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ricerche a cura di IniziazioneAntica
Nostradamus, al secolo
Michel de Nostredame, alle volte Notre Dame in francese o Miquèl de
Nostradama in occitano, è stato un
astrologo,
scrittore, farmacista e speziale francese. È considerato da molti, assieme a
San
Malachia, come uno tra i più famosi e importanti scrittori di profezie
della storia. È famoso principalmente per il suo libro Le Profezie, che
consiste di quartine in rima, raccolte in gruppi di cento, nel libro
Centuries et prophéties (1555).
I sostenitori dell'attendibilità di queste profezie attribuiscono a
Nostradamus la capacità di aver predetto un incredibile numero di eventi
nella storia del mondo, tra cui la rivoluzione francese, la bomba atomica,
l'ascesa al potere di Adolf Hitler e gli attentati dell'11 settembre 2001.
Nessuno ha tuttavia mai dimostrato di poter ricavare dalle quartine di
Nostradamus dati attendibili per la previsione del futuro.
Si rileva infatti che queste predizioni altro non sono che esempi di
chiaroveggenza retroattiva. In altri termini, le quartine sono scritte
in un modo così ambiguo che chiunque, a posteriori, può leggere o
interpretare in esse ciò che meglio crede. «Nostradamus non ha mai veramente
previsto alcun evento futuro. Infatti le uniche tre volte in cui ha indicato
una data precisa per le sue profezie si è clamorosamente sbagliato: in una
prevedeva nel 1792 il culminare di una lunga e selvaggia persecuzione
religiosa che non c'è mai stata, in un'altra la totale distruzione della
specie umana per il 1732 e nella terza la fine del mondo per il 1999».
Biografia
Nostradamus nacque il 14 o
21 dicembre del 1503 a
Saint-Rémy-de-Provence nel sud della Francia: il padre fu Jaume (o
Jacques) de Nostredame (commerciante di cereali e ricco notaio), la madre
Reynière (o Renée) de Saint-Rémy. Jaume era il primo dei sei figli di Pierre
de Nostredame e Blanche de Sainte-Marie. Il nome Pierre de Nostredame venne
dato all'ebreo Guy de Gassonet (figlio di Arnauton de Velorges) in occasione
della sua conversione al cattolicesimo, probabilmente intorno al 1455.
Documenti degli archivi di Avignone e di Carpentras, che spesso fanno
riferimento agli ebrei presenti nelle rispettive zone e in altre regioni,
suggeriscono la possibilità che l'origine del nome Nostredame sia stato
imposto da Pierre de Foix, allora arcivescovo di Arles. Il nonno di
Nostradamus, Guy de Gassonet, visse così intensamente la propria conversione
da ripudiare la compagna Benastruge Gassonet, restia ad abbandonare
l'ebraismo.
Resta traccia di alcuni dei fratelli di Michel: Delphine, Jean (circa
1507-1577), Pierre, Hector, Louis, Bertrand, Jean II (nato nel 1522) e
Antoine (nato nel 1523). Della sua infanzia si sa poco: si ritiene sia stato
educato dal bisnonno Jean de St. Rémy, circostanza tuttavia smentita da
altre fonti.
A quindici anni Nostradamus
entrò all'università di
Avignone
per conseguire il baccalaureato. Dopo circa un anno, iniziato a studiare
matematica, retorica, astronomia e astrologia, fu costretto a lasciare
l'università poiché questa chiuse a causa della peste. Stando al racconto
tradizionale, Nostradamus viaggiò per otto anni alla ricerca di erbe che
potessero fungere da rimedi alla peste. Nel 1529, dopo alcuni anni come
speziale, entrò all'Università
di Montpellier per conseguire il dottorato in medicina. Fu espulso poco
dopo quando scoprirono il suo passato da speziale, figura espressamente
vietata all'interno della struttura universitaria. Il documento di
espulsione (BIU Montpellier, Register S 2 folio 87) è oggi conservato nella
libreria dell'università. Ottiene comunque la toga rossa alla terza
iscrizione nel 1532 e viene in seguito appellato come "dottore". Nostradamus
continuò a viaggiare, visitando Avignone, Bordeaux e Tolosa e raggiunse la
notorietà creando una pillola rosa che si supponeva proteggesse dalla peste.
Nel 1531 fu invitato da
Giulio Cesare Scaligero, considerato una delle somme menti del
Rinascimento, a recarsi nella città occitana di Agen. Lì Nostradamus
sposò una donna il cui nome è ancora oggetto di discussione (forse Henriette
d'Encausse), dalla quale ebbe due figli. Nel 1537 la moglie e i figli
morirono, presumibilmente di peste.
Dopo la loro scomparsa egli continuò a viaggiare, attraversando Francia e
Italia. Nel 1545 cercò di aiutare Louis Serre nella lotta contro la peste a
Marsiglia e poi, da solo, in altre zone della Francia. Nel 1547 si stabilì a
Salon, dove sposò una ricca vedova di nome Anne Ponsarde, e da lei ebbe tre
figli e tre figlie. Iniziò ad allontanarsi dalla medicina e a interessarsi
dell'occulto.
Stando al racconto tradizionale, scrisse un
almanacco
nel 1550; decise anche di scriverne uno ogni anno. Si ritiene che quegli
almanacchi contenessero almeno 6.338 profezie. Probabilmente per il successo
degli almanacchi molti notabili dell'epoca cominciarono a chiedergli amuleti
e oroscopi.
Corrado Pagliani, nel 1934,
ricostruisce in un articolo il possibile passaggio di Nostradamus a Torino.
Tale passaggio sarebbe stato attestato da una lapide collocata sull'androne
della cascina Domus Morozzo, appartenente alla omonima famiglia risiedente
presso villa Vittoria di Via Lessona in borgata Parella e demolita negli
anni sessanta.
Nel suo articolo, Pagliani riportò la riproduzione di un dagherrotipo
ottocentesco presunta fotografia dell'originale, quindi a sua volta
fotografata con tecniche attuali a partire solo dal 1922. Scritta in
franco-provenzale, la lapide recitava: «ISS6 Nostre Damvs aloge ici on ilia
le paradis lenfer le pvrgatoire ie ma pelle la victoire qvi mhonore avrala
gloire qvi me meprise ovra la rvine hntiere». Nel tempo, anche prima
dell'articolo di Pagliani, si sono poi succeduti diversi scritti che davano
come avvenuta la permanenza di Nostradamus a Torino, ma mancano delle prove
certe di tale passaggio.
Dal 1566 la gotta di
Nostradamus, che gli fece patire sofferenze per molti anni e gli rese molto
difficili i movimenti, si tramutò in idropisia. La tradizione racconta che
una notte di luglio fece sapere di voler trascorrere l'ultima notte da solo
e quando il suo segretario Chavigny lo congedò con un «Fino a domani,
Signore?», Nostradamus gli rispose «Non mi troverai vivo all'alba». La
mattina successiva Chavigny condusse amici e familiari allo studio (che era
stato convertito in una camera da letto) e trovò il corpo di Nostradamus che
giaceva al suolo fra il letto e una panca improvvisata. Fu seppellito nella
locale cappella, ma poi, durante la rivoluzione francese, la salma fu
trasferita nella Collégiale Saint-Laurent, a
Salon-de-Provence, nel sud della Francia, dove si trova tuttora.
Origini delle Centuries
Egli iniziò il suo progetto
di scrivere mille quartine (poesie di quattro versi) in francese, che
formano le supposte predizioni per le quali oggi è famoso; le quartine
effettivamente pubblicate furono tuttavia 942. Per il timore di rendersi
vulnerabile ai fanatismi religiosi, oscurò i suoi versi utilizzando giochi
di parole e vari linguaggi insieme, come il provenzale, il greco, il latino,
l'italiano, l'ebraico e l'arabo.
Le quartine, raccolte in un libro intitolato Les Propheties, ricevettero
diverse reazioni dopo la pubblicazione. Alcuni pensarono che Nostradamus
fosse un servo del diavolo, un impostore o un pazzo, mentre gran parte
dell'élite credeva che le sue quartine fossero profezie ispirate
spiritualmente.
La tomba di Nostradamus nella Collégiale Saint-Laurent, a Salon-de-Provence,
in Francia Molti nobili giunsero a lui per oroscopi e consigli.
Caterina de' Medici, la regina consorte di
Enrico II di Francia, fu una delle ammiratrici di Nostradamus: dopo aver
letto Le profezie lo invitò alla corte reale a Parigi per ottenere
spiegazioni sulle recentemente pubblicate Centurie (secondo alcuni, anche
circa le quartine intorno alla prossima morte del marito) e per elaborare
oroscopi per i giovani figli della dinastia Valois. Dopo quest'incontro, la
regina Caterina divenne una fidata sostenitrice di Nostradamus e poco prima
della sua morte, avvenuta nel 1566, lo nominò consigliere e medico del re
Enrico III Valois.
Taluni ritengono che Nostradamus avesse il timore di essere perseguitato per
eresia dall'inquisizione, ma né le profezie né la sua attività astrologica
furono oggetto di attenzione da parte dell'inquisizione. I rapporti con la
Chiesa cattolica come medico e guaritore furono eccellenti e la sua breve
prigionia nel 1561 avvenne solo in relazione al fatto che un almanacco fu
pubblicato senza previa approvazione del vescovo, violando così un decreto
reale.
Le Profezie
Nostradamus affermò di
basare le proprie profezie sull'astrologia
giudiziaria, ma fu aspramente criticato da altri astrologi dell'epoca,
come Laurens Videl, per l'incompetenza e le tesi relative all'oroscopo
comparativo (cioè la comparazione della configurazione futura dei pianeti
con quella che era presente durante eventi del passato). Copia di una
traduzione inglese di Garencières del 1672, conservata alla Nixon Medical
History Library della University of Texas Health Science Center at San
Antonio. Recenti ricerche suggeriscono che gran parte del suo lavoro
profetico non è altro che la parafrasi di elementi escatologici
principalmente derivati dalla Bibbia, integrati da eventi storici e da
antologie riportanti presagi, il tutto mescolato dall'oroscopo comparativo.
Per questo le molte predizioni coinvolgono antiche figure come Lucio
Cornelio Silla, Nerone, Gaio Mario e altri, così come descrizioni di
battaglie tra le nuvole e rane che cadono dal cielo.
L'astrologia in sé è
menzionata solo due volte nella prefazione e 41 volte nelle centurie.
Nell'ultima quartina della sesta centuria egli esplicitamente attacca gli
astrologi. Le fonti storiche da cui ha attinto sono facilmente
identificabili in Tito Livio, Svetonio, Plutarco e altri autori classici,
così come ha attinto da cronisti medievali come Goffredo di Villehardouin e
Jean Froissart. Gran parte delle citazioni astrologiche sono prese parola
per parola da Livre de l'estat et mutations des temps di Richard Roussat.
Una delle maggiori fonti per le profezie fu il Mirabilis liber del 1522, un
testo anonimo che contiene una larga raccolta di profezie derivate dall'
Apocalisse di Pseudo-Methodius, dalla "sibilla tiburtina", da Savonarola e
da
Gioacchino da Fiore e altri.
Questo testo ebbe molto
successo negli anni che seguirono la sua pubblicazione e venne edito in
circa sei edizioni, ma tale successo non perdurò nel tempo plausibilmente
perché era scritto in latino con caratteri gotici e abbreviazioni difficili
da capire. Nostradamus fu uno dei primi a rielaborare queste profezie in
lingua francese, il che spiega perché la paternità di tali predizioni fu
attribuita proprio a lui. Nostradamus attinse altro materiale dal De honesta
disciplina del 1504 di Pietro Baldi del Riccio, che a sua volta includeva
estratti dal De daemonibus di
Michele Psello e dal De Mysteriis Aegyptiorum, un libro sulla magia di
Giamblico.
Solo nel XVII secolo la gente cominciò a prendere in considerazione il ruolo
che le fonti, principalmente classiche, ebbero per Nostradamus. Nostradamus
rigettò sempre l'etichetta di "profeta", nonostante il titolo del libro.
Bibliografia
"Vaticinia Michaelis Nostredami de Futuri Christi Vicarii ad Cesarem Filium"
Manoscritto nella Biblioteca Nazionale Centrale di Roma.
"Interpretation des Hyeroglyphes de Horapollo"
"Traité des Fardements et Confitures", Lyon 1556.
"Les Vrayes Centuries et Propheties de Maistre Michel Nostradamus", edizione
originale di Avignone 1556, Lione 1558.
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