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   Giuseppe Gallone di Nociglia
Principe di Tricase e Moliterno

 

Si ringrazia il dott. Luigi Braco per le foto e le ricerche.


 

Dati Personali e Familiari

Data di nascita: 20/08/1819
Luogo di nascita: Napoli
Data del decesso: 13/01/1898
Luogo di decesso: Napoli
Padre: Giovan Battista
Madre: Statella, dei principi di Cassero Maria Felicita
Titoli nobiliari Principe di Tricase, Moliterno, Marsiconuovo
Barone di Caprarica, Tutino, Depressa, Principiano, Nociglia, Bernarda, Luforni, Supersano, Belvedere, Picerno, Sarcuni e San Chirico Raparo, Foresta e Torricella 
Coniuge: Melodia Mariantonia, dei baroni
Figli:  Giuseppe, principe di Marsiconuovo
Evelina Maria Felicia, moglie di Giuseppe de Medici
Maria Bianca, moglie di Francesco Compagna senatore
Emmanuela, moglie di Giorgio Solms-Braunfels e poi di Alessandro principe di Hohenlohe Shillingfunst
Pietro Giovan Battista 
Luogo di residenza: Napoli
Indirizzo: Strada Pace n. 7
Professione: Possidente
Cariche e titoli:  Ispettore delle regie scuderie a Napoli 

Nomina a Senatore

Nomina: 20/01/1861
Categoria: 21  
Relatore: Gioacchino Saluzzo
Convalida: 28/06/1861
Giuramento: 28/06/1861
Onorificenze: Commendatore dell�Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro dal 19 maggio 1862
Cavaliere ufficiale dell�Ordine della Corona d�Italia dal 22 aprile 1868 

 

 

Elogio Funebre nell�aula del Senato del Regno d�Italia, Atti parlamentari, Discussioni, 18 gennaio 1898:

 

Signori Senatori!

Ripresi i nostri lavori dopo le vacanze estive voi udiste la partecipazione di quattordici decessi di colleghi; oggi mi tocca gi� di riaprire la funebre lista e parlarvi di nuovi lutti.

[�] Giuseppe Gallone di Nociglia, principe di Tricase e di Moliterno, nato in Napoli il 20 agosto 1819, apparteneva a quell�aristocrazia che non disert� mai la causa della libert� e resistette costantemente alla reazione borbonica. Gentiluomo di carattere alto e generoso, us� del largo censo a fini patriottici ed a sollievo dei miseri e degli sventurati. Salito a meritata riputazione, specialmente nella sua Napoli, funse cospicui uffici nelle pi� importanti amministrazioni civiche. Coltiv� gli studi filosofici con indirizzo politico, sociale e religioso, e ne die� saggio in un�opera voluminosa ed in parecchi altri scritti, all�ultimo dei quali, recentissimo, die� forma d�interpellanza al presidente dei ministri su talune riforme desiderabili nell�indirizzo della politica interna d�Italia. Era entrato in Senato sino dal 28 giugno 1861: parl� una sola volta, nella Sessione 1863-1864, della VIII Legislatura, nella discussione del disegno di legge pel trasferimento della capitale a Firenze. Mor� in Napoli il 13 gennaio corrente, lasciando un nome altamente rispettato

 

Sul Gallone scrisse Giuliano Kremmerz:

 

"Col rammarico pi� sincero ho saputo con ritardo la morte del Senatore Giuseppe Gallone Principe di Moliterno, sparito al mondo dei vivi il 13 dello scorso Gennaio. Di censo e nobilt� vetustissimi, il Principe era cultore delle nostre scienze tra i pi� assidui e amorevoli. Ha scritto l�Olos in due volumi e di cui daremo un esame appena ci riescir� provvederci del secondo volume. Alla vedova, Donna Antonia Melodia Principessa di Tricase, le pi� care condoglianze per la perdita del suo sposo e del nostro fratello." Mondo Secreto, n.2 del 1898.

 

 

"L�Olos svolto dal lato filosofico, religioso, politico, sociale
Giuseppe Gallone.
Napoli: Stab. Tip. di A. Morano 1893-1897

 


Dei programmi politici di destra e di sinistra: parole del principe di Moliterno e Tricase
ai soci dell�Associazione costituzionale dell�ordine in Napoli.

- Napoli :stab. tip. dell�Unione, 1879. -




Discorso detto dal senatore principe di Moliterno e Tricase
all�Associazione costituzionale dell�ordine di Napoli
il 17 maggio 1879.

Napoli : stab. tip. dell�Unione, 1879

 

 

 

 

 

Vittoria Aganoor e i Principi di Moliterno 

 Uno Studio di Giuseppe Centonze

 



Vittoria Aganoor

 

Vittoria Aganoor, nota a Castellammare per la sua suggestiva poesia intitolata Villa Moliterno (Quisisana) e dedicata �alla Principessa di Tricase�, cui apparteneva quella splendida residenza stabiese, fu considerata una delle pi� importanti, se non la pi� importante poetessa italiana del periodo a cavallo tra Ottocento e Novecento1.

Diamo un brevissimo sguardo alla sua vita e al suo rapporto con Napoli, per meglio capire il personaggio e il suo ambiente familiare e culturale, nonch� il momento e l�occasione in cui fu ideata Villa Moliterno.

Nacque nel 1855 a Padova, dal conte Edoardo, di origine armena, e da Giuseppina Pacini, milanese. Ebbe una buona educazione umanistica e artistica, anche se non classica cos� come le quattro sorelle pi� grandi Angelica, Virginia, Maria (Mary) ed Elena  ed ebbe come suoi maestri di composizione metrica i poeti Andrea Maffei e, soprattutto, Giacomo Zanella, al quale rimarr� sempre riconoscente e affezionata.

Nel 1876, per meglio curare una malattia nervosa manifestatasi in Mary, la famiglia si trasfer� a Napoli, nel palazzo Caputo al Corso Vittorio Emanuele2. �Se vedesse come Napoli � bella ella scrisse il 15 aprile 1877 allo Zanella, se vedesse questo cielo e questo mare per un momento da una finestra della sua Vicenza non tarderebbe un minuto a porsi in viaggio�3.

Vittoria non si trov� inserita soltanto in un incantevole paesaggio, che la spingeva a gioire di fronte alla bellezza e alla forza della natura ed insieme a riflettere e meditare; ebbe anche l�amicizia e la �guida preziosa� di Enrico Nencioni, grazie al quale i suoi orizzonti letterari e culturali si ampliarono enormemente4. Ebbe contatti con molti esponenti della cultura e della letteratura, allarg� e approfond� le letture dei poeti e perfezion� l�arte di far versi scrivendo poesie, che inviava in visione agli amici (e ancora al suo �carissimo professore� Zanella), nonch� a varie riviste per la pubblicazione. Non le mancarono poi le frequentazioni importanti e le esperienze umane, gli amori e le sofferenze d�amore, le riflessioni sui sogni, sulle illusioni e sullo stesso pensiero che crea infelicit�5.

Intorno al 1895 la famiglia torn� in Veneto, a Venezia, nel palazzo in via Ponte dei Greci (il salotto fu frequentato da uomini di cultura e scrittori come Antonio Fogazzaro), e nella residenza estiva di Basalghelle, in provincia di Treviso.

Ma il suo rapporto con Napoli non per questo termin�. Infatti la sorella Angelica, sposata giovanissima a un capitano dei bersaglieri, ma separata nel 1876, aveva acquistato a Cava dei Tirreni un fabbricato con giardino poi trasformato in una bella villa, dove viveva; inoltre a Napoli abitava la sorella Virginia, sposata nel 1892 con Francesco Maria Mirelli (Cesco), duca di Santomenna, magistrato. Pertanto Vittoria faceva continui viaggi per recarsi dalle due sorelle e incontrare gli amici napoletani.

Nel 1899 mor� la madre (il padre era morto nel 1891), che lei aveva assistito con dedizione e sacrifici. Cominci� un periodo di tristezza e di sconforto, che cerc� di superare curando in sua memoria l�edizione della raccolta di liriche Leggenda Eterna (Milano, Treves, 1900) e con le sue attivit� culturali, i suoi viaggi e spostamenti, le sue importanti relazioni, la sua fitta corrispondenza. Leggenda Eterna, che cantava il vero e il sogno, il dolore e l�illusione, che non nascondeva le reminiscenze di Leopardi, di Zanella o di Carducci, di Pascoli o D�Annunzio, che anzi fondeva romanticismo e classicismo, decadentismo e simbolismo in maniera nuova e moderna, fece conoscere e considerare ancora di pi� Vittoria in campo nazionale, proiettandola tra le migliori voci poetiche del nuovo secolo.

A Napoli, nel frequentato salotto della sorella Virginia a palazzo Mirelli, incontrava la nobilt� (tra i pi� assidui v�era la principessa di Moliterno) e gli amici intellettuali partenopei, tra i quali Di Giacomo e Verdinois6.

Frequentava anche il salotto della principessa di Moliterno, Antonia (Antonietta) Melodia7, molto intima dei Mirelli come si � appena visto, nel palazzo Cassano Serra. Qui infatti fu presentata il 28 maggio 1900 la nuova raccolta Leggenda Eterna durante una serata organizzata in suo onore dalla principessa e descritta da Salvatore Di Giacomo con il bell�articolo Salotti napoletani. Vittoria Aganoor a Napoli, uscito su �L�Illustrazione italiana� del primo di luglio. La casa dei Moliterno a Napoli era il salotto dei pi� importanti aristocratici e intellettuali napoletani cos� come la villa Moliterno a Quisisana, sulle alture di Castellammare di Stabia, fu il corrispondente salotto estivo, grazie alla principessa ed agli attivissimi animatori della vita estiva stabiese: il marito Giuseppe Gallone (finch� non lo colse la morte nel gennaio del 1898) e il figlio Pietro Giovanni Battista (Gino).
 



La Principessa Antonia Melodia


La Villa Moliterno o Villa Antonietta (gi� Villa Lieven perch� appartenuta al principe Alessandro di Lieven, ambasciatore di Russia a Napoli), acquistata nel 1868 dal principe di Moliterno Giuseppe Gallone e dalla consorte Antonietta, ben prestandosi, col suo suggestivo e incantevole scenario, alle eleganti attivit� estive, aveva ospitato molte personalit� illustri; ed anche se, dopo la morte di Giuseppe Gallone, non fu pi� vissuta intensamente come prima, soprattutto dalla vedova, continu� tuttavia ad offrire i suoi conforti, il suo incanto e il suo fascino a chi ebbe il privilegio di esservi ospitato.

Immersa nel verde, al limite del fitto e fresco bosco di Quisisana, aveva un proprio bellissimo parco con alti alberi palme avvinte da glicini, cedri del Libano, araucarie e magnolie, con aiuole e con verdi prati che a valle affacciavano sull�azzurro della dolce insenatura stabiese del golfo di Napoli, impreziosita davanti alla foce del Sarno dal romantico isolotto fortificato di Rovigliano e dominata, proprio di fronte, dal vicinissimo, scenografico, custode all�apparenza, eppur minaccioso �sterminator Vesevo�.       


In questa deliziosa villa, appunto, insieme con la sorella Virginia e il cognato Cesco, fu ospite nell�estate del 1901 Vittoria Aganoor, che vi ide� e compose (se pure non avendoli ancora del tutto �martellati�) i versi che da essa presero il titolo di Villa Moliterno.

La lirica fu ben conosciuta dai Napoletani, che la lessero subito sulla prima pagina del �Corriere di Napoli� del 3 ottobre 1901 e, dopo quasi quattro anni, sulla rivista �Regina� del 30 maggio 1905, dove ne poterono ammirare, riprodotta a tutta pagina, una copia scritta dalla mano stessa dell�autrice, con alcune trascurabili varianti, quasi tutte nella punteggiatura. Fu poi inserita nella raccolta Nuove Liriche (Roma 1908), con l�aggiunta della dedica �alla Principessa di Tricase� e con qualche altra variante ancora relativa alla punteggiatura, e, naturalmente, riportata in identica versione tra le postume Poesie complete curate da L. Grilli (Firenze 1912).

Non erano completamente note, tuttavia, le circostanze e la situazione in cui la poesia era stata composta. Ebbene, il ricchissimo (anche se solo in parte pubblicato) epistolario dell�Aganoor ci viene incontro.

Vittoria amava scrivere agli amici lettere non nate certo per la pubblicazione e pertanto non curate nella forma e spesso affrettate, ma spontanee e rispondenti al suo bisogno di comunicare novit�, attivit�, programmi, pensieri, confessioni, speranze; per lei le lettere, come scrisse a Domenico Gnoli il primo di luglio 1898, �quando non sono composizioni letterarie, tengono il posto della conversazione parlata�8. La sua corrispondenza � pertanto utilissima per conoscere il personaggio e le sue frequentazioni, il suo animo e la sua vita anche quotidiana e, inoltre, situazioni e particolari riguardanti i familiari e gli amici stessi.

In particolare, nel nostro caso, alcune delle lettere a Marina Sprea Baroni Semitecolo, a Almerigo da Schio, a Domenico Gnoli, a Guido Pompilj, a Francesco Cimmino e a Salvatore Di Giacomo consentono o di datare con buoni margini di precisione la poesia Villa Moliterno e di collocarla sentimentalmente, o di conoscere meglio un momento significativo anche se breve della vita di Vittoria e il suo rapporto con Castellammare e Quisisana. Cercheremo di ricavare il pi� possibile dal loro esame, pur sapendo che molto probabilmente esistono ancora, in archivi pubblici e familiari, lettere inedite dell�Aganoor che potrebbero contenere ulteriori notizie interessanti sul suo soggiorno a Castellammare o sulla composizione di Villa Moliterno.

Gi� nel luglio del 1900 la sorella Virginia, che non stava bene in salute, soggiorn� per curarsi a Castellammare (verosimilmente a Quisisana, nella villa dell�amica principessa di Moliterno, visto che Antonietta Melodia dopo alcuni giorni andr� anch�essa a Castellammare e le far� compagnia, come si vedr�). Lo sappiamo dalla stessa Vittoria, che, tornata dal caldo di Cava a Venezia, lo annunciava il 29 giugno 1900 all�amico poeta Domenico Gnoli9 (al quale dichiarava, quand�era gi� iniziata la sua relazione sentimentale con l�orientalista e poeta napoletano Francesco Cimmino, di essere �mutata� nei suoi confronti e tuttavia di non fargli mancare la sua �buona amicizia fraterna�), confessandogli anche la propria incapacit� a trarre pienamente gioia e conforto dalla contemplazione della natura:

S�, avete ragione, l�aria di Cava non mi si conf� molto; ora tornata qui, mi sento pi� serena e forte. Virginia non sta ancora bene del tutto, ma andr� presto a Castellammare per prescrizione medica e spero che quell�aria e quei bagni le gioveranno. Anche a voi l�estate giova; in questo andiamo d�accordo, solo forse non ritraggo dalla contemplazione della natura, pi� colorita, pi� luminosa e nelle sue varie forme, quell�ebbrezza e quel conforto che voi ne ritraete. Voi siete pi� poeta di me e a voi la cupola di San Carlo d� gioie che a me certamente non darebbe o almeno di gran lunga pi� tenui. [...] Angelica � rimasta alla Cava; Virginia come vi ho detto andr� a Castellammare e suo marito su e gi�. A Varallo io conto andare o alla fine di Luglio o ai primissimi di Agosto. Ho proprio bisogno di doccie10.

L�11 luglio 1900, sempre da Venezia, in una lettera volutamente discreta al suo nuovo appassionato amore Francesco Cimmino11 nella quale chiedeva una romanza e delle fotografie promesse ed elogiava l�articolo scritto per lei da Salvatore Di Giacomo su �L�Illustrazione italiana� del primo luglio 1900 scriveva con piacere che la Moliterno avrebbe fatto compagnia alla sorella Virginia a Castellammare:

Sento che la Moliterno andr� anch�essa a Castellamare, sar� una cara compagnia per mia sorella Virginia e ne godo davvero12.

La lettera al Cimmino ci consente una non inopportuna digressione sul particolare momento della vita dell�Aganoor, che poco tempo prima gli aveva detto: �Chiedimi pure tutto quel che vorrai: ti dico: far� sempre quello che tu mi dirai di fare; sar� quella che tu mi dirai di essere�13. Pochi mesi prima aveva scritto gi� a Gnoli: �Mi farebbe molto bene una calda ma tranquilla affezione che sapesse molto intendere e molto compatire e molto perdonare; non �vinetto annacquato� ma salutare e ritemprante soccorso. Non agli altri io chiedo questo. Volete?�14. Vittoria aveva paura del futuro, della solitudine, si sentiva sfiorire sempre di pi�; avrebbe voluto star vicina a un uomo che avesse potuto offrirle sicurezza, comprensione, una �tranquilla affezione�; voleva afferrare le ultime possibilit� di sposarsi. Aveva perci� coraggiosamente preso queste iniziative; ma entrambi i tentativi non erano andati in porto.

Inoltre l�addoloravano molto gli scoppi d�ira della sorella Mary, malata di mente, nei suoi confronti. Scrisse il 6 marzo 1901 all�amica scrittrice Neera (Anna Radius Zuccari): �Traverso un periodo della mia vita molto triste [...] ogni energia di azione e di lavoro sento che se ne va da me, e rileggendo la cara tua lettera fraterna sorrido di amarezza pensando che mi crederesti ancora capace di ricominciare la vita! Ah s�, questo te lo confesso, sono in me momenti di ribellione e una sete di un po� di pace d�un po� di bene, sempre sognato e non avuto mai; ma sono momenti, giacch� vedo l�assurdit� d�ogni mia speranza. �Scegli tra i tuoi ammiratori (tu dici) un uomo semplice, di cuore che sappia apprezzarti e che ti ami�. � Ma tu mia cara e buona amica parti da un punto fantastico e giungi cos� all�impossibile. Io non ho che qualche raro ammiratore letterario, ma gente che �mi ami� nessuno. / Ora ti domando come si fa a scegliere o anche soltanto a prendere qualcosa che non esiste? / Tu puoi credermi, giacch� vedi come ti scrivo. Io sono ormai una vecchia donna che pu� ispirare dell�amicizia, nient�altro, ed io mi accontenterei ormai d�un po� di pace, ma anche questa, pare, mi sar� negata fino alla morte�15.

Dopo, per�, volle tener conto del consiglio di Neera. Aveva gi� conosciuto lo statista umbro Guido Pompilj16, colto, intelligente, attivissimo in politica, ed era attratta dalla sua figura; nei primi giorni di gennaio 1901 gli aveva scritto a lungo della sua vita, della sua famiglia, gli aveva �aperto l�anima�17. Il 16 maggio 1901, da Napoli, gli pales� coraggiosamente le sue intenzioni: �Perch� vorrei ora prender marito? perch� sarebbe l�unica maniera di vivere con Lei, per Lei, vicina a Lei; ch� se fosse possibile far questo senza sposarla io non Le chiederei, cio� non Le avrei chiesto di sposarmi mai [...]. Quando speravo ancora [...] posso confessarglielo, quella mattina l� a Roma ho sperato, d�un tratto, quasi con sicurezza ch�Ella mi volesse bene! avrei voluto dirle io: �Se mi vuoi bene, se vuoi sposarmi, facciamo presto, presto, presto, ch�io possa darti ancora questo ultimo clemente guizzo di vespero. Ora, per questa gran gioia, per questo mio grande amore, mi sento ancora giovane, sono ancora giovane, ma domani, chi sa? dunque non aspettiamo, te ne supplico�. Questo pensavo, questo avrei voluto dirle allora, quella mattina indimenticabile e unica�18.

Per tornare al nostro discorso, a giugno del 1901 Virginia di nuovo non stava bene e le fu prescritta per il secondo anno la cura dei bagni minerali a Castellammare. Vittoria le fece compagnia. Il 6 luglio fu a Castellammare con la sorella e il cognato, nella bella dimora dei Moliterno a Quisisana, fu incantata dal paesaggio e, spinta dalle preghiere della principessa, cominci� subito ad ideare le immagini, le parole e i versi di Villa Moliterno. Intanto approfitt� per fare anche lei, con giovamento, la cura dei bagni. A Quisisana conduceva �una vita di igienica contemplazione� e �molto all�aperto�, come scrisse a Marina Sprea, godendosi il bel paesaggio e il fresco del parco o con passeggiate nel vicinissimo bosco, manteneva le sue fitte relazioni epistolari, componeva qualche verso, insieme con Virginia e Cesco riceveva gli amici in visita da Napoli o in villeggiatura. Il 19 agosto, lasciando i Mirelli, part� per Cava dei Tirreni, dove continu� a elaborare i versi nati a Quisisana; il 2 settembre era di nuovo a Castellammare per rivedere e salutare Virginia e Cesco prima del ritorno a Venezia; vi rimase fino al 9, quando ritorn� a Cava da Angelica; il 20 part� per Venezia.

Ripercorreremo da vicino questi momenti del soggiorno stabiese e cavese di Vittoria attraverso il racconto da lei fatto nelle lettere agli amici.

In quella inviata da Napoli il 27 giugno 1901 a Guido Pompilj sono descritti i tentativi per poterlo incontrare a Napoli o a Portici (dove risiedeva la madre, Giuseppina Becherucci risposata Palmucci), anche a costo di far rimandare ulteriormente la partenza per Castellammare fissata per il 6 luglio, e non � celata la speranza di vederlo venire, possibilmente, proprio a Castellammare:

Guido caro. Prover� ad ottenere che si rimandi di due giorni la partenza, ma non so che pretesto addurre per questo. Ieri Mirelli s�impazient� pensando che si era rimandato di giorno in giorno fino al sei. Ad ogni modo vedr� di riuscirvi, ma Le sapr� dire poi se si o no. Sarebbe altrimenti difficile ch�io potessi venire a Portici proprio la vigilia della partenza, mentre vi saranno disposizioni da prendere e la gente di casa in giro, e Virginia vorr� forse fare qualche ultima visita etc. etc. Se fossi sicura di trovar Lei a Portici il 4, verrei io, senz�altro, senza dire che � giunto; e solo per salutare i suoi prima di partire. Poi direi che Ella venne senza avvisare e la trovai l�, e che il ... sarebbe venuto a vederci. Ma se Ella deve andare un giorno in campagna prima di partire da Perugia non potr� essere a Portici nemmeno il 4, e allora io vi andrei per nulla [...]. A Levico si ricordi che non deve rinunziare per nulla al mondo. A Castellamare verr� quando potr�, ma a Levico bisogna che vada; Le raccomando tanto! Ha necessit� assoluta d�un po� di riposo e di buon�aria di non pensare che alla salute, almeno per una ventina di giorni [...].

Pi� tardi a colazione ho tirato il discorso sulla partenza, e vedo che non � possibile rimandare [...]. Siamo rimasti cos�, per cui, il 4 io potrei venire a Portici anche col pretesto di sentire dalla sua mamma se Lei viene o non viene il d� dopo, ma bisognerebbe che il 4 Lei fosse di certo a Portici e che io lo sapessi. Se no ci vorr� pazienza, e aspetter� dopo il suo ritorno da Levico, se anche a Castellamare non po�tr� venire. E mi voglia bene e senta che gliene voglio tanto. Fadette19.

Arrivata a Castellammare, dalla Villa Moliterno a Quisisana, dove i Mirelli sono ospiti di Antonietta Tricase, il 10 luglio 1901 Vittoria scrive all�amico Almerigo da Schio20. Spiega il motivo di questo suo soggiorno, l�incanto del posto, le virt� dei bagni della Confluente iniziati quel giorno da Virginia e da lei stessa:

�Il mio desiderio � di venire a trovarvi� questo autunno, ma come volete che si possa far progetti quando il destino pensa lui a mutare ogni proponimento? Partendo da Venezia, il mio pensiero era di tornarvi in Luglio dopo aver passato un mese con Virginia e un mese con Angelica. Invece Virginia si ammal�, io non ebbi naturalmente cuore di lasciarla, e quando il medico le prescrisse i bagni di Castellamare ed ella mi preg� di accompagnarvela, non seppi dire di no. Cos� rester� tutto il Luglio con lei, e poi dovr� andare da Angelica un po� di tempo, giacch� mi tiene gi� il broncio per il mio ritardo.

Prevedo che non potr� tornare nel Veneto che in Settembre [...].

Io sto benino in questa pace e in questo clima delizioso. Figuratevi che n� a Napoli finch� vi fui, n� qui ora si ha ancora avuto il vero e seccante caldo che a Venezia mi dicono abbia imperversato. Qui sempre un�aria fresca e impregnata di odori silvestri o di mare, perch� da un fianco della villa abbiamo l�incantevole bosco di Quisisana, e d�intorno le alte piante del parco magnifico, in fondo al quale, disposto sul declivo erboso sparso di macchie e incorniciato da palme e cedri del Libano, s�apre gloriosa la magnificenza del mare. A destra la valle di Pompei; pi� in l� il Vesuvio fumante, con le falde biancheggianti di ville e paesi; l�isoletta romantica di Revigliano e un andirivieni di paranzelle e di barche tutte piene di sogni. Un incanto vi dico.

Virginia ora va proprio rifiorendo di giorno in giorno, e oggi appunto cominci� i bagni della Confluente. Io pure li fo. Sono ricostituenti, vi � ferro, arsenico, zolfo e mille altre buone cose. Ma il medico mi diceva che attribuisce la loro efficacia pi� che altro a una loro qualit� di elettrolisi; forse sbaglio a ridire, ma insomma a certa elettricit� che la loro composizione sviluppa21.

Si avvertono, nella lettera, la gioia di Vittoria nel vedere Virginia rifiorire, a soli quattro giorni dall�arrivo, e, intenso, il piacere suscitato dal posto, dall�aria, dal paesaggio incantevole. Nella ispirata descrizione ella usa gi� le immagini che costituiranno le prime tre strofe della lirica Villa Moliterno (Una dimora che ai convegni eletta / certo avriano le Grazie, e, accanto, i lieti / trionfi delle palme, intorno avvinte / dalla glicine in fiore, e i cedri insigni / del Libano, e i metallici fulgori / delle magnolie. // Molli prati e vivide / famiglie di verbene in mezzo al fresco / idillio d�ombre, finch� poi non s�apre / libero, a pie� della ridente china, / il velario magnifico del verde / sulla gloria del mare. // Ali di candide / paranze vanno per l�azzurro, e insieme / passano con veloce ala i ricordi, / passano le veloci ombre dei sogni. / Certo non mai la dolce estasi il core / mio scorder�, della bellezza eterna / finch� s�accenda). I versi, quindi, erano gi� nati nella sua mente e probabilmente gi� abbozzati sulla carta.

� da notare anche il suo interesse per i bagni della Confluente (cos� detta perch� costituita dalla confluenza di acque con caratteristiche e virt� diverse provenienti da alcune delle principali sorgenti stabiesi) nello stabilimento termale di Castellammare e per la �qualit� di elettrolisi� a cui il medico attribuiva la loro efficacia. 



Il 15 luglio 1901 scrive a Marina Sprea Baroni Semitecolo22  partecipando anche a lei la malattia di Virginia, il motivo del soggiorno a Castellammare, l�incanto del posto e della villa in cui soggiorna e l�efficacia della cura dei �bagni ferrati che mi giovano molto per l�anemia�. Esalta inoltre le infinite attenzioni della principessa Antonietta, anch�essa presente fino ad allora e in procinto di partire per Aix, lasciando tuttavia la villa affittata ai Mirelli per tutta l�estate:

Anch�io sono scusabile se non ti ho scritto prima. A Napoli ebbi Virginia malata (dolori alle reni, perdite abbondanti e prolungate, etc etc.) quasi per un mese, ed avendole il medico prescritto assoluto riposo, io la facevo pazientare a letto con lunghe letture e chiacchierette etc etc. Il dottore le prescrisse poi i bagni di Castellamare e Virginia mi preg� di accompagnarla qui, n� io ebbi cuore di rifiutarle quel che mi chiedeva, non vedendola ancora del tutto riavuta. Ora, grazie a Dio posso dirti che Virginia sta proprio benino e va rifiorendo di giorno in giorno. Qui la temperatura � mitissima anzi deliziosa. Abbiamo alle spalle il bosco di Quisisana, davanti il mare, e l�aria � sempre fresca e impregnata di selva o di salsedine. Questa villa poi � un incanto, e la buona principessa che ci vuole ospiti sue fino a oggi (domani ella parte per Aix e la villa resta fittata ai Mirelli per tutta la stagione) ci colm� di tante e tali bont� che a enumerarle ci vorrebbe un volume. Baster� dire che la sua ospitalit� pu� quasi andar a pari con la tua, e come te ci fece trovare sulle toilettes e sulle scrivanie ogni utile cosa, perfino i bolli da lettere come fai tu [...]. Angelica mi aspetta a Cava col muso, e vi andr� in Agosto, ma ora sono qui e faccio anch�io questi bagni ferrati che mi giovano molto per l�anemia [...]. Io vedi che per ora non posso tornare nel Veneto, e non potr� farlo penso, che in Settembre23.

Il 2 agosto scrive allo Gnoli dicendosi �sbalordita� per i bellissimi e originali versi da lui incredibilmente composti nelle forme �moderne� sotto il nome di Giulio Orsini ed orgogliosa perch� erano stati scritti pensando a lei; smentisce poi le �cattiverie� da lui manifestate accusandola di aver voluto confonderlo �tra le schiere degli ammiratori� e di non volere la sua �amicizia affettuosa�; infine lo rassicura di essere �discreta� e di non rivelare l�identit� dell�Orsini24. La lettera, molto importante per i motivi ora accennati, non contiene tuttavia riferimenti a Castellammare e alla nascente lirica Villa Moliterno.

Domenico Gnoli � venuto a Castellammare a trovare l�Aganoor e forse proprio nella villa di Quisisana si � trovato confuso e trascurato �tra le schiere degli ammiratori�. Lo si ricava dalla lettera scritta da Vittoria nello stesso 2 agosto all��amico buono� Salvatore Di Giacomo25. Il Di Giacomo, infatti, � stato a Quisisana, ha fatto delle belle foto (di Vittoria, dei presenti, della villa �che riusc� d�incanto�), ma in nessuna compare lo Gnoli:

Sento proprio un gran bisogno di ringraziarvi e specialmente di questa piccola fotografietta quadrata su cui scriveste una parola cara. Son quasi tutte riuscitissime queste fotografie ed io vorrei pregarvi di mandarmi qualche altra cartolina col mio ritratto solo; perch� ho trovato modo di togliere con un finissimo temperino quelle due tremende (e ahim� autentiche!) rughe agli angoli del naso e della bocca, e sono ridiventata giovane che mai! Vorrei anche (o sono orribilmente indiscreta?) che mi mandaste alcune cartoline con la villetta, che riusc� d�incanto. La Marchesa Vasaturi � beata di quelle dei suoi bambini e Cesco pure e Virginia. Contento penso che non sarebbe il Gnoli, il quale non � riuscito n� bene n� male pover�omo! Come va che non lo si vede mai?26.

Accanto alla richiesta di altre stampe delle �riuscitissime� foto, la lettera contiene, a proposito delle canzoni digiacomiane, interessanti impressioni e riflessioni, che rivelano anche gli stati d�animo di Vittoria in quel periodo:

Ho letto solo ieri la vostra canzone sul Corriere di Napoli. Dovrei dire le vostre, ma per me la prima � assai superiore alla seconda, e la ho riletta tante volte e l�ho mandata a mente, e mi piace tanto, ed � tanto triste come tutto infondo quello che scrivete e che pensate e anche che dite talora. Ma � anche tanto giusta, vera, umana; (non so dire) quella canzone. Infondo a ciascuno di noi vi � la sfiducia, la diffidenza, lo scetticismo pi� nero, ma intanto che sete di gioia e di fede! Mai mai mai un�ora di completa sincerit�, di completo abbandono, e sempre invece intesi a imbavagliare le voci dell�anima nostra, gl�impeti caldi e schietti, gli slanci di tenerezza e di passione. E allora naturalmente non si crede pi� a niente, e anche non importa pi� di credere. Pensiamo che tutti mentono, e che vada bene cos�; ma �Carul� ha detto d�amarci; ebbene prestiamole fede per un ora, e dopo basta27.

Due giorni dopo, domenica 4 agosto, sempre dalla villa Moliterno, riscrive al Di Giacomo una lettera interessante per quel che dice di s� e dell�artista napoletano e per particolari riferimenti a persone e fatti. Afferma tra l�altro in fretta e in maniera un po� enigmatica evidentemente il poeta glielo ha chiesto che Francesco Cimmino (il suo amore ormai passato) non � venuto �a vedere il chiaro di luna�. Dice che a Quisisana si aspettano l��amico buono� Di Giacomo per la prossima domenica, verso le dieci, l�ora in cui arriva abitualmente Santamaria28. Annuncia che il 15 partir� per Cava dei Tirreni, per cui sarebbe contenta di essere un�altra volta fotografata, magari in una luce che la mostrasse giovanissima. Seguono i complimenti per l�uomo e l�artista, quindi saluti e ringraziamenti vari:

Ho perfino rimorso di rubarvi qualche ora con le fotografie e il resto, ma vi sono tanto grata di essere ad ogni modo cos� squisitamente cortese. No, Cimmino non venne �a vedere il chiaro di luna�. Voi dovreste tornare Domenica prossima e appunto nell�ora che viene Santamaria, verso le dieci. Avvisatecene sempre, ve ne preghiamo, perch� Cesco si fa una festa di venire incontro agli ospiti, e noi non vogliamo (le solite civetterie anche delle donne vecchie, anzi di queste) farci trovare spettinate, e in veste da camera. Io parto il 15 per Cava e sarei tanto contenta se mi faceste davvero una fotografia, in cui mi rivedessi nella buona luce... dei miei sedici anni. Ma nessuna Kodak al mondo potr� mai togliere a un viso umano le crudeli graffiate del tempo e del dolore. Che belle queste imitazioni pel nostro fascicolo, che vere! ma come sapete far tutto bene e quanto dovete esser contento di voi! [...]. Ho detto alla Marchesa e al Marchese Vasaturi dei vostri saluti e li ricambiano cordialmente. Li mander� anche a Gnoli scrivendogli. Cesco e Virginia vi aspettano e quest�ultima vuole vi chieda se riceveste la sua lettera con le insinuazioni di Cesco il quale vi � gratissimo dei giornali (appunto oggi venne il Santamaria ma non li mostrammo il Monsignor Perelli!!) e delle stampe. Voglio le vostre canzoni, le altre vostre canzoni; assister� con gioia al vostro �inebriamento settembrino�, la massima delle benedizioni per un artista. E aspetto il ritratto. Portatemi tutto, voi, e abbiatevi fin d�ora i miei ringraziamenti tanto vivi e schietti29.

Il 7 agosto ancora scrive al Di Giacomo, ringraziandolo delle fotografie avute e richiedendo altre cartoline con la piccola foto della villa Moliterno; chiede inoltre il suo intervento per la corretta spedizione di due copie del numero di �Piedigrotta� commissionate all�editore Ricordi da entrambe le sorelle (una da inviare a Cava, dove Vittoria il giorno 15 conta di trasferirsi, e l�altra a Quisisana, dove Virginia continuer� la sua permanenza estiva); in aggiunta, dopo la firma, il suo sperato �arrivederci� alla prossima domenica:

Mille e mille grazie di queste bizzarre fotografie, e pi� dei vostri due ritratti che mi piacciono tanto. Guarda levarsi e svanire le chimere del fumo il poeta, o giungere le legioni dei sogni? Vorrei ........ delle altre villette in cartolina chiara, da potervi scrivere su. (Che indiscreta quella Vittoria!) ma voi siete tanto buono. Abbiamo mandato la bolletta di commissione al Ricordi per il Numero di Piedigrotta, ma vedete voi che non facciano confusione, perch� la bolletta era una sola e vi abbiamo posto due firme; una io e una la Virginia. La mia bisogna che me la mandino a Cava dei Tirreni e quella della Virginia qui. Vi raccomando. [...].

Arrivederci domenica � vero?30.

Interessante anche la lettera che la sorella Virginia scrive al Di Giacomo il 9 agosto, e non tanto per i consigli che premurosamente, quasi maternamente, d� al poeta di non affaticarsi troppo e non �consumare la propria esistenza� (parte che non riportiamo), quanto per una nuova richiesta della �cartolina della fotografia del villino Moliterno�, tanto bene riuscita, e l�invito a venire la domenica successiva con l�indicazione della corsa del treno da �scegliere� e l�alternativa di anticiparsi per ascoltare insieme la messa nella cappella della villa:

Me lo farete il grande piacere di procurarmi una cartolina colla fotografia del villino Moliterno che vi riusc� cos� bene? Non mi dite indiscreta, ma che volete, la trovai cos� carina, cos� perfetta, che non seppi resistere alla tentazione di mandarla a Aix alla Principessa, ed io .... son rimasta senza. Mi compiacerete senza troppo mormorare? E Domenica vi avremo con noi? Se si, badate che vi voglio anche a colazione, scegliete dunque le ore antine. C�� un nostro amico che verr� pure quel giorno e prender� il treno che parte di cost� alle 10.55 per essere qui circa un�ora dopo; potreste scegliere anche voi quella corsa. Tanto meglio per� se veniste prima, si ascolterebbe insieme la messa nella cappellina della villa31.

Il 10 agosto 1901, sempre da Villa Moliterno, Vittoria comunica anche ad Almerigo da Schio di restare in quel �vero paradiso� fino al gioved� 15 agosto per spostarsi poi a Cava dalla sorella Angelica:

Io rester� qui, in questo vero paradiso, ancora fino a gioved�, 15. Poi andr� a Cava dei Tirreni dall�Angelica che comincia a impazientarsi del mio lungo indugio. A Cava vorrei rimanere non pi� d�un mese e poi in Settembre tornarmene a Venezia anche per qualche affaruccio da sbrigare32.

A Domenico Gnoli, ancora nell�agosto, scrive sulla nuova poesia da lui composta con lo pseudonimo di Orsini e risponde al suo rimprovero di non avergli inviato gli auguri per S. Domenico33. Allo stesso Gnoli invia il 14 agosto una cartolina con una veduta di Castellammare da Quisisana, contenente qualche affrettata comunicazione e qualche breve domanda34. Anche in queste due occasioni non parla allo Gnoli del luogo e della poesia che sta componendo.

Rimasta a Castellammare, nonostante i propositi di partire il 15 agosto, il giorno 16 scrive a Marina Sprea di aver rimandato la partenza per Cava al luned� 19. Le manifesta anche la sua contentezza, perch� erano state da lei gradite le tipiche gallette di Castellammare che le aveva in precedenza spedito, e di nuovo descrive il soggiorno a Quisisana e la vita �molto all�aperto� nel vicino �delizioso� bosco e nell�ombroso panoramico parco della villa in cui alloggia, decantato con immagini da confrontare utilmente con quelle della lirica Villa Moliterno:

Le gallette te le ho mandate io perch� sono bonissime col latte, il caff�, etc e leggierissime. Sono tanto contenta che tu le abbia accolte bene [...]. Io parto di qui luned� prossimo, 19, per Cava dei Tirreni, giacch� l�Angelica non vuol pi� sentir parlare di dilazioni, e d�altra parte volendo io essere a Venezia per la met� di Settembre, debbo affrettarmi giacch� altrimenti non resterei nemmeno un mese con lei [...].

Virginia ora sta proprio bene e la lascio tranquilla affatto [...]. Qui facciamo una vita di igienica contemplazione, perch� davanti alla villa, fino alle 4 p. m. abbiamo l�ombra, e cos� stiamo l�, fra le palme e i cedri del Libano, guardando il mare col Vesuvio in fondo, e le nuvole e i sogni che recano sulle lor mobili groppe. Qualcuno vien sempre da Napoli a colazione o a pranzo da noi, e la vita si fa molto all�aperto, nel bosco di Quisisana (delizioso) che abbiamo alle spalle o come ti dissi nel parco della villa35.

Suscita interesse l�espressione �le nuvole e i sogni che recano sulle lor mobili groppe�. Se infatti, insieme con quella della lettera 246 ad Almerigo da Schio (�un andirivieni di paranzelle e di barche tutte piene di sogni�36), la si confronta coi versi Ali di candide / paranze vanno per l�azzurro, e insieme / passano con veloce ala i ricordi, / passano le veloci ombre dei sogni, potrebbe probabilmente indicarci come legando simbolicamente i sogni ora alle barche ora alle nuvole si sarebbe sviluppata la moderna, quasi �ermetica� immagine delle veloci ombre dei sogni.

Ad Almerigo da Schio, su cartolina di Castellammare con veduta di Corso Garibaldi, nello stesso 16 agosto invia una breve comunicazione sulla partenza per Cava fissata per il 19:

Io parto luned� 19 corrente per Cava dei Tirreni. Sto preparandomi alla partenza e per� vi scrivo in fretta37.

Parte per Cava dei Tirreni dalla sorella Angelica, che ha insistito per averla con s�. Il 31 agosto � ancora a Cava, da dove scrive a Salvatore Di Giacomo38. Ma il 2 settembre � gi� andata via, secondo quanto in quel giorno Angelica scrive ad Almerigo da Schio (�Vittoria � partita per Venezia e credo che il 26 sar� a Verona pel Congresso della Dante Alighieri�)39.

Vittoria non torna subito a Venezia; si reca ancora a Quisisana per rivedere e salutare Virginia e Cesco e decide di rimanervi per alcuni giorni. Il 9 settembre, infatti, scrive una cartolina ad Almerigo da Schio da Castellammare:

Venni qui a salutare i Mirelli prima di tornarmene nel Veneto e stasera sar� a Cava dei Tirreni di nuovo, di dove partir� il 18 o 19 per Venezia 40.

Il giorno dopo, ritornata a Cava (probabilmente per non dispiacere alla sorella Angelica che sempre reclamava la sua presenza), scrive a Domenico Gnoli ancora sulle poesie di Gnoli-Orsini e sull�atteggiamento dell�editore Treves restio alla pubblicazione. Poi, nel riferire sul modo di trascorrere il tempo a Cava (�scrivo molte lettere e qualche verso�), afferma di essersi proposta di �finire e limar a dovere� i versi scritti sul Trasimeno e di inviargli, dopo averli �un po� martellati ancora� (�Piaceranno poi all�Orsini?�), quelli della lirica Villa Moliterno, composta su richiesta della principessa di Tricase (�che me ne preg� tanto�). Dalla lettera abbiamo anche l�ulteriore conferma che lo Gnoli � stato a Castellammare a trovarla durante il suo soggiorno stabiese:

Dunque Treves duro? Avreste potuto benissimo dirgli che m�avevate vista a Castellammare; vi assicuro che non avreb�be mai collegato l�Orsini con voi [...]. Che faccio alla Cava? scrivo molte lettere e qualche verso; ne scrissi alcuni sul Trasimeno che se mi riesce di finire e limar a dovere vorrei dare al Ferraris, che da tanto mi chiese qualcosa per l�Antologia. Poi scrissi. anche dei sciolti per la Villa Moliterno, o cio� per la pro�prietaria di quella villa che me ne preg� tanto, e ve li mander�, appena li abbia un po� martellati ancora. Pia�ceranno poi all�Orsini? Io vorrei ripassare da Roma il 18, e alle 8 di sera aspettando il treno delle 11 e 10. Ma se mutassi vi riscriver� o telegrafer�.

Ricevo ora la vostra del 9. Fui a Castellammare dai Mirelli, e tornai qui solo iersera, per cui trovai qui la vostra cartolina dal Foro Romano, che l�Angelica trattenne con le altre lettere dovendo io tornare presto. Sto bene e potrete constatarlo passando io per Roma come vi dissi il 18 di sera; ma conto restare a Venezia solo l�Ottobre e tornare a Napoli ai primi di Novembre. Cos� ci rivedremo ancora. Anche l�Angelica vuol esservi ricordata con molta amicizia e si augura di vedervi qui un altr�anno; anzi � un po� in collera con voi perch� foste a Castellammare e non pensaste a Cava dei Tirreni cos� poco lontana. Ma io le dissi che avevate il tempo contato ecc. ecc. Bugie in fondo, perch� realmente avreste benissimo potuto fare una punta da lei41.

Villa Moliterno, tanto richiesta dalla principessa Antonietta, non era stata dunque ultimata il 10 settembre 1901, nel senso che i versi richiedevano di essere ulteriormente rifiniti e curati, �un po� martellati ancora�, il che avvenne molto probabilmente prima del giorno 20, quando Vittoria ripart� per Venezia per prepararsi alle nozze con Guido Pompilj, o forse anche qualche giorno dopo. Ad ogni modo la poesia fu pubblicata il 3 ottobre sul �Corriere di Napoli�, in prima pagina, nella rubrica Api Mosconi e Vespe firmata �Vice�, preceduta da un garbato trafiletto dal titolo Le ville, nel quale, anche se con un�inesattezza sul periodo di soggiorno di Vittoria a Quisisana (�ha passato tutto il settembre�), si accennava al rapporto tra le due sorelle e altri villeggianti a Castellammare di loro conoscenza, nonch� al permesso di pubblicare i versi fatto pervenire da Venezia: �Nella villa di quella gentilissima e finissima signora che � la principessa di Tricase e Moliterno, in quella fresca e suggestiva dimora estiva della dama pi� amata nella nostra aristocrazia, Vittoria Aganoor ha passato tutto il settembre, assieme alla sorella duchessa di Santomenna. In questo tempo le gentili signore hanno attorno a loro raccolto, in lieto e spirituale convegno, tutti coloro che villeggiavano a Castellammare e che hanno il piacere di conoscere cos� colte dame. Ora la villa Antonietta non ha pi� ospiti: la signora duchessa di Santomenna � a Cava dei Tirreni, Vittoria Aganoor � tornata a Venezia. Ma di l�, sempre cortese, memore ancor sempre delle indimenticabili giornate passate a Quisisana, ella non si rifiuta alla preghiera che le ho dato e mi permette di pubblicare i suonanti e be� versi che dedica al felice albergo ove ha passato cos� felici giorni�42.

Nella sua stesura definitiva, la lirica, col titolo Villa Moliterno (Quisisana) e con dedica �alla Principessa di Tricase�, � composta di ventinove endecasillabi sciolti (di cui due sdruccioli con omeoteleuto) ripartiti liberamente in cinque strofe di non pari lunghezza, agganciate l�una coll�altra attraverso quattro endecasillabi (vv. 6, 11, 17, 24) recisi ciascuno in due emistichi, di cui il primo chiude una strofa e il secondo apre la successiva.

� un espediente, questo, che crea da una parte una pausa marcata tra una strofa e l�altra, ma che anche provoca dall�altra l�attesa dovuta al desiderio di continuare il verso interrotto, di andare al di l� dell�interruzione. Del resto � ci� che in qualche modo capita anche con quasi tutti i versi di questa poesia attraverso il procedimento dell�enjambement, che, separando due parole concettualmente legate, fa prolungare oltre la pausa ritmica il periodo logico e crea una particolarissima vaga musicale sensazione.

La musicalit� della poesia � poi evidente negli accenti, nelle cadenze, nelle accennate, quasi celate assonanze, nel ruolo che sembrano assolvere le liquide di creare nel suono il fremito della natura e il rapimento dell�anima dell�autrice.

Villa Moliterno non � solo armonica, ben costruita, nobile per forma e stile; � anche densa di immagini, di suggestioni, di riflessioni, di sentimento; e pu� certamente considerarsi tra le pi� riuscite delle 71 composizioni che confluiranno nel 1908 in Nuove Liriche. Se ne era ben accorto l�esigente e raffinato Ferdinando Martini quando scriveva a Guido Pompilj il 14 gennaio 1909 a proposito della nuova raccolta di Vittoria Aganoor: �Qui il sentimento � vivo e schietto: l�espressione alata, l�eloquio ricco, il verso tor�nito e forbito. / La mia ammirazione (e io non sono uomo da complimen�ti) non solo si conferma ma cresce. / Quali di queste poesie mi piacciono pi�; questo domandi. Trasimeno (sebbene sia la tua glorificazione) - Castel di Zocco - Villa Moliterno - Il Giudizio - In morte di un poeta - Dal Frontone - Sera estiva: - aggiungerei Villa Medici, che ha impeti veramente belli e alcune strofe perfette; ma in altre la forma non � sempre squisita come in quelle: e c�� troppo lusso di colore, un epitetare frequente, con non sem�pre utile abbondanza�43.

L�Aganoor inizia la prima strofa con l�immagine della bella villa, che le stesse Grazie avrebbero scelto per i loro convegni, con accanto le splendide palme avvinte dalla glicine in fiore, i maestosi cedri del Libano, le magnolie dalla metallica lucentezza:

        "Una dimora che ai convegni eletta
        certo avriano le Grazie, e, accanto, i lieti
        trionfi delle palme, intorno avvinte
        dalla glicine in fiore, e i cedri insigni
        del Libano, e i metallici fulgori
        delle magnolie."

Nella seconda strofa lo sguardo si posa sui soffici prati e sulle rigogliose famiglie di verbene, in mezzo alla ombrosa e fresca cornice degli alberi. Anni prima, in Leggenda Eterna, Vittoria aveva gi� sognato con qualche immagine pascoliana un solitario prato tutto verde (� nel mio sogno un prato tutto verde / solitario, tra due / spalle di monte, e l�erba trema al soffio / dell�ombra... / Di l�, nel sole, cantano, / ma il canto va lontano e poi si perde... / Pi� solitario resta / e pi� silenz�oso, / nel mio sogno, quel prato tutto verde...44). Ma qui ora il verde, degradando gradevolmente, s�apre �libero�, interamente e splendidamente, sulla magnificenza del mare:        

        "Molli prati e vivide
        famiglie di verbene in mezzo al fresco
        idillio d�ombre, finch� poi non s�apre
        libero, a pie� della ridente china,
        il velario magnifico del verde
        sulla gloria del mare."

Ora � l�azzurro del mare, solcato dalle bianche vele delle paranze come ali nel cielo, che attira lo sguardo; ed � come se passassero velocemente le ali dei ricordi, cos� come le ombre dei sogni (sogni legati alle barche, ma anche alle nuvole, come si � visto prima nella lettera del 10 luglio 1901 ad Almerigo da Schio e in quella del 16 agosto 1901 a Marina Sprea Baroni). Il cuore non potr� scordare la �dolce estasi� provocata dalla �bellezza eterna�:

         "Ali di candidede
        paranze vanno per l�azzurro, e insieme
        passano con veloce ala i ricordi,
        passano le veloci ombre dei sogni.
        Certo non mai la dolce estasi il core
        mio scorder�, della bellezza eterna
        finch� s�accenda."

Sensazioni che sono squisitamente e profondamente aganooriane. Vittoria stessa, nella premessa alla lettura tenuta al Collegio Romano nel marzo del 1906, riconosceva questi �moti dell�animo� suo anche nella sua fanciullezza: �Mia sete grande era poter dire in versi tutto ci� che mi passava nell�anima; e mentre, poniamo, guardavo da una finestra, sul vespero, una vallata e i monti lontani e sentivo l�odore della selva vicina in germoglio; e vedevo scolorarsi il cielo al miracolo delle stelle; mi struggevo di non poter rendere, non quella scena soltanto, ma insieme i centomila pensieri che mi turbinavano in mente a quella visione di bellezza, e le sensazioni suscitate da quelle fragranze, e le fantasie strane, che a me parevano presentimenti o ricordi, e, insomma, tutta la indefinibile deliziosa inquietudine dell�et� sognatrice�45. Si veda anche ci� che scrisse a Gnoli il 26 agosto 1898 per disapprovare la �troppa serenit� olimpica� dei sonetti della Brunamonti, composti osservando la natura con �animo tranquillo�: �Quel che mi passa sotto gli occhi, specialmente nella campagna [...] io non lo guardo mai, o quasi mai, con �animo tranquillo�. I versi pi� belli, quelli che non ho mai mai scritti, quelli che non scriver� mai, mi cantano allora dentro, mi commovono, mi esaltano, e vorrei saper dire che impeti di ammirazione e di amore mi scotono, e vorrei parlare a voce alta e magari gridare talora tanto � complesso quello che sento, sensazione e sentimento, intuizione improvvisa di eternit� e d�infinito, annientamento di tutto che � in me di meschino, reminiscenza confusa, ma certa, (chiss�?) d�altre vite. Non so dire, ma voi mi intendete ugualmente. Come volete si possa guardare le montagne, queste figliole del caos e della violenza, queste millenarie veterane che rammentano le battaglie del foco e degli oceani, come volete che si possano guardare �con animo tranquillo�? Niente in natura � tranquillo e niente � tranquillo dentro di noi�46.

In fondo il Vesuvio fuma minaccioso. Ma ad un�Aganoor dall�animo anche leopardiano, che sente e riflette, nel mentre le rose intorno fremono segretamente un loro inno alla gioia che non dura, l�aria intorno sussurra: �Non vedi? Il giorno � breve. Accogli avida nella tua anima in estasi il balsamo di quest�ora come augurio del domani�:

         "Minaccioso in fondo
        fuma il vulcano, ma da presso io sento
        fremere un lor segreto inno le rose
        alla gioia fuggente, e l�aria intorno
        susurrarmi: � �Non vedi? il giorno � breve;
        augurio del domani avida accogli
        per entro la rapita anima il vivo
        balsamo di quest�ora".

Ecco che una rosa perde i petali e il tramonto distende i suoi mesti veli gi� per le rive e i porti di Castellammare, mentre, sopra il tremulo specchio del silenzioso golfo, l�ultima rampa del Vesuvio immutata sfavilla verso il cielo:

         "Ecco si sfogliaia
        una rosa, e laggi� distende i veli
        mesti il tramonto per le rive e i porti,
        mentre immutata, del silente golfo
        sovra il tremulo specchio, al cielo incontro
        del Vesuvio l�estrema erta sfavilla."

La lirica si chiude con questa immagine di sapore ancora leopardiano. La riflessione dell�Aganoor, per�, non � sull�indifferenza e sull�inganno della bella e onnipotente natura, quanto sull�eternit� della bellezza da una parte e sul tempo che trascorre inesorabile e sulla �gioia fuggente� dall�altra. Abbiamo visto come la stessa Vittoria avesse scritto a Domenico Gnoli: �Forse non ritraggo dalla contemplazione della natura, pi� colorita, pi� luminosa e nelle sue varie forme, quell�ebbrezza e quel conforto che voi ne ritraete�47. Abbiamo visto anche come il Croce avesse colto il motivo del dolore che �pervade� tutta la sua poesia, la ricerca della pace, l�amore e la pena d�amore, e, oltre l�amore, �altri semplici e fondamentali sentimenti umani e femminili: l�incapacit� di rassegnarsi al tramontare della giovent�, della bellezza, della freschezza corporea e spirituale; l�incapacit� di rassegnarsi alla perdita del padre, della madre, delle persone care�48.

Il tempo infatti fa sfiorire (glielo ricordava la rosa che si sfoglia e l�aria stessa le sussurrava: Non vedi? il giorno � breve; / augurio del domani avida accogli / per entro la rapita anima il vivo / balsamo di quest�ora) ed ora l�Aganoor, all�et� di quarantasei anni, ne era convinta pi� che mai. Si pensi all�insistenza quasi ossessiva con cui chiedeva le sue foto al Di Giacomo, a come desiderasse apparirvi pi� giovane e rivedersi nella �buona luce� dei suoi �sedici anni�, senza le �crudeli graffiate del tempo e del dolore�, ai tentativi di togliervi con un temperino le �tremende� rughe che segnavano il suo volto. Fu allora, fu in quell�atmosfera idillica, in quel paesaggio da incanto che medit� ancora sul senso della vita e sul trascorrere del tempo e volle cogliere, pensando al matrimonio con Guido, �l�augurio del domani�.



 il soggiorno stabiese sembra quindi aver accompagnato una decisione tanto importante e difficile e Villa Moliterno, convertendo e superando la passionalit� di certe liriche di Leggenda Eterna, sembra offrirci la chiave per capire questo periodo di svolta dell�esistenza di Vittoria.

Compendiamo, a chiusura, molto brevemente la sua vita successiva.

Tornata a Venezia da Cava dei Tirreni e confermata la decisione del matrimonio con Guido Pompilj decisione allora non facile in considerazione della sua et�, lo annunci� con qualche pudore prima a pochissimi amici. Il 7 ottobre lo confid� a Marina Sprea: �Subito dopo le sorelle ecco io scrivo a te la grande novella che fra gl�indifferenti susciter� chiose e canzonature per la mia et�, poco indicata per le nozze. Mi sono fidanzata a Guido Pompilj, un alto cuore un alto ingegno, e mi sposer� alla fine del novembre prossimo. Ecco detto tutto. Lo dir� fra qualche giorno ai pi� vecchi amici di casa, e il pi� tardi possibile a tutti gli altri, giacch� mi figuro che giudicheranno con sogghigni ironici e poco benevolmente la mia decisione. Poco m�importa; ma ad ogni modo desidero che essi possano divertirsi alle mie spalle il pi� tardi possibile, e per� ti raccomando per ora, per alcuni giorni ancora il segreto�49. Il 14 ottobre scrisse anche alla buona �consigliera� Neera: �Io non voglio credermi scordata da te: io non scordai i tuoi consigli e le tue esortazioni fraterne. Sono fidanzata a Guido Pompilj e mi sposer� agli ultimi del Novembre prossimo o ai primi del Dicembre. Mandami una parola affettuosa e te ne sar� tanto grata l�amica tua�50.

Pensando alle condizioni di salute di Virginia e di Angelica (che era stata anch�essa ammalata) and� a sposarsi a Napoli. La cerimonia civile avvenne in Municipio il 28 novembre 1901; uno dei due testimoni della sposa fu il figlio di Antonietta Tricase, il nuovo principe di Tricase e di Moliterno, Pietro Giovanni Battista Gallone; l�altro fu l�abituale frequentatore dei Mirelli (anche durante il soggiorno di Cesco e Virginia a villa Moliterno), il senatore Santamaria Niccolini. Il rito religioso fu celebrato il sabato successivo in casa Mirelli. �Affronti ormai le lotte della vita appoggiata sur un nobile e forte braccio; ben lo meritava� augur� all��anima dulcissima� con un biglietto il Carducci51.

Si trasfer� nella casa del marito a Perugia, adattandosi bene alla nuova situazione, ma senza tralasciare le relazioni culturali e letterarie e le sue corrispondenze epistolari.

Nel 1903 fu ristampata Leggenda Eterna (Torino-Roma, Roux e Viarengo).

Nel 1908 uscirono le Nuove Liriche (Roma, La Nuova Antologia), contenenti Villa Moliterno.

Vittoria si ammal� e mor� per un tumore in una clinica romana, dopo una duplice operazione, nella notte tra il 7 e l�8 maggio 1910. �Tacque all�orecchio degl�Italiani una voce di schietta, pensosa, nobil poesia; voce che scaturiva dal profondo di un�anima eletta e dell�anima cercava il profondo�52. Dopo poche ore Guido, non resistendo al dolore, si uccise con un colpo di pistola. Il tragico caso fu eclatante e addolor� tutta l�Italia.

Nel novembre del 1911 le due salme furono traslate da Roma a Perugia, accompagnate da Angelica, Virginia, Francesco Mirelli, la sorella e il fratello di Guido Pompilj. Non molto tempo dopo mor� anche Virginia e l�anno successivo Francesco Mirelli si rispos�. Nel dicembre del 1912 mor� Elena, nel febbraio 1913 mor� Angelica a Cava dei Tirreni. Mary, invece, sopravvissuta alle sorelle e ricoverata in manicomio, mor� nel 1926.

La prima edizione delle Poesie complete di Vittoria usc� nel 1912, a cura dell�amico Luigi Grilli (Firenze, Le Monnier).


                        

 Quanto alla Villa Moltiterno, intorno al 1902 si tent� di trasformarla in un h�tel di lusso, l�H�tel du Parc (allora il solo nella zona fornito di luce elettrica in tutte le stanze e con la possibilit� di bagni minerali al suo interno), subito frequentato da personaggi noti dell�aristocrazia o della cultura napoletana come ad esempio Roberto Bracco. Vi furono ospitati anche, nel giugno del 1903, Augustine e Sybil Fitzgerald, consigliati nel loro itinerario napoletano da Matilde Serao, da Salvatore Di Giacomo e dal duca e dalla duchessa Dusmet de Smours; e Augustine ne dipinse all�acquerello la veduta dal parco per illustrare il loro libro su Napoli che sarebbe uscito l�anno dopo53.

Per promuovere il nuovo h�tel si ricorse talvolta anche a Villa Moliterno di Vittoria Aganoor. Infatti troviamo riportata la lirica nel fascicolo Il varo della nave �Duilio� (pubblicato nel 1913 a Castellammare come numero-ricordo del giornale �La Verit� per quell�avvenimento del 24 aprile), inserita in una pagina riservata alla pubblicit� dell�H�tel du Parc, del quale si annunciava la riapertura estiva per il prossimo primo giugno, si mostravano due foto e si decantavano il conforto, la posizione, il parco54.

Ma l�H�tel du Parc non ebbe lunga vita. Lo stesso Gino Gallone se ne and� da Napoli e da Quisisana e mor� a Roma nel 1932. Otto anni prima era morta la principessa Antonietta. La villa era stata gi� venduta intorno al 192055.

  Da �Cultura & Societ��. Rivista dell�Associazione �Cultura & Territorio�, Anno I - N. 1- 2007, pp. 53-72



Note

 

1 Le fu preferita da qualche contemporaneo la perugina Alinda Brunamonti, ma molti furono concordi nell�assegnarle il primo posto, anche se la sua poesia non fu letta allo stesso modo. Di seguito riportiamo tre diversi, significativi giudizi espressi nel 1910, l�anno della sua morte. Per Gabriele Antonio Borgese �non palpitava nella sua arte l�ala del genio, ma come ella prendeva sul serio la vita, cos� non scherzava con l�arte� e �fu nella vita come nell�arte una nobile e pura signora� (In morte di V. Aganoor, in La vita e il libro, II, Bologna 1928, pp. 172-175). Per Matilde Serao, invece, ella era �una vera poetessa, nella pi� completa espressione di forza e venust�, in quanto nei suoi versi �singolare giudizio di una donna su una donna� erano presenti �non una delle piccole sentimentalit� donnesche che, subito, abbassano e rendono mediocre il tono di una poesia femminile� (V. Aganoor, in �Rivista di Roma�, XIV�1910, 10-11, pp. 342-344). Benedetto Croce seppe trovare componenti pi� profonde, che per lui rendevano significativa la sua poesia (�una delle pi� dolorose che si siano sollevate in Italia negli ultimi tempi�) e bello il suo breve canzoniere d�amore (�certamente il pi� bello che sia stato mai composto da donna italiana�): �Anima di donna, e non gi� spirito virile, come invece la Brunamonti [...]. La Aganoor am� e pen� per amore, e pianse e rimpianse molto e molte cose, e cerc� sempre, toccandola di rado e per pochi istanti, la pace interiore. [...] seppe ritrarre altri semplici e fondamentali sentimenti umani e femminili: l�incapacit� di rassegnarsi al tramontare della giovent�, della bellezza, della freschezza corporea e spirituale; l�incapacit� di rassegnarsi alla perdita del padre, della madre, delle persone care [...]. Di qui il dolore che pervade tutta la poesia della Aganoor� (La letteratura della nuova Italia, II, Roma-Bari 1973, pp. 345-352).
2 �Da� veroni �raccont� lo scrittore abruzzese Domenico Ciampoli che fu tra i primi amici di Vittoria a Napoli� scorgevasi tutto l�incantevole golfo partenopeo, dalla punta di Posillipo al promontorio di Sorrento, da Nisida a Capri� (L�Aganoor giovinetta, in �Roma Letteraria�, XVIII�1910, 6).
3 V. Aganoor, Lettere a G. Zanella (1876-1888), a cura di A. Chemello, Mirano-Venezia 1996, lett. XXXII, p. 40.
4 Cos� lo ricord� Vittoria nella premessa alla lettura tenuta al Collegio Romano nel marzo del 1906: �Quel mago della parola e del sentimento, prodigioso rivelatore d�immensit�, che ebbe tutte le comprensioni, le intuizioni, le divinazioni del bello. E allora mi parve che dinanzi alle finestre del mio pensiero sparisse improvviso qualche avanzo di vecchia muraglia; e pi� pieno e pi� largo il soffio dell�aperto mi avvolse, e pi� luminoso e pi� vasto mi s�apr� l�orizzonte dell�arte� (V. Aganoor, Poesie complete a cura e con introduzione di L. Grilli, III ed., Firenze 1927, p. XLIX).
5 Ad es., Vittoria scrisse il 7 maggio 1878 allo Zanella: �Mi torna sempre in mente il canto del pastore dell�Asia, che verit� spaventosa! Mi scriva presto Professore, fa tanto bene la sua serena parola! � proprio vero che molta parte della nostra infelicit� � figlia del nostro pensiero, ma questo benedetto pensiero non � poi in fondo il nostro padrone? proviamo a licenziarlo pulitamente o a scacciarlo senza riguardo; se ne va per questo o piuttosto non martella in mente pi� accanito di prima?� (V. Aganoor, Lettere a G. Zanella..., cit., lett. XLVII, p. 58).
6 �Che persone vedo? �scriveva il 31 maggio 1900 a Domenico Gnoli� tante! Dei pi� intimi di casa Mirelli sono la principessa di Moliterno (viene spesso anche a desinare e la sera), Santamaria, il conte Gaetani, il marchese Ser�ra, la duchessa d�Albaneta (sorella di quel principe d�Abro che spo�s� la Villamarina) la principessa di Melissano di Bisignano e altre. Tra i letterati il Cimmino (che il Fogazzaro giudica il pi� simpati�co dei napoletani), il Di Giacomo, Verdinois (ora assente), il duca Carafa d�Andria e moglie. Ma la folla dei conoscenti � grande e la prima Domenica (giorno in cui riceve Virginia; ora fortunatamente ha smesso i ricevimenti per la stagione e anche per prescrizione medica) mi trovai in una baraonda di gente met� della quale era a me ignota� (V. Aganoor, Lettere a D. Gnoli (1898-1901) per la prima volta edite da B. Marniti, Caltanissetta-Roma 1967, p. 194). Si veda anche, tra i Mosconi della Serao, In casa Mirelli su �Il Mattino� di Napoli del 21-22 maggio 1900: �Ieri, ancor pi� affollato dei precedenti riusc� il ricevimento della domenica, in casa della gentilissima duchessa di Santomenna Mirelli. Negli eleganti salotti si riunirono moltissime dame, recatesi a portare il loro saluto alle intellettuali signorine Maria e Vittoria Aganoor, di passaggio per Napoli [...]. E tutte si congratularono vivamente con la gentile poetessa signorina Vittoria Aganoor, per l�ultima pubblicazione, fatta dal Treves, di un volume di versi, cui la nobilissima poetessa ha dato il titolo di Leggenda eterna�.
7 Antonia Melodia, sposata a Giuseppe Gallone (principe di Tricase, principe di Marsiconovo e principe di Moliterno, senatore del Regno d�Italia dal 1861, morto nel 1898), dama di palazzo della Regina Margherita.
8 V. Aganoor, Lettere a D. Gnoli ..., cit., p. 20.
9 Domenico Gnoli (1838-1915), romano, fu critico letterario, poeta della classicistica Scuola romana, insegnante di letteratura italiana all�Universit� di Torino, direttore della Biblioteca Nazionale Centrale di Roma, Direttore della �Nuova Antologia� dal 1893 al 1897. Dopo Versi del 1871 e Eros (con lo pseudonimo femminile di Gina d�Arco) del 1896, pubblic� con grande successo nel 1903 (con lo pseudonimo di Giulio Orsini) un volume di poesie ispirato all�amore per Vittoria Aganoor, Fra terra ed astri, in cui, abbandonando la poesia tradizionale e convertendosi alle invenzioni della nuova poesia e alla sensibilit� decadente, dichiarava il suo infelice, sfortunato amore. Le lettere scrittegli da Vittoria, per qualche tempo legata a lui sentimentalmente, sono inserite nella importante raccolta curata da Biagia Marniti (V. Aganoor, Lettere a D. Gnoli ..., cit.).
10 V. Aganoor, Lettere a D. Gnoli ..., cit., lett. n. 139, pp. 200-202.
11 Il napoletano Francesco Cimmino (1862-1939), poeta, orientalista, traduttore di poemi indiani, tra maggio e ottobre 1900 ebbe una relazione con Vittoria. L�Aganoor lo conosceva da anni e gli aveva dedicato in passato una sua fotografia con le parole: �Al cuoco di Revigliano, Vittoria Aganoor� forse in ricordo di una gita all�isolotto alla foce del Sarno (Cfr. P. Cimmino Gibellini, F. Cimmino un poeta napoletano tra �800 e �900, Bologna 2004, p. 40); il che lascia ipotizzare una sua presenza a Castellammare gi� anni prima. Il Cimmino aveva anche letto alcune liriche di Leggenda Eterna nella serata di presentazione della raccolta a palazzo Cassano Serra.
12 P. Cimmino Gibellini, F. Cimmino ..., cit., pp. 144-145.
13 Parole che compaiono in una lettera inedita del Cimmino datata 8 luglio 1900, riportate da J. Butcher, Una leggenda eterna. Vita e poesia di V. Aganoor Pompilj, Bologna 2007, pp. 116-117.
14 V. Aganoor, Lettere a D. Gnoli ..., cit., lett. n. 118 del 7 febbraio 1900, p. 175.
15 A. Arslan, Un�amicizia tra letterate: V. Aganoor e Neera, in �Quaderni Veneti�, 8, dicembre 1988, p. 55-56.
16 Guido Pompilj (1856-1910), di Perugia, fu uomo politico e letterato, deputato del Regno d�Italia dal 1886 al 1910, due volte sottosegretario di Stato; si adoper� per l�opera di bonifica del lago Trasimeno. Nel 1901 spos� Vittoria Aganoor. Le lettere scrittegli da Vittoria sono state pubblicate da Lucia Ciani (Aganoor la brezza e il vento. Corrispondenza di V. Aganoor a G. Pompilj, Bologna 2004).
17 L. Ciani, Aganoor la brezza e il vento, cit., p. 57.
18 L. Ciani, Aganoor la brezza e il vento, cit., pp. 92-93.
19 L. Ciani, Aganoor la brezza e il vento, cit., pp. 97-99. Vittoria si firma �Fadette� in alcune lettere a Guido alludendo alla protagonista de La petite Fadette di George Sand; nella lettera del 4 gennaio 1901 si trova la motivazione: �In questi giorni ho riletto �La petite Fadette� figurandomi che la leggesse anche Lei (chi sa invece se l�avr� trovata!) e parendomi cos� di esserle vicina. Che squisita cosa! Bench� io la conoscessi ne sentii, rileggendola una commozione cos� fresca e nuova da stupirmene io stessa. Che delizioso idillio!� (L. Ciani, Aganoor la brezza e il vento, cit., p. 47). Ad ottobre e novembre si firmer� anche �tua tua tua schiavetta Fadette. Vittoria vinta�, �la tua felicissima schiavetta Vittoria Fadette�, �tua obbediente schiavetta Vittoria Fadette�, �ti bacio la mano ti adoro, e sono la tua schiavetta obbediente e umile Vittoria-Fadette�.
20 Il conte Almerigo da Schio (1836-1930), di Vicenza, scienziato e umanista, appassionato di alpinismo, aeronautica e meteorologia, scriveva su molte riviste scientifiche e letterarie e sui pi� importanti quotidiani. Collabor� attivamente al progetto e alla realizzazione dell�Italia, la prima aeronave italiana. La sua amicizia con Vittoria fu molto salda e intensa, come si evince dalla copiosa corrispondenza epistolare pubblicata recentemente da Lucia Ciani (V. Aganoor � A. da Schio. Lettere (1886-1909), [Udine] 2005.
21 L. Ciani, V. Aganoor � A. da Schio ..., cit., lett. 246, pp. 234-235.
22 Marina Sprea, sposata al conte Baroni Semitecolo, fu compagna di collegio e amica di Giuseppina Pacini, la madre di Vittoria, e fu molto affettuosa anche con le giovani Aganoor, spesso sue ospiti nella villa C� Rezzonico a Bassano del Grappa. Le lettere scrittele da Vittoria �che in esse la chiamava anche �mammina� o �mammetta��, conservate nella Biblioteca Civica di Bassano del Grappa con la segnatura Epistolario in corso XII.3, sono state pubblicate nell�e-book V. Aganoor, Lettere d�amicizia a M. Sprea Baroni Semitecolo (1881-1909). Introduzione, trascrizione e note a cura di O. Vitocco Pittarello.
23 V. Aganoor, Lettere d�amicizia a M. Sprea Baroni Semitecolo..., cit., CVI. Ep. in corso, XII.3.3139.
24 V. Aganoor, Lettere a D. Gnoli..., cit., lett. n. 164, pp. 222-224. Nella data l�anno � omesso e un�annotazione a lapis non fa bene intendere se debba leggersi �1901� o �1902�, ma il riscontro con le altre lettere da Castellammare a D. Gnoli e vari riferimenti in esse contenuti non lasciano dubbi che si tratti del 1901 (cfr. la nota di B. Marniti alla lett. 164 in V. Aganoor, Lettere a D. Gnoli..., cit., p. 350).
25 Il Di Giacomo, che frequentava i Mirelli e che aveva scritto il citato articolo Salotti napoletani. V. Aganoor a Napoli su �L�Illustrazione Italiana� del primo luglio 1900, apprezzava molto Vittoria e le fu amico; nell�anno della ristampa di Leggenda Eterna (1903) le dedic� anche le novelle Nella Vita (Bari 1903) e nel 1904, in segno di omaggio, rese in napoletano col titolo �A farfalla una sua poesia in dialetto veneto di sapore popolare, La pavegia (�A farfalla sarebbe diventata qualche anno dopo la famosa canzone Palomma �e notte). Le lettere di Vittoria e di Virginia Aganoor al Di Giacomo si trovano tra i manoscritti della Raccolta Di Giacomo presso la Biblioteca Lucchesi Palli di Napoli (gi� diretta dallo stesso Di Giacomo), sezione della Biblioteca Nazionale.
26 Napoli, Bibl. Naz. Vittorio Emanuele III, Sez. Lucchesi Palli, B.IV.A 448.
27 Napoli, Bibl. Naz. Vittorio Emanuele III, Sez. Lucchesi Palli, B.IV.A 448.
28 Il senatore Francesco Santamaria Nicolini, primo presidente della Corte di Cassazione, amico dei Mirelli. Insieme con Pietro Giovanni Battista Gallone, sar� testimone di nozze per Vittoria.
29 Napoli, Bibl. Naz. Vittorio Emanuele III, Sez. Lucchesi Palli, B.IV.A 446.
30 Napoli, Bibl. Naz. Vittorio Emanuele III, Sez. Lucchesi Palli, B.IV.A 445.
31 Napoli, Bibl. Naz. Vittorio Emanuele III, Sez. Lucchesi Palli, B.IV.A 449.
32 L. Ciani, V. Aganoor � A. da Schio..., cit., lett. 247, pp. 235-236.
33 V. Aganoor, Lettere a D. Gnoli ..., cit., lett. n. 165, pp. 224-226. La lettera, non datata, porta l�indicazione a penna �agosto 1901�, quasi certamente dello stesso D. Gnoli; �, comunque, successiva almeno di alcuni giorni al 4 agosto (S. Domenico).
34 V. Aganoor, Lettere a D. Gnoli ..., cit., lett. n. 166, pp. 226-227. La data si ricava dal timbro postale.
35 V. Aganoor, Lettere d�amicizia a M. Sprea Baroni Semitecolo..., cit., CVII. Ep. in corso, XII.3.3183. La lettera ha una datazione incompleta in quanto non porta l�indicazione dell�anno, ma i riferimenti al soggiorno stabiese e il confronto con altre date e lettere non lasciano dubbi che debba riferirsi al 16 agosto 1901, come vuole la curatrice dell�epistolario O. Vitocco Pittarello; hanno evidentemente torto A. Arslan e P. Zambon quando affermano che la lettera � posteriore al matrimonio di Vittoria (Inediti aganooriani, in �Quaderni Veneti�, 7, luglio 1988, pp. 22-23). 
36 L. Ciani, V. Aganoor � A. da Schio ..., cit., lett. 246, p. 235.
37 L. Ciani, V. Aganoor � A. da Schio ..., cit., lett. 248, pp. 236-237.
38 Napoli, Bibl. Naz. Vittorio Emanuele III, Sez. Lucchesi Palli, B.IV.A 450.
39 L. Ciani, V. Aganoor � A. da Schio ..., cit., lett. 5 di Angelica, p. 298.
40 L. Ciani, V. Aganoor � A. da Schio ..., cit., lett. 249, p. 237. La cartolina � illustrata con una veduta non di Castellammare, ma della Badia di Montecassino.
41 V. Aganoor, Lettere a D. Gnoli ..., cit., lett. n. 168, pp. 227-229.
42 In �Corriere di Napoli�, XXX 275 (Gioved� 3 Ottobre 1901), p. 1. Nella prima stesura di Villa Moliterno (Quisisana) ivi pubblicata non appare la dedica �alla Principessa di Tricase�, inserita soltanto nell�edizione di Nuove Liriche (1908); inoltre la prima parte del v. 17 non � finch� s�accenda, come si legge nella stesura apparsa su �Regina� (1905) e nelle Nuove Liriche, bens� finch� s�accende. Per il resto le differenze sono soltanto nella punteggiatura: il v. 2 certo avriano le Grazie, e accanto, i lieti diventer� nel 1908 certo avriano le Grazie, e, accanto, i lieti; il v. 9 libero a pi� della ridente china diventer� nel 1908 libero, a pie� della ridente china, (attraverso la variante su �Regina� libero, a pi� della ridente china,); la seconda parte del v. 11 Ali, di candide (ma forse qui la virgola � un refuso) diventer� nel 1905 e nel 1908 Ali di candide; il v. 20 alla gioia fuggente e l�aria intorno diventer� nel 1905 e nel 1908 alla gioia fuggente, e l�aria intorno.
43 F. Martini, Lettere [1860-1928], Milano 1934, p. 436.
44 V. Aganoor, � nel mio sogno..., in Leggenda Eterna, Milano 1900, p. 96.
45 V. Aganoor, Poesie complete..., III ed., cit., pp. L-LI.
46 V. Aganoor, Lettere a D. Gnoli ..., cit., lett. n. 28, pp. 49-50.
47 V. Aganoor, Lettere a D. Gnoli ..., cit., lett. n. 139, p. 201.
48 B. Croce, La letteratura della nuova Italia, II, cit., p. 349.
49 V. Aganoor, Lettere d�amicizia a M. Sprea Baroni Semitecolo..., cit., CIX. Ep. in corso, XII. 3. 3141.
50 A. Arslan, Un�amicizia tra letterate..., cit., p. 60.
51 G. Carducci, Lettere, XXI, Bologna 1960, p. 44.
52 Cos�, tra le numerosissime voci della cultura che vollero commemorarla, si espresse Arturo Graf (in �La Favilla� di Perugia, fasc. in onore di V. Aganoor, luglio-agosto 1910).
53 Naples, painted by A. Fitzgerald, described by S. Fitzgerald, London 1904, p. 90, ill. n. 27 (View taken from the Grounds of the Villa Antonietta, Quisisana / Now known as the Hotel du Parc). Si legge nella prefazione: Many of gardens painted in this book are also reminiscent of the kind hospitality and courtesy of their proprietors (p. V).
54 Da notare che la poesia fu riportata nella versione apparsa nel 1905 su �Regina�, ma con il refuso spoglia al posto di sfoglia al v. 24.
55 Oggi appartiene alla famiglia Petrella di Castellammare.

 

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