte a Malta. Dal 1770 al 1780, percorse l’Europa centrale e
settentrionale. A Mitau (Courlande), nel 1778, dimostrò la sua padronanza nella
cristallomanzia (veggenza nell’acqua magnetizzata di una caraffa con
l’assistenza di bambini dai cinque ai sette anni). Nel 1778, 1779 e 1783, ebbe
contatti con il benedettino ed alchimista Don Pernéty.
(Fino
all'unificazione con il Rito Orientale di Memphis nel 1881)
Questo rito culminava in visioni talvolta accessibili a tutti i membri presenti.
A Lione, disponiamo di testimonianze su guarigioni e manifestazioni di ogni
sorta: J.B. Delorme fu guarito da una malattia incurabile, delle evocazioni
furono organizzate alla presenza del Duca di Richelieu. Il fantasma di Prost de
Royer, già Venerabile della loggia «La Bienfaisance» apparve e fu riconosciuto
dai membri di quella loggia.
Perché «Egiziano»?
Per capire bene ciò che seguirà, devo spiegare cosa significa la parola
«Egiziano».
Leggendo questa parola, non dobbiamo pensare all’Egitto dei faraoni. Per
Cagliostro, il suo Rito è egiziano in quanto si riferisce all’Egitto Copto,
all’Egitto dei primi cristiani. Tant’è che Cagliostro si farà nominare «Le Grand
Cophte», essendo «Cophte» la grafia della parola «copto» nel VIII° secolo.
Qual è l’obiettivo del Rito Egiziano?
Il Rito Egiziano di Cagliostro ha come obiett ivo quello di favorire presso
quelli che lo praticano una rigenerazione dell’intero essere, anima e corpo.
Ai nostri giorni, quando parliamo di «trasformazione», di «evoluzione»,
intendiamo un cambiamento nella nostra psicologia. Di conseguenza, non possiamo
più comprendere ciò che insegnavano i primi cristiani, gli antichi alchimisti o
i massoni di Rito Egiziano. In quanto l’obiettivo di tutti questi ricercatori
era una trasformazione integrale dell’essere umano. Per loro, non vi era
separazione tra il corpo e l’anima. Anima e corpo erano come le due facce della
stessa medaglia.
In origine, avevamo un corpo di luce
Per una migliore comprensione, torniamo alle origini. Nel giardino dell’Eden,
Adamo ed Eva erano dotati di un corpo di luce, inalterabile. Questo corpo non
era soggetto alla malattia ed alla morte. Poi Adamo ed Eva furono cacciati dal
Paradiso. Il loro corpo di luce si cristallizzò, s’indurì. Dallo spirituale,
Adamo ed Eva passarono al biologico. La Bibbia dice che furono rivestiti di
abiti di pelle.
Nel Rito Egiziano, i massoni sono rivestiti di un abito bianco. Come l’alba nel
cristianesimo, questa veste rappresenta il corpo di luce delle origini. Ma tutti
i massoni, a qualunque rito appartengano, hanno anche un grembiule di pelle. Per
Cagliostro, questo grembiule è un richiamo all’abito di pelle di cui il nostro
corpo di luce è rivestito.
Enoc ed Elia ci hanno preceduti su questa Via
Durante la Trasfigurazione, il Cristo è apparso agli apostoli nel suo corpo di
luce. Un corpo che gli addetti chiamano «Corpo Glorioso». Questo corpo è il
corpo immortale delle origini. Non è l’appannaggio di Gesù. In quanto anche
Enoch ed Elia erano ripassati dal biologico allo spirituale. Anche loro sono
«saliti» al cielo senza passare attraverso la morte. Per questo motivo,
Cagliostro pone il suo Rito Egiziano sotto il loro patrocinio.
I primi cristiani insegnavano i metodi di divinazione, che consentivano di
ripassare dal biologico allo spirituale. Quegli insegnamenti sono stati
conservati dalla Chiesa Ortodossa orientale. Ma sono anche stati ritrovati e
conservati dagli alchimisti. Ed è da loro che Cagliostro li ha ricevuti.
Come ritrovare la nostra divinità?
Il programma di lavoro dei massoni del Rito Egiziano si divide in due tappe.
Queste due tappe sono precedute da una lunga fase di preparazione.
• La prima tappa si riferisce alla rigenerazione «morale», ossia psicologica e
spirituale; • La seconda tappa ha come fine la rigenerazione del corpo. Questa
fase può essere intrapresa quando è terminata la prima.
- Genesi 3, 21
- Genesi 5, 24 ed Ebrei 11, 5
- Re 2, 11
- Cagliostro si riallaccia al primo ritiro di Mosé descritto in Esodo (36,
12-18). - Cagliostro si riallaccia al secondo ritiro di Mosé descritto in Esodo
(34, 27-28) ed in Deuteronomio (9, 18-25 e 10, 10).
Similmente ai ritiri effettuati da Mosé, ciascuna di queste due tappe si svolge
in quaranta giorni.
La preparazione
Affinché le due tappe riescano, l’iniziato deve vivere secondo un’etica
irreprensibile. Gli alchimisti direbbero che l’uomo deve ammorbidire la pietra
prima di lavorarla. I mistici insegnavano che il cuore deve essere aperto. Il
fallimento è assicurato per gli orgogliosi, i cupidi e gli egoisti.
L’iniziato deve prendere tre misure immediate:
• Adottare e rispettare le leggi del paese in cui si trova;
• Amare il prossimo, aiutarlo, essere caritatevole verso di lui;
• Dedicare tre ore al giorno alla pratica della preghiera.
Per estensione, deve aver ricevuto l’assicurazione di essere ormai amato da Dio.
A questo provvede la preghiera.
La prima tappa: l’evocazione degli angeli
Così preparato, l’iniziato deve ritirarsi per quaranta giorni. In un luogo
solitario, deve ri-centrarsi, non lasciarsi distrarre dai suoi pensieri. Deve
vivere in stato di preghiera permanente. I massoni che conoscono i segreti
alchemici del loro Rito direbbero che deve trovarsi nella «Camera di mezzo» o al
«centro del cerchio». L’iniziato dedica la sua giornata ai riti e alle
preghiere.
La Bibbia ci indica che esistono sette grandi angeli. L’obiettivo della prima
quarantena è l’ottenimento di un contatto con ciascuno dei sette angeli. Questi
sette angeli comunicano al nostro uomo il mezzo per entrare in contatto
personale con loro. Questi angeli lo guideranno e l’aiuteranno a diventare
moralmente e spiritualmente perfetto.
Possono trascorrere degli anni per completare questa prima rigenerazione. Se
l’uomo dovesse morire senza aver effettuato il secondo ritiro, ciò non è grave.
La pietra ammorbidita continuerà ad essere lavorata su altri piani.
Per questo primo ritiro, Cagliostro utilizza dei metodi di cui ritroviamo tracce
dall’antico Egitto.
La seconda tappa: la rigenerazione del corpo
Così guidato, l’iniziato può intraprendere il secondo ritiro di 40 giorni. In
primavera, in occasione del plenilunio di maggio, si isola nuovamente. Si
attiene ad un regime alimentare sano e frugale.
Ogni giorno assume certe sostanze preparate secondo procedimenti alchemici tutto
sommato piuttosto semplici. Sudorazioni ed altri processi di eliminazione gli
consentiranno di evacuare gli umori viziati.
- I sette angeli primitivi sono «i sette Spiriti presenti davanti al trono di
Dio». Questi sette angeli erano noti al giudaismo ed al cristianesimo più antico
(Tobia 12, 15). L’autore dell’Apocalisse parla dei sette Spiriti presenti
davanti al trono di Dio (1, 4), dei «sette Spiriti di Dio in missione su tutta
la terra» (5, 6), dei «sette Spiriti di Dio e delle sette stelle» (3, 1), vede
sette lampade di fuoco (1, 12), i sette Spiriti di Dio ardere davanti al suo
trono (4, 5), i «sette Angeli disposti davanti a Dio» (8, 2). Soltanto Michele
(o Michael), Gabriele e Raffaele sono nominati nelle Scritture. Un quarto, Uriel,
è citato nelle letteratura ebraica. Per gli altri esistono numerose varianti. I
nomi riportati da Cagliostro sono: Anael, Zobiacel, Anachiel. Secondo Agrippa a
cui Cagliostro fa riferimento a più riprese, i loro nomi e corrispondenze
planetarie sono i seguenti: Zaphkiel (Saturno), Zadkiel (Giove), Camael (Marte),
Raphael (Sole), Haniel (Venere), Michael (Mercurio) e Gabriel (Luna).
È a questo punto che si opera in lui una vera trasformazione. Pelle, denti,
unghie, capelli si rigenerano. Ciò gli consente di prolungare la sua esistenza.
Non per diventare immortale nel corpo, ma per disporre del tempo necessario per
ripassare dal biologico allo spirituale.
Cagliostro non ha inventato questi procedimenti. Fino ad allora riservati a
piccoli cenacoli aristocratici molto chiusi, li ha resi accessibili integrandoli
nel suo rito massonico. Ma, cosa ancora più stupefacente, ho ritrovato una
pratica identica alla sua in un antico testo di alchimia indiana. Siccome
Cagliostro non ha mai messo piede in India e non conosceva il sanscrito, ciò
indica che queste tecniche proseguono il loro cammino in ogni tempo, in ogni
luogo, al riparo da sguardi indiscreti.
Ai nostri giorni
Non ho mai inteso parlare di tutto questo!
Capisco lo sbalordimento del massone che leggerà queste righe. Nessuno gli ha
parlato di queste tecniche. Peggio, se si interessava di ermetismo, i suoi
istruttori gli avranno ripetuto che tali pratiche non erano mai esistite in
massoneria. Lo so; è anche quello che mi è stato detto. Fin quando non sono
andato a guardare più da vicino.
Alcuni villaggi gallici resistono ancora
Scopersi ciò che mi era stato nascosto. Vidi come interi pezzi della storia
massonica sono stati epurati, ripuliti, laicizzati. Scopersi poi che piccoli
cerchi discreti e coraggiosi conservano accesa la fiaccola. Vilipesi, attaccati
da una massoneria imborghesita che tenta di recuperarli snaturandoli.
Benché pressioni dall’esterno e certe umane debolezze talvolta li
destabilizzino, questi cerchi hanno un merito: esistono. Come ricordano le
Scritture, vale di più un cane vivo che un leone morto.
Desideravo rivelare l’esistenza di questi insegnamenti a tutti gli uomini di
buona volontà, massoni e non. Con questo spirito, e con il consenso dei più alti
responsabili di alcune di queste discendenze, ho pubblicato Secrets de la
franc-maçonnerie égyptienne.
Vedi anche: Il Rapporto del
Ministero degli Interni sulle sette in Italia
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